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Centrale energetica: "Quell'impianto va fatto"

Fermo | Il consigliere Udc Massucci dice la sua sulla spinosa questione della centrale a biomasse e della sua collocazione: "Non si può dire sempre no, l'energia una necessità per tutto il Paese"

Dal consigliere comunale di Fermo dell'Udc Piero Massucci riceviamo e pubblichiamo: 

Vorrei intervenire sulla questione della centrale Sadam perché da tempo sulla stampa mi capita di leggere  "inesattezze" più o meno volute. Con il dibattito nel Consiglio Comunale Aperto del luglio 2007 sull'accordo di programma tra gli enti pubblici, la parte industriale, le forze sociali e la successiva firma in Regione di questo accordo la strada è stata tracciata.

Oggi però sulla stampa emergono posizioni contrastanti tra le forze politiche, le amministrazioni pubbliche, i sindacati e i comitati di cittadini su una questione: l'installazione di una centrale a cogenerazione sul  nostro territorio.

La politica e le amministrazioni pubbliche di ogni colore su questo non devono avere tentennamenti: gli impianti vanno fatti, in primis quelli da fonti rinnovabili incluse le biomasse vegetali. Vanno fatti non solo perché "obbligati", come leggo in qualche intervento di amministratori comunali. Vanno fatti non solo perché servono al reimpiego dei lavoratori, unica argomentazione, anche se legittimata dal ruolo, di parte sindacale.

Vanno fatti nonostante le proteste dei cittadini fomentate dal terrorismo che qualche personaggio fa, anche in buona fede, paventando ipotetici problemi di impatto sulla salute pubblica, sul territorio, sull'economia, anche scrivendo falsamente che le centrali a biomasse sono o possono diventare inceneritori di rifiuti urbani, che sono invece una cosa diversa ed hanno una loro utilità. Vanno fatti nonostante le stupide contrapposizioni politiche spesso funzionali solo a raccattare qualche voto in più alle successive tornate elettorali.

Vanno fatti sulla base dei seguenti argomenti: Abbiamo bisogno di energia elettrica; siamo dipendenti dall'estero da dove non abbiamo la garanzia di continuità della fornitura; siamo dipendenti dalle fonti fossili in via di esaurimento che stanno sconvolgendo il clima della Terra; da ultimo, per il mancato raggiungimento dell'obiettivo di riduzione dei gas serra del 6,5% rispetto alle emissioni del 1990 disposto dall'UE sulla base del Protocollo di Kyoto, già nel 2008 tutti noi cittadini, attraverso lo Stato Italiano, pagheremo quest'anno una multa di circa 1,5 miliardi di Euro; così sarà fino al 2012 e dopo sarà peggio. La soluzione non può essere allora quella di dire sempre e solo NO.

Bisogna invece dire SI, dicendolo soprattutto, ma non esclusivamente, alle fonti rinnovabili e dicendolo anche nella prospettiva di un impianto IMBY (nel mio giardino), a condizione che ci siano le garanzie che gli Enti appositi (sono molti) già danno per autorizzare una centrale, senza farsi trascinare da opinioni devianti di personaggi più o meno famosi che si spacciano da super esperti.

Anzi, la proposta da fare è quella che le società produttrici di energia elettrica riversino dei benefici economici di una certa rilevanza direttamente alla popolazione circostante in relazione alla vicinanza degli impianti.

Un'altra questione è quale fonte energetica tra le rinnovabili è da preferire, posto che, per il prossimo futuro, da sole non riusciranno a soddisfare pienamente i fabbisogni elettrici. Il dato di fatto è che l'idroelettrico ha raggiunto il massimo producibile, il fotovoltaico è ancora molto costoso e come l'eolico potrebbe, superate determinate percentuali di utilizzo, dare problemi al dispacciamento; sono comunque fonti che vanno implementate.

L'uso di oli vegetali nelle centrali elettriche fa sorgere la questione se è giusto che aree coltivabili vengano sottratte alla produzione di derrate alimentari soprattutto laddove di più è sentito il problema della fame; inoltre, per quanto riguarda quelle importate, nel bilancio ambientale deve essere considerato il trasporto, di per sé molto impattante ed il fatto che la CO2 emessa in un luogo viene riassorbita in tutt'altra parte del mondo.

A mio parere bisognerebbe favorire l'uso dei residui agroforestali disponibili nel territorio circostante che potrebbero alimentare impianti giustamente dimensionati, i quali a quel punto non solo soddisferebbero in parte le esigenze energetiche, ma favorirebbero la creazione di un circolo virtuoso di sviluppo economico e sociale.

05/08/2008





        
  



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