A naso libero
Ascoli Piceno | "Un luogo reale della sinistra resta ancora da produrre. Adesso non cè. Facciamolo. "
Walter Veltroni intento ad autografare il suo libro
Finalmente si può respirare, ché non se ne poteva più! Con le ossa rotte e le ferite da leccare, adesso, tolto da destra il fardello del Governo Prodi con tutti gli annessi rospi (non solo Dini) da ingoiare, la Sinistra può respirare a pieni polmoni.
Niente più problemi di coscienza, niente richieste di improbabili verifiche tanto per far vedere all'elettore che qualcosa di sinistra c'era: la Sinistra c'ha il naso libero; ora, come direbbe Veltroni, "yes we can".
L'olezzo del sostegno alle missioni militari umanitarie si allontana; si è sacrificato qualcuno per strada, senatore compreso, però nuovamente la spilletta della pace la si può indossare senza il peso di stridenti contraddizioni. Di nuovo, "senza se e senza ma".
Anche di confezionare odiosi "pacchetti", sul welfare magari, correndo il rischio di essere presi a calci in culo dai lavoratori, non se ne parla più. Respirano finalmente i dirigenti della Sinistra, liberi e contenti di tornare a fare i monellacci nelle piazze e nel parlamento e di riempirsi di nuovo la bocca e i programmi degli slogan sulla lotta alla precarietà, sull'autodeterminazione, sulla pace, sulla cittadinanza, eccetera eccetera. Tanto è "Una proposta per il paese", agile programma di 14 punti condensati in 4 paginette presentato per la imminente corsa elettorale.
Tutto questo nell'assoluta novità: via le falci, i martelli (compreso me), i soli che ridono, i garofani per assumere i variegati e allegri contorni dell'arcobaleno, questo mirabile fenomeno di rifrazione fatto da miliardi di goccioline d'acqua, potente metafora della moltitudine dei sinistri elettori, che nessuno sa dove comincia e dove finisce.
Che bello! Un grande simbolo dell'unione del molteplice, dell'unità nella molteplicità, trionfo della dialettica policroma, che nasconde pure una sorpresa ... sì, perché al suo termine le storielle raccontano che gli gnomi vi abbiano nascosto il pentolone dell'oro! Infatti, la tanto ostacolata ma mai superata porcata della riforma elettorale targata Calderoli & Co. costringerà la Sinistra, come del resto gli altri poli, all'affannosa compilazione di liste elettorali da presentare ai sinistri elettori.
Qualcuno, magari i soliti, che c'hanno un po' di esperienza in più, dovrà prestarsi per far parte dell'odioso elenco pre-confezionato da affiggere sui muri. Dovrà farlo perché la tanto odiata corsa all'oro è un male sì, ma tuttavia un passaggio necessario affinché si possa un giorno goderne tutti, democraticamente: il disgustoso fardello della poltrona e degli incarichi da spartire, nella sublime certezza che diventino poi tanti piccoli soli rossi (ora rosso-verdi, o rosso-arcobaleno) che emanino alla moltitudine l'avvenire di una società più giusta, più equa, più partecipata, pacifica eccetera eccetera.
Il sinistro elettore potrà (dovrà) apprezzare ancora i volti e i nomi dei soliti noti, ancor più adesso sotto una nuova luce, sotto le variegate sfaccettature dell'arco-speranza dell'arcobaleno.
Qualcuno crede di aver ritrovato la Sinistra; quella arenatasi nelle secche del Governo Prodi nell'illusione (speriamo nient'altro) di spostarne l'asse come "alternativa di governo": nuovamente è stato scritto un bel programma, alla faccia di tutti i compagni allontanati nel corso della fase ecumenica della normalizzazione, della banalizzazione delle lotte, delle menzogne strategiche, della bassa propaganda elettoralistica che ha contraddistinto gli ultimi tempi.
Il piano non ha funzionato e adesso, con un bel colpo di spugna su quel che si è fatto (e non fatto) fino a ieri, si cerca di ridisegnare i contorni di una sinistra che però non c'è più.
Coraggio compagni, sappiamo tutti che tra le parole e le cose resta in mezzo il solito abisso; sappiamo tutti che i veri cambiamenti possono impostarsi solo e soltanto a partire dalla nostra capacità di fare e di desiderare. La Sinistra dell'arcobaleno si è liberata le narici ma ha gettato la maschera, rivelando l'inganno di un trasformismo politico dettato dalle convenienze del momento.
Un luogo reale della sinistra resta ancora da produrre. Adesso non c'è. Facciamolo.
Nella speranza che a nessuno di noi venga intanto in mente di andare alle urne, o di togliersi lo sfizio di votare per Berlusconi.
Niente più problemi di coscienza, niente richieste di improbabili verifiche tanto per far vedere all'elettore che qualcosa di sinistra c'era: la Sinistra c'ha il naso libero; ora, come direbbe Veltroni, "yes we can".
L'olezzo del sostegno alle missioni militari umanitarie si allontana; si è sacrificato qualcuno per strada, senatore compreso, però nuovamente la spilletta della pace la si può indossare senza il peso di stridenti contraddizioni. Di nuovo, "senza se e senza ma".
Anche di confezionare odiosi "pacchetti", sul welfare magari, correndo il rischio di essere presi a calci in culo dai lavoratori, non se ne parla più. Respirano finalmente i dirigenti della Sinistra, liberi e contenti di tornare a fare i monellacci nelle piazze e nel parlamento e di riempirsi di nuovo la bocca e i programmi degli slogan sulla lotta alla precarietà, sull'autodeterminazione, sulla pace, sulla cittadinanza, eccetera eccetera. Tanto è "Una proposta per il paese", agile programma di 14 punti condensati in 4 paginette presentato per la imminente corsa elettorale.
Tutto questo nell'assoluta novità: via le falci, i martelli (compreso me), i soli che ridono, i garofani per assumere i variegati e allegri contorni dell'arcobaleno, questo mirabile fenomeno di rifrazione fatto da miliardi di goccioline d'acqua, potente metafora della moltitudine dei sinistri elettori, che nessuno sa dove comincia e dove finisce.
Che bello! Un grande simbolo dell'unione del molteplice, dell'unità nella molteplicità, trionfo della dialettica policroma, che nasconde pure una sorpresa ... sì, perché al suo termine le storielle raccontano che gli gnomi vi abbiano nascosto il pentolone dell'oro! Infatti, la tanto ostacolata ma mai superata porcata della riforma elettorale targata Calderoli & Co. costringerà la Sinistra, come del resto gli altri poli, all'affannosa compilazione di liste elettorali da presentare ai sinistri elettori.
Qualcuno, magari i soliti, che c'hanno un po' di esperienza in più, dovrà prestarsi per far parte dell'odioso elenco pre-confezionato da affiggere sui muri. Dovrà farlo perché la tanto odiata corsa all'oro è un male sì, ma tuttavia un passaggio necessario affinché si possa un giorno goderne tutti, democraticamente: il disgustoso fardello della poltrona e degli incarichi da spartire, nella sublime certezza che diventino poi tanti piccoli soli rossi (ora rosso-verdi, o rosso-arcobaleno) che emanino alla moltitudine l'avvenire di una società più giusta, più equa, più partecipata, pacifica eccetera eccetera.
Il sinistro elettore potrà (dovrà) apprezzare ancora i volti e i nomi dei soliti noti, ancor più adesso sotto una nuova luce, sotto le variegate sfaccettature dell'arco-speranza dell'arcobaleno.
Qualcuno crede di aver ritrovato la Sinistra; quella arenatasi nelle secche del Governo Prodi nell'illusione (speriamo nient'altro) di spostarne l'asse come "alternativa di governo": nuovamente è stato scritto un bel programma, alla faccia di tutti i compagni allontanati nel corso della fase ecumenica della normalizzazione, della banalizzazione delle lotte, delle menzogne strategiche, della bassa propaganda elettoralistica che ha contraddistinto gli ultimi tempi.
Il piano non ha funzionato e adesso, con un bel colpo di spugna su quel che si è fatto (e non fatto) fino a ieri, si cerca di ridisegnare i contorni di una sinistra che però non c'è più.
Coraggio compagni, sappiamo tutti che tra le parole e le cose resta in mezzo il solito abisso; sappiamo tutti che i veri cambiamenti possono impostarsi solo e soltanto a partire dalla nostra capacità di fare e di desiderare. La Sinistra dell'arcobaleno si è liberata le narici ma ha gettato la maschera, rivelando l'inganno di un trasformismo politico dettato dalle convenienze del momento.
Un luogo reale della sinistra resta ancora da produrre. Adesso non c'è. Facciamolo.
Nella speranza che a nessuno di noi venga intanto in mente di andare alle urne, o di togliersi lo sfizio di votare per Berlusconi.
Massimo Martelli
Ex Segretario PRC Ascoli Piceno; ex tesserato al Partito della Rifondazione Comunista
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01/03/2008
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