Sul lato Teramano della vallata del Tronto negli ultimi tre anni sono andati persi circa 1470 posti
Teramo | Il presidente della Provincia di Teramo, DAgostino Ministero, Regioni ed Enti locali possono lavorare insieme per attuare gli strumenti di riconversione aziendale. Occorre subito un Governo forte.
di Nicola Facciolini
Senato della Repubblica
Occorre dare subito all’Italia un Governo forte, credibile ed autorevole anche a livello internazionale, politicamente determinato a risolvere le crisi aziendali delle vallate del Vibrata (Teramo) e del Tronto (Ascoli Piceno).
Il condizionale è d’obbligo in quanto potrebbero diventare crisi irreversibili di un sistema produttivo se non vengono affrontate subito con un intervento coordinato, tra enti locali e governo nazionale, nell’ottica europea transfrontaliera. C’è ottimismo al tavolo nazionale del lavoro, a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Dove i rappresentanti del governo dimissionario Prodi, quelli delle Regioni Marche e Abruzzo e delle Province di Teramo e Ascoli, avrebbero concordato un piano di azione per affrontare questa particolare congiuntura.
“Un risultato importante – afferma il presidente della Provincia di Teramo, Ernino D’Agostino – frutto dell’impegno e della collaborazione degli enti locali. Ora siamo chiamati a tradurre in azioni concrete gli strumenti di riconversione di politica industriale che vengono messi a disposizione dalla normativa nazionale e regionale”.
Secondo Franco Raffaldini, capo della segreteria tecnica del Ministro Bersani, “la strada da perseguire è quella di mettere a sistema gli strumenti di politica industriale ed ambientale del governo e delle regioni così da utilizzare una batteria di strumenti che favoriscono nuove soluzioni di investimento”.
L’incontro era stato convocato dalla segreteria del Ministro per affrontare la vicenda specifica della Bluradia di Colonnella e per esaminare la situazione del polo produttivo che interessa le due sponde del Tronto, fra Teramo e Ascoli.
Alla riunione hanno partecipato, fra gli altri, oltre alle rappresentanze sindacali, il sottosegretario Pietro Colonnella, il vice presidente della Regione Marche Luciano Agostini, l’assessore regionale al Lavoro della Regione Abruzzo, Fernando Fabbiani e il sindaco di Colonnella, Marco Iustini.
Da un’analisi prodotta dal servizio Relazioni industriali della Provincia – elaborata sulla base di dati acquisiti direttamente o stimati – e presentata al Ministero, sul lato teramano del Tronto, negli ultimi tre anni, sono andati persi circa 1470 posti di lavoro. Le ragioni sono diverse, ma riconducibili, sostanzialmente, alla fine degli sgravi contributivi e al conseguente innalzamento del costo del lavoro combinato con le complessità di un mercato sempre più globale.
Fra le strade da percorrere, come si legge nel verbale sottoscritto ieri da tutti i presenti e diffuso in una nota della Provincia di Teramo, “occorre combinare misure di contrasto per tamponare le emergenze e misure tese a creare nuove prospettive economiche del territorio. Evitare i licenziamenti collettivi, trattenere, qualificandole, le produzioni esistenti, favorire processi di riconversione, attrarre investimenti e nuovi soggetti industriali sono i punti del nostro lavoro”.
Poli tecnologici e di ricerca, bonifiche dei siti, logistica integrata, dovrebbero essere gli obiettivi delle future azioni che andranno messe a punto sul tavolo nazionale insieme a Regioni, Enti Locali, Sindacati e Associazioni di categoria.
Ecco, dunque, spiegata l’urgenza di dare al Paese un Governo di legislatura che goda in Parlamento di un’ampia maggioranza politica per governare e risolvere, tra l’altro, la crisi economica nel nostro territorio.
Il condizionale è d’obbligo in quanto potrebbero diventare crisi irreversibili di un sistema produttivo se non vengono affrontate subito con un intervento coordinato, tra enti locali e governo nazionale, nell’ottica europea transfrontaliera. C’è ottimismo al tavolo nazionale del lavoro, a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Dove i rappresentanti del governo dimissionario Prodi, quelli delle Regioni Marche e Abruzzo e delle Province di Teramo e Ascoli, avrebbero concordato un piano di azione per affrontare questa particolare congiuntura.
“Un risultato importante – afferma il presidente della Provincia di Teramo, Ernino D’Agostino – frutto dell’impegno e della collaborazione degli enti locali. Ora siamo chiamati a tradurre in azioni concrete gli strumenti di riconversione di politica industriale che vengono messi a disposizione dalla normativa nazionale e regionale”.
Secondo Franco Raffaldini, capo della segreteria tecnica del Ministro Bersani, “la strada da perseguire è quella di mettere a sistema gli strumenti di politica industriale ed ambientale del governo e delle regioni così da utilizzare una batteria di strumenti che favoriscono nuove soluzioni di investimento”.
L’incontro era stato convocato dalla segreteria del Ministro per affrontare la vicenda specifica della Bluradia di Colonnella e per esaminare la situazione del polo produttivo che interessa le due sponde del Tronto, fra Teramo e Ascoli.
Alla riunione hanno partecipato, fra gli altri, oltre alle rappresentanze sindacali, il sottosegretario Pietro Colonnella, il vice presidente della Regione Marche Luciano Agostini, l’assessore regionale al Lavoro della Regione Abruzzo, Fernando Fabbiani e il sindaco di Colonnella, Marco Iustini.
Da un’analisi prodotta dal servizio Relazioni industriali della Provincia – elaborata sulla base di dati acquisiti direttamente o stimati – e presentata al Ministero, sul lato teramano del Tronto, negli ultimi tre anni, sono andati persi circa 1470 posti di lavoro. Le ragioni sono diverse, ma riconducibili, sostanzialmente, alla fine degli sgravi contributivi e al conseguente innalzamento del costo del lavoro combinato con le complessità di un mercato sempre più globale.
Fra le strade da percorrere, come si legge nel verbale sottoscritto ieri da tutti i presenti e diffuso in una nota della Provincia di Teramo, “occorre combinare misure di contrasto per tamponare le emergenze e misure tese a creare nuove prospettive economiche del territorio. Evitare i licenziamenti collettivi, trattenere, qualificandole, le produzioni esistenti, favorire processi di riconversione, attrarre investimenti e nuovi soggetti industriali sono i punti del nostro lavoro”.
Poli tecnologici e di ricerca, bonifiche dei siti, logistica integrata, dovrebbero essere gli obiettivi delle future azioni che andranno messe a punto sul tavolo nazionale insieme a Regioni, Enti Locali, Sindacati e Associazioni di categoria.
Ecco, dunque, spiegata l’urgenza di dare al Paese un Governo di legislatura che goda in Parlamento di un’ampia maggioranza politica per governare e risolvere, tra l’altro, la crisi economica nel nostro territorio.
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29/01/2008
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