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Festa della Pace. Il “tortizio di cera” torni a risplendere sulla Città, grazie alle 4 Paciere.

Teramo | Nella Domenica “In Albis” a Teramo si celebra la “Festa della Pace”. Tra vie del capoluogo aprutino, potrebbero sfilare le Paciere dei 4 Quartieri storici con la consegna del Cero della Pace dal Sindaco al Vescovo della Città? Una tradizione fin dal 1559.

di Nicola Facciolini

Festa della Pace a Teramo

Tra vie del capoluogo aprutino, sfileranno le Paciere dei quattro Quartieri storici con la consegna del Cero dal Sindaco al Vescovo della Città? Sono molti i teramani a porsi questa domanda, come del resto vuole la tradizione. Per far rivivere la "Festa della Pace" messa in soffitta da alcuni anni. La cultura e la tradizione non hanno colore politico. La Pace nei cuori, nelle famiglie, nella città, è un valore, un desiderio, un'aspirazione universali.

Molti cittadini di Teramo desiderano ardentemente che nella Domenica In Albis del 30 marzo 2008, la prima dopo la Santa Pasqua, si ritorni finalmente a sfilare per le vie cittadine con i figuranti. Per animare di nuovo la Festa della Pace. Non è impossibile: bastano poche ore per salvare il patrimonio culturale della città.

I quattro Quartieri storici cittadini e il Comune di Teramo, perché trovano ancora oggi difficile far risorgere dalle ceneri una celebrazione (non una semplice sfilata in costume) che tradizionalmente, fin dal XVI Secolo, si svolge a Teramo nella domenica In Albis per celebrare la Pace? La sfilata dei Quartieri storici: San Giorgio, San Leonardo, Santo Spirito e Santa Maria Bitetto, celebra la fine della secolare guerra fratricida tra opposte fazioni cittadine, celebrata per la prima volta nell'anno del Signore 1559.

E i teramani non possono certo dimenticare l'appello lanciato da alcuni cittadini volenterosi per la rinascita della Festa della Pace. Che rappresenta uno degli eventi storici più importanti della città, ripristinato lodevolmente dalla Associazione culturale "Teramo Nostra" nel 1992, che aveva riconsegnato alla città questo bellissimo spaccato di storia. Fin dal 1993 la risposta della cittadinanza non è mai mancata anche se, via via, sempre in tono decisamente minore rispetto alle giuste aspettative dei teramani.

Negli anni passati la rievocazione storica si era concessa un buon numero di pubblico al proprio seguito: il programma prevedeva alle 16.30 la tradizionale adunanza dei quattro Quartieri storici in costume a piazza Verdi. Il corteo apriva i battenti alle 17:30 quando, come vuole la tradizione, gli sfilanti, con gonfaloni, sbandieratori e tamburini, percorrevano via Savini, raggiungendo il Santuario di Madonna delle Grazie. Dove le quattro Paciere rinnovavano, nelle mani del Priore del sacro convento francescano, con il "tortizio di cera", l'offerta di pace.

Gli sfilanti, poi, risalendo lungo corso de Michetti, corso Cerulli e corso San Giorgio, tornavano indietro fino al Municipio in Piazza Orsini. Qui il Sindaco di Teramo, dopo aver salutato tutti i Pacieri, consegnava alla Paciera dell'anno il Cero della Pace. Il corteo proseguiva poi verso la Cattedrale di Teramo nello storico percorso allegorico. Che secoli or sono seguirono le matrone della città per ringraziare il Duca d'Acquaviva per aver messo fine alle lotte intestine tra Melatini e Antonelli e aver ristabilito la pace. L'origine della festa ben la racconta Nicola Palma nella sua " Storia della città e Diocesi di Teramo". In cinque anni di inimicizia tra fazioni cittadine, morirono più di cento persone fra teramani e forestieri, uccisi in agguati, scaramucce e colpi fortuiti, assedi e incendi di case.

La cerimonia della Festa della Pace, fatta rivivere dai teramani del XX Secolo, si chiudeva intorno alle ore 20 dopo la celebrazione della funzione religiosa in Cattedrale e la lettura del Messaggio di Pace da parte della Paciera dell'anno. In attesa del ripristino dell'altra manifestazione, la Festa dei Trionfi, con il successo registrato negli anni passati, forse domenica 30 marzo 2008, per volontà di alcuni volenterosi cittadini, potrebbe essere scongiurata la calamità del nefasto proposito di abolire definitivamente quest'ultimo vessillo della tradizione teramana. Nel rispetto dei cittadini che però debbono fare la loro parte, attivandosi subito nelle loro Associazioni di Quartiere, e della nostra storia.

(Si ringraziano Pacot Video e "chieseteramane.it")

29/03/2008





        
  



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