Improvvisa deflagrazione di gas da una palazzina in Montorio al Vomano. Muore una donna di 53 anni.
Montorio al Vomano | La tragedia si è consumata nel cuore della cittadella medievale. La donna viveva da sola. Salvo per miracolo un operaio albanese al piano superiore. Le norme di sicurezza per il Gpl: fondamentale è lobbligo imposto dalla legge 6.12.1971, n. 1083.
di Nicola Facciolini
Montorio al Vomano (Teramo)
Una donna di 53 anni, D.D.L., è deceduta questa mattina a Montorio al Vomano (in provincia di Teramo), a causa di un'esplosione provocata forse da una fuga di gas all'interno di un appartamento in una palazzina a tre piani ubicata nel centro storico. Un gran boato alle 6:45 del mattino di martedì 1° Aprile 2008, ha improvvisamente destato dal sonno i cittadini montoriesi.
La povera vittima è deceduta, forse per asfissia, prima dell'arrivo dei soccorsi del 118, dei carabinieri e dei vigili del fuoco, immediatamente chiamati dai vicini di casa ai quali sembrava fosse crollato il mondo.
Secondo la ricostruzione fornita dalle Fiamme d'Oro la donna, che viveva da sola e lavorava in un tomaificio della zona, pare abbia acceso un fornello di buon mattino senza però accorgersi di una probabile perdita dalla bombola. Il gas avrebbe saturato la casa: la scintilla elettrica o il fiammifero avrebbero poi causato l'esplosione che ha fatto crollare i tramezzi all'interno dell'appartamento, scatenando un incendio.
Una tragedia che bisognerà cercare di analizzare nei minimi dettagli come stanno facendo gli inquirenti. La donna potrebbe essere deceduta a causa dell'esplosione, delle fiamme, per asfissia e comunque in conseguenza di un forte trauma. Ad accertarlo potrebbe essere la ricognizione cadaverica al reparto di medicina legale dell'Ospedale "Mazzini" di Teramo. La palazzina è stata dichiarata inagibile dai Vigili del Fuoco che hanno provveduto ad evacuare le famiglie che ci vivono.
Sul posto si sono subito mobilitate squadre di vigili del Fuoco, personale del 118 e carabinieri. Bisognerà cercare di capire le condizioni della bombola di gpl per uso domestico che come sappiamo vengono ricaricate una volta scariche ma anche collaudate per evitare perdite nell'ambiente. La povera donna, al momento di alzarsi per recarsi al lavoro, avrebbe acceso una fiamma libera che ha innescato l'esplosione in un ambiente saturo di gas. Secondo quanto ricostruito dagli esperti dei vigili del fuoco e dell'ufficio tecnico del Comune di Montorio, la fuga di gas si sarebbe originata dalla bombola, allacciata proprio la sera precedente alla rete della cucina. Pare che i tubi fossero omologati e in scadenza al 2010.
Quindi, a provocare la fuga di gas potrebbe essere stato un aggancio del tubo alla bombola o qualche difetto nell'allaccio alla rete domestica. L'esplosione ha svegliato l'intera via del Forte dove la donna abitava al primo piano di una palazzina a tre livelli, ha provocato l'incendio nell'appartamento, sventrando le pareti dei quattro vani di cui è composta la casa. D.D.L. viveva da sola ma al piano superiore, secondo racconto fornito dai vicini di casa, vivrebbe un operaio albanese che qualche secondo prima dell'esplosione era uscito di casa, riuscendo miracolosamente a salvarsi dalla potente deflagrazione.
La donna era separata, con un figlio impiegato nell'Esercito a Roma e lavorava come operaia in un tomaificio di Montorio. I vigili del fuoco intervenuti sul posto, nel dichiarare inagibile tutto lo stabile, hanno fatto evacuare un'altra famiglia oltre all'albanese, per pericolo di crolli. Il gpl è un gas più pesante dell'aria, dunque si accumula al suolo per saturare, via via, tutti gli ambienti. Non a caso nei sistemi di sicurezza domestici è prevista una doppia via di fuga dei gas. La fretta che accompagna sempre più ogni nostro gesto, può essere fatale.
I pericoli legati all'uso domestico del gas metano sono fondamentalmente due: l'asfissia e le esplosioni. Il pericolo d'asfissia è legato ai prodotti nocivi della combustione, primo fra tutti l'ossido di carbonio, gas molto letale. Per bruciare, infatti, il metano consuma l'ossigeno dell'aria, restituendo come residuo anche l'ossido di carbonio: se l'ambiente è piccolo e non aerato, ben presto l'aria viziata lo trasformerà in una camera di morte. Il pericolo delle esplosioni è invece legato alle eventuali perdite dell'impianto o dei suoi componenti. In caso di perdite, infatti, il gas che fuoriesce si mescola all'aria del locale.
Oltre un certo limite, esso forma con l'aria una miscela esplosiva, che alla presenza di un innesco (scintilla, fiamma libera) deflagra, con tutte le gravi conseguenze che ci sono tristemente note dalle pagine dei giornali. E' dunque nelle sue manifestazioni indirette (sottrazione d'ossigeno dall'aria, prodotti di scarico della combustione, perdite dell'impianto con saturazione dell'ambiente) che il gas metano può risultare pericoloso. Tutte le apparecchiature installate nelle abitazioni sono dotate di misure di sicurezza: è opportuno attenersi strettamente alle indicazioni delle aziende produttrici e non modificare né escludere il funzionamento dei dispositivi di sicurezza.
Un dispositivo di fondamentale importanza è quello che permette di intercettare il flusso del gas in arrivo per interromperne la fuoriuscita se la fiamma per qualsiasi motivo dovesse spegnersi. S'impedisce così che il gas, non bruciando più, invada il locale, saturandolo. A monte d'ogni apparecchio d'utilizzazione e d'ogni tubo flessibile di collegamento deve trovarsi un rubinetto d'intercettazione, che permetta di isolare l'impianto dalla rete di distribuzione.
L'accesso al rubinetto deve essere agevole, per consentirne la manovrabilità e la manutenzione; inoltre deve essere possibile rilevare senza equivoci le posizioni d'aperto e chiuso. Fondamentale per la sicurezza è l'obbligo imposto dalla legge 06.12.1971, n. 1083: il gas deve avere, se non lo possiede naturalmente, un odore pungente, caratteristico, che permetta di rilevarne la presenza (perdita) prima che si creino condizioni di pericolo. Questa disposizione vale sia per il gas distribuito mediante tubazioni, sia per quello venduto in bombole (Gpl). L'acquisto di un apparecchio a gas è un momento importante, in cui ogni utente può dare un valido contributo alla sicurezza.
Per farsi costruire impianti di tubazioni, o anche solo installare un apparecchio, la soluzione più sicura è rivolgersi ad impiantisti e installatori qualificati, che possono essere segnalati dalle aziende distributrici di gas. E' questo il modo migliore per garantire che siano osservate le norme UNI - CIG e le circolari dei Vigili del Fuoco relative agli impianti.
La povera vittima è deceduta, forse per asfissia, prima dell'arrivo dei soccorsi del 118, dei carabinieri e dei vigili del fuoco, immediatamente chiamati dai vicini di casa ai quali sembrava fosse crollato il mondo.
Secondo la ricostruzione fornita dalle Fiamme d'Oro la donna, che viveva da sola e lavorava in un tomaificio della zona, pare abbia acceso un fornello di buon mattino senza però accorgersi di una probabile perdita dalla bombola. Il gas avrebbe saturato la casa: la scintilla elettrica o il fiammifero avrebbero poi causato l'esplosione che ha fatto crollare i tramezzi all'interno dell'appartamento, scatenando un incendio.
Una tragedia che bisognerà cercare di analizzare nei minimi dettagli come stanno facendo gli inquirenti. La donna potrebbe essere deceduta a causa dell'esplosione, delle fiamme, per asfissia e comunque in conseguenza di un forte trauma. Ad accertarlo potrebbe essere la ricognizione cadaverica al reparto di medicina legale dell'Ospedale "Mazzini" di Teramo. La palazzina è stata dichiarata inagibile dai Vigili del Fuoco che hanno provveduto ad evacuare le famiglie che ci vivono.
Sul posto si sono subito mobilitate squadre di vigili del Fuoco, personale del 118 e carabinieri. Bisognerà cercare di capire le condizioni della bombola di gpl per uso domestico che come sappiamo vengono ricaricate una volta scariche ma anche collaudate per evitare perdite nell'ambiente. La povera donna, al momento di alzarsi per recarsi al lavoro, avrebbe acceso una fiamma libera che ha innescato l'esplosione in un ambiente saturo di gas. Secondo quanto ricostruito dagli esperti dei vigili del fuoco e dell'ufficio tecnico del Comune di Montorio, la fuga di gas si sarebbe originata dalla bombola, allacciata proprio la sera precedente alla rete della cucina. Pare che i tubi fossero omologati e in scadenza al 2010.
Quindi, a provocare la fuga di gas potrebbe essere stato un aggancio del tubo alla bombola o qualche difetto nell'allaccio alla rete domestica. L'esplosione ha svegliato l'intera via del Forte dove la donna abitava al primo piano di una palazzina a tre livelli, ha provocato l'incendio nell'appartamento, sventrando le pareti dei quattro vani di cui è composta la casa. D.D.L. viveva da sola ma al piano superiore, secondo racconto fornito dai vicini di casa, vivrebbe un operaio albanese che qualche secondo prima dell'esplosione era uscito di casa, riuscendo miracolosamente a salvarsi dalla potente deflagrazione.
La donna era separata, con un figlio impiegato nell'Esercito a Roma e lavorava come operaia in un tomaificio di Montorio. I vigili del fuoco intervenuti sul posto, nel dichiarare inagibile tutto lo stabile, hanno fatto evacuare un'altra famiglia oltre all'albanese, per pericolo di crolli. Il gpl è un gas più pesante dell'aria, dunque si accumula al suolo per saturare, via via, tutti gli ambienti. Non a caso nei sistemi di sicurezza domestici è prevista una doppia via di fuga dei gas. La fretta che accompagna sempre più ogni nostro gesto, può essere fatale.
I pericoli legati all'uso domestico del gas metano sono fondamentalmente due: l'asfissia e le esplosioni. Il pericolo d'asfissia è legato ai prodotti nocivi della combustione, primo fra tutti l'ossido di carbonio, gas molto letale. Per bruciare, infatti, il metano consuma l'ossigeno dell'aria, restituendo come residuo anche l'ossido di carbonio: se l'ambiente è piccolo e non aerato, ben presto l'aria viziata lo trasformerà in una camera di morte. Il pericolo delle esplosioni è invece legato alle eventuali perdite dell'impianto o dei suoi componenti. In caso di perdite, infatti, il gas che fuoriesce si mescola all'aria del locale.
Oltre un certo limite, esso forma con l'aria una miscela esplosiva, che alla presenza di un innesco (scintilla, fiamma libera) deflagra, con tutte le gravi conseguenze che ci sono tristemente note dalle pagine dei giornali. E' dunque nelle sue manifestazioni indirette (sottrazione d'ossigeno dall'aria, prodotti di scarico della combustione, perdite dell'impianto con saturazione dell'ambiente) che il gas metano può risultare pericoloso. Tutte le apparecchiature installate nelle abitazioni sono dotate di misure di sicurezza: è opportuno attenersi strettamente alle indicazioni delle aziende produttrici e non modificare né escludere il funzionamento dei dispositivi di sicurezza.
Un dispositivo di fondamentale importanza è quello che permette di intercettare il flusso del gas in arrivo per interromperne la fuoriuscita se la fiamma per qualsiasi motivo dovesse spegnersi. S'impedisce così che il gas, non bruciando più, invada il locale, saturandolo. A monte d'ogni apparecchio d'utilizzazione e d'ogni tubo flessibile di collegamento deve trovarsi un rubinetto d'intercettazione, che permetta di isolare l'impianto dalla rete di distribuzione.
L'accesso al rubinetto deve essere agevole, per consentirne la manovrabilità e la manutenzione; inoltre deve essere possibile rilevare senza equivoci le posizioni d'aperto e chiuso. Fondamentale per la sicurezza è l'obbligo imposto dalla legge 06.12.1971, n. 1083: il gas deve avere, se non lo possiede naturalmente, un odore pungente, caratteristico, che permetta di rilevarne la presenza (perdita) prima che si creino condizioni di pericolo. Questa disposizione vale sia per il gas distribuito mediante tubazioni, sia per quello venduto in bombole (Gpl). L'acquisto di un apparecchio a gas è un momento importante, in cui ogni utente può dare un valido contributo alla sicurezza.
Per farsi costruire impianti di tubazioni, o anche solo installare un apparecchio, la soluzione più sicura è rivolgersi ad impiantisti e installatori qualificati, che possono essere segnalati dalle aziende distributrici di gas. E' questo il modo migliore per garantire che siano osservate le norme UNI - CIG e le circolari dei Vigili del Fuoco relative agli impianti.
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01/04/2008
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