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Urbisaglia, Edipo e la Pizia

Urbisaglia | Andrea Carnevali racconta la rappresentazione di “Edipo e la Pizia a Urbisaglia” di Friedrich Durrenmantt con una splendida e brava Lucia Poli.

di Andrea Carnevali

Ci sono attori che si rifanno sempre agli stessi motivi con imperterrita ripetitività; eppure Lucia Poli ha dimostrato sul palcoscenico di Urbisaglia, lo scorso 16 luglio, che si può raccontare la tragedia classica e creare qualcosa di nuovo. Lucia Poli a luci spente e con tono forte e deciso ha portato sulla scena il testo (liberamente ispirato da un racconto) di Friedrich Durrenmantt "Edipo e la Pizia a Urbisaglia".

La sacerdotessa Pizia, nell'allestimento di Urbisaglia, appare come un personaggio moderno. Ha rispecchiato la tensione drammatica che esiste nelle relazioni tra gli uomini. La storia è più triste che mai: il funesto oracolo di Pizia è complice della tragedia che sarà compita per mano di Edipo. Lucia Poli, attrice, ha allargato il racconto narrativo con il movimento irriverente del corpo e la voce. Ha giocato sul doppio senso e sul dubbio interiore. Ma a dire la verità, la storia è andata proprio così. Lucia Poli, aperta e versatile, ha miscelato molti linguaggi.

Una sacerdotessa incredula sul futuro. A rafforzare il tema delle paure è stata anche la danza. La Pizia con la sua stessa morte rivela la scarsezza culturale degli uomini. La tragedia sta nell'incredulità della storia. L'interpretazione di Lucia Poli è stata brillante. L'attrice ha sedotto con il suo fare accattivante - pieno di humour e doppi sensi - il pubblico. Quello che più ha colpito è il doppio senso che si era instaurato tra l'attrice e la donna; la donna ed il teatro. Il teatro è per Lucia Poli la scintilla per aggredire lo spettatore, che altrimenti rimarrebbe molto silenzioso. Il gioco delle parti - tra Pizia sacerdotessa e marionetta - ha nell'allestimento della regista-attrice amplificato oltre il numero dei personaggi sulla scena, anche l'intensità espressiva. La coreografia di Lucia Poli trova un approdo nel racconto, una sferzata che altrimenti non saprebbe come sviluppare la sua dimensione recitativa.

La Pizia è una sacerdotessa sfrontata che distribuisce sentenza con scandaloso senso dell'umorismo. Non crede che la ragione umana possa incidere sulla realtà e modificarla né dall'altra parte confida nel divino aiuto degli Dei. Il suo agnosticismo ne fa un personaggio attuale: diventa un simbolo del dubbio eterno e della fantasia.

La presenza sulla scena di pochi oggetti è stata da contorno alla scenografia che ha mirato ad intensificare il monologo della povera sacerdotessa Pizia. Anche le musiche di Maura D'Alessandro, Sandro De Blasio, Juliane Reiss hanno ritmato il dialogo tra Pizia e Edipo. La coreografia di Giorgia Rossi ha aperto sulla vicenda linguaggi espressi nuovi che hanno reso la vicenda molto intrigante.

19/07/2008





        
  



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