Emergenza criminalità. Forza Italia: "Occorre puntare decisamente sulla sicurezza dei cittadini".
Teramo | Prima di tutto la sicurezza dei cittadini nellinteresse nazionale, assicurano gli azzurri aprutini. Le violenze dei clandestini sono una vergogna da prevenire. Le forze messe in campo per garantire la sicurezza pubblica sono da potenziare.
di Nicola Facciolini
Ottimi i risultati conseguiti dalle Forze dell'Ordine
"Ribadiamo la nostra insoddisfazione per come viene trattato il decreto sulle espulsioni e per quello che non è stato fatto sul pacchetto sicurezza". I cittadini truentini e vibratiani sono stufi: parafrasando il pensiero del ministro uscente Amato, espresso tempo fa in materia di pubblica sicurezza, sperano nel futuro III Governo Berlusconi, come spiega una nota degli azzurri aprutini.
Le violenze contro le donne e i minori sfruttati, sono un orrore e una vergogna che avremmo preferito relegare, anche in provincia di Teramo, alla storia della criminologia. E, invece, siamo ancora costretti a parlarne nostro malgrado, registrando eventi ogni volta sempre più efferati. Le analisi psico-socio-antropologiche sulla natura dei "crimini sessuali" possono aiutare effettivamente la politica a risolvere il problema in provincia di Teramo?
Per la famosa legge di Murphy, sembra che tutto vada sempre peggio. Eppure abbiamo bisogno di norme e leggi che consentano di arginare il fenomeno delle violenze sessuali. Una vicenda, quella di Martinsicuro (Te), finita sulle cronache nazionali, che la dice lunga sulle condizioni politiche al contorno del nostro sistema della sicurezza pubblica e della giustizia, nonostante l'impegno e i successi delle forze dell'ordine. Norme di varia natura, forza e rilevanza s'intrecciano in un "turbine" spesse volte paralizzante. Basta seguire una specifica vicenda, per rendersene conto. La certezza della pena per questi soggetti violenti, come e quando si realizza?
I gravi episodi di queste ultime ore devono far riflettere. Inoltre, è giusto che gli stranieri che commettono i reati più gravi, scontino la pena nei loro Paesi d'origine e non Italia a spese dello Stato. Lo tsunami politico nazionale ha ridisegnato il quadro politico italiano. I cittadini hanno riconsegnato in modo netto la guida del Paese al Presidente Silvio Berlusconi. L'Italia, per nulla arresa alle negligenze della malapolitica degenerata in antipolitica, ha rialzato la testa. Il voto del 13 e 14 aprile 2008 ha riconsegnato una Italia orgogliosa e battagliera a un popolo che sul territorio, affidando il suo futuro alla governabilità del Centrodestra liberale, intende tornare ad essere protagonista di una rinascita totale. Per salvare il salvabile bisognerà perseguire il nostro cammino seguendo sempre e comunque il solco delle nostre tradizioni, delle nostre radici e della nostra storia. Si ricominci dai giovanissimi. Il "compromesso storico" va consegnato alla Storia.
Le redini dell'istruzione pubblica e privata, di un ‘68 che ha tentato di plasmare le menti dei cittadini attraverso il racconto distorto dei fatti, sia del presente sia del passato, siano riconsegnate al buonsenso del popolo italiano. Che votando in massa per il Popolo della Libertà, ha scelto di liberarsi da quella morsa soffocante che aveva annichilito il nostro tessuto economico e sociale. Ha scelto di reagire all'edificazione di uno Stato, quello della sinistra, che ha consegnato il nostro Paese ad una microcriminalità crescente, dove il fenomeno di un'immigrazione «subita», e non «scelta», ha contribuito ad alimentare l'aumento dei reati commessi dagli stranieri (circa il 35% del totale). Di fronte ad un contesto come quello attuale, dove crescono in modo esponenziale i movimenti migratori globali, dove l'ingresso dei Paesi dell'Est nell'Unione europea ci ha esposto a nuove problematiche, i cittadini, molti dei quali anche di sinistra, hanno espresso in modo chiaro la scelta di recuperare il principio, sacro, della salvaguardia dell'interesse nazionale.
Il Centrodestra è riuscito ad intercettare il voto nazionale delle sinistre proprio grazie all'incapacità delle sinistre di dare risposte concrete a bisogni sociali ormai troppo diffusi, come la richiesta di sicurezza. Il punto di partenza del nuovo governo Berlusconi sarà proprio questo: l'interesse nazionale viene prima di tutto. Il Popolo italiano, che due anni fa appariva spaccato a metà, diviso tra due modelli di società, ora appare molto più unito: unito dalla consapevolezza di un'identità nazionale che va difesa ad ogni costo, unito contro quella malapolitica che si fondava sull'accettazione aprioristica delle istanze individuali degli immigrati e che non riteneva di dover sanzionare come reato l'ingresso clandestino nel nostro Paese.
Le sinistre hanno sempre avuto più a cuore la necessità di garantire la sicurezza sociale agli stranieri piuttosto che ai propri cittadini: per questo hanno tentato di edificare uno Stato sociale che si facesse carico di garantire, in nome di un falso "multiculturalismo", la tutela assoluta del diritto di ingresso nel nostro Paese. I problemi che ha provocato il "solidarismo demagogico" delle sinistre sono sotto gli occhi di tutti: il nodo sicurezza è diventato uno dei problemi fondamentali da risolvere, soprattutto alla luce degli episodi atroci che, in ogni città italiana, si susseguono tutti i giorni. Eppure, malgrado i fatti siano sotto gli occhi di tutti, i dati che emergono sul problema criminalità danno un segnale allarmante sulla percentuale di reati commessi da stranieri. Spesso ci si arrovella per trovare soluzioni che privilegino i clandestini a scapito dei cittadini italiani. In nome di un dogmatico solidarismo legato al principio del "lascia fare, lascia perdere" ad ogni costo. "I Prefetti e i Questori, sono tenuti ad applicare la legge" - ricorda Forza Italia di Teramo.
Il voto di aprile ha espresso un forte desiderio di sicurezza: la strada che il Centrodestra ha scelto in passato, e che continuerà a perseguire, sarà quella di optare sempre e comunque per un'immigrazione che privilegi l'interesse nazionale. Gli immigrati si possono integrare nel tessuto socio-economico solo ove vi siano le condizioni e le certezze sociali grazie alle quali è più facile raggiungere una condivisione dei valori fondanti della società che li accoglie. E questo obiettivo richiede gradualità: la capacità di assorbimento del nostro Paese non può superare i limiti che derivano dalla necessità, per un immigrato, di avere un contratto di lavoro senza il quale, come sappiamo, è portato a delinquere. E, poi, che dire delle forze dell'ordine sotto organico? Il territorio non può essere controllato come si dovrebbe. Colpa dei tagli del governo Prodi uscente, che hanno addirittura costretto alcune volanti ad avere difficoltà perfino nei controlli di routine; di una giustizia lenta e mortificante che anche quando si trova davanti il colpevole non riesce a infliggere una pena esemplare. Senza contare l'indulto fortemente voluto dal centrosinistra con oltre 25mila delinquenti tornati in libertà.
Che qualcosa non sia andato per il verso giusto lo dimostrano anche le parole di Giuliano Amato, ministro dell'Interno dell'uscente governo Prodi, che non ha nascosto tutto il suo imbarazzo verso la vecchia maggioranza: «Ribadisco la mia insoddisfazione per come è stato trattato il decreto sulle espulsioni e per quello che non è stato fatto sul pacchetto sicurezza». Così il Paese si sente sotto assedio, schiacciato tra la mafia, la criminalità degli immigrati e le paure di essere stuprati per strada o rapinati in casa. Così ci scopriamo tutti più indifesi perché gli organici di polizia, carabinieri e finanzieri, che pure lavorano bene, sono in numero non sufficiente. Lo dicono le oltre 85 pagine dell'Indagine sulla sicurezza in Italia presentata a Montecitorio dalla commissione Affari Costituzionali presieduta da Luciano Violante. Una sorta di «vademecum» per il nuovo Parlamento che si insedia martedì 29 aprile 2008 e che dovrà sciogliere il nodo degli immigrati comunitari. Le forze messe in campo in provincia di Teramo per garantire la sicurezza pubblica, vanno potenziate.
"Parlano i numeri del dossier: gli uomini in servizio nella Polizia di Stato e nell'Arma dei carabinieri sono 220 mila (solo 214 mila hanno compiti operativi), mentre dovrebbero essere 232.483. Sotto organico anche gli altri tre corpi: Guardia di Finanza, Polizia penitenziaria e Forestale. Complessivamente l'organico è «sotto» di poco più di 20 mila unità. Eppure, nonostante tagli e organici ridotti all'osso, le forze dell'ordine sono molto preparate: negli ultimi cinque anni si è passati da 125.689 a 153.936 arresti, con un più 22,4%. Colpa anche dell'aumento dei reati ma questo non toglie l'ottimo lavoro svolto da polizia e carabinieri che ci mettono del loro per assicurare i criminali alla giustizia. Tribunali che purtroppo vanificano anni di indagine a causa di una lentezza dei processi estenuante. Così tra sconti di legge, benefici, ritardi, chi commette un reato torna quasi subito in libertà. Qualche spiraglio di luce, per la verità, la commissione Affari Costituzionali lo intravede. I risultati migliori nel settore della sicurezza, è scritto nel dossier, li hanno ottenuti il poliziotto di quartiere e l'istituto dei patti per la sicurezza. Ma il problema più grave rimane senza dubbio quello costituito dalla presenza della criminalità organizzata. Mafia e camorra in testa. Un malaffare che spesso ha legami con la criminalità straniera, altro problema spinoso per il Paese".
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26/04/2008
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