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Andrea De Carlo, On the Road verso le Marche

Urbino | "Mi piace lo spirito schivo ma non chiuso dei marchigiani: bisogna conoscerli per entrare in comunicazione. Lo stesso vale per i luoghi".

di Redazione

www.fotomulazzani.com

Lo scrittore Andrea De Carlo, di cui è appena uscita la quindicesima fatica letteraria, Durante (Bompiani), a vernissage e salottiere abbuffate mondane preferisce la minestra d'orzo e il buen retiro in pietra a dieci chilometri da Urbino, in aperta campagna, tra dirupi e colline. […]

Prima di trasferirsi dall'ombra della Madonnina a quella del Palazzo Ducale di Urbino, De Carlo ha inseguito la bellezza di una città come un amore sempre lontano e il suo diario di lettura ne porta la traccia:
«L'incentivo al vagabondaggio nasce dal fatto di essere nato e vissuto a Milano. L'ho detestata. Avevo un appartamento sulla Dàrsena, uno dei pochi angoli caratterizzati da un'identità estetica, ma questo non serviva a liberarmi dalla sensazione di vivere in un luogo brutto, in mezzo a canali di scorrimento del traffico. Ho gettato alle ortiche il provincialismo divorando libri, musica, cinema che mi suggerivano che dovevo andarmene».(La Stampa)

Il libro è ambientato nelle Marche, nell’urbinate, dove lei ha scelto di vivere. E sembra che anche il paesaggio sia protagonista: ne scrive con un misto di amore e senso critico. Perché ha scelto questa regione per se stesso, e anche per Pietro, il narratore di Durante?
Le Marche mi piacciono perché sono molto meno conosciute di altri posti, come la Toscana, la Liguria o anche l’Umbria. Sono anche più difficili da raggiungere, meno vicine alle rotte tradizionali. Mi capita spesso di scoprire gente che non sa dove sia Urbino, o che pensa che Pesaro sia in Romagna, o Ascoli in Abruzzo. E mi piace lo spirito schivo ma non chiuso dei marchigiani: bisogna conoscerli per entrare in comunicazione. Lo stesso vale per i luoghi, che non sono quelli “facili” e “ideali” del Chianti. Volevo rappresentare un posto più vero e faticoso, che mi corrisponde molto.(Panorama)

Il luogo è importante in questo libro, però non sono Marche luminose, rinascimentali e pure turistiche. Le Marche sono plurali.
Mi è capitato di incontrare un inglese che lasciando la costa nord-est dell’Inghilterra si è fermato nelle Marche – vicino a dove sto io – e ha scoperto che è più ventosa dell’Inghilterra e ha scoperto che ci sono degli inverni molto duri, coperti di neve. Forse parte del fascino delle Marche – di quella parte delle Marche – poi è anche quello, cioè il fatto che non è così facile viverci, però i paesaggi sono straordinari e anche la gente che c’è lì è molto particolare.(Radio 3)

03/05/2008





        
  



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