Sulla scuola rispondo a Prometeo
San Benedetto del Tronto | La riforma scolastica che propongo è molto più radicale e punta sulla professionalità dei docenti.
di Giuditta Castelli
Propongo in questa pagina, un dialogo aperto, fra due parlanti: me e Prometeo. Premetto che non amo molto colloquiare con chi non conosco quando questo invoca la libertà di esprimere il proprio pensiero ma utilizza uno pseudonimo. Per carità, scelta liberissima, ma mi dà la sensazioni di parlare ad una entità più che a una persona fisica, e ciò mi crea disagio.
Da giorni (vedasi gli articoli correlati), Prometeo mi tira in ballo poiché, dice: "Mi è sembrato giusto offrire una visione opposta a quella pubblicata da alcuni giorni a firma di Giuditta Castelli, decisamente critica su quello che l'attuale governo sta proponendo in materia e che proprio ieri ha ottenuto l'approvazione diventando Legge". Desidero chiarire che nell'indicato articolo la sottoscritta era soltanto "cronista" di un evento pubblico. L'idea espressa nell'articolo ha una paternità certa ed è quella del prof. Emilio Vita, dirigente scolastico, pedagogista, nonché uno dei padri della scuola elementare "nuova" che si è andata delineando in questi ultimi trent'anni.
Per capirci, la scuola del "modulo" (più insegnanti), la scuola della "programmazione", la scuola del "tempo pieno", la scuola dell'"aggiornamento", la scuola dei Nuovi Programmi, ecc... Quella scuola , insomma, che la Gelmini ha inteso modificare con decreto. Liberissimo il prof. Emilio Vita di esprimere il proprio pensiero, essendo, peraltro, egli una fonte autorevole che potrebbe darci molte risposte ai nostri interrogativi. Ad esempio, voto (del decreto Gelmini) o giudizio? Cosa si intende per "tempo pieno" nello spirito della legge e nella prassi? ecc. Non credo che nell'intenzione del prof. Emilio Vita ci sia stato l'intento, neppure sotteso, di strumentalizzare qualcuno. Cosa "ce zecca" (direbbe il buon Di Pietro) l' "Altra idea di scuola" sulla quale vogliamo dibattere con la "strumentalizzazione mediatica", "partitica", ecc... a cui, lei, Prometeo, vuol fare riferimento?.
La strumentalizzazione è un fenomeno negativo che investe anche noi giornalisti, più di quello che si crede. E' interessante invece porter discutere, con tutta libertà, senza strumentalizzazione alcuna, sulla nostra idea di scuola, confrontarla, dibatterne e, poi chissà, forse alla fine potremmo convergere su alcuni punti qualificanti. La mia idea di Scuola ( e non mi riferisco solo alla scuola elementare) propugna una riforma molto radicale, punta direttamente al problema "la professionalità docente".
Una riforma della scuola che non sia finalizzata solo al "leggere e al far di conto", deve essere riformata dal suo nucleo: deve offrire competenza disciplinare certe ma anche, padronanza degli strumenti metodologici d'insegnamento. Deve contare sulla formazione psicologica, pedagogica e metodologica dei docenti, sul loro continuo aggiornamento. Altrimenti con quali strumenti questi possono affrontare le problematiche relative al "disagio scolastico?". Pensiamo alla difficoltà d'apprendimento della matematica e delle lingue straniere da parte dei nostri studenti del biennio delle superiori.
Chi è disposto a riconoscere che il problema reale risiede nell'inadeguatezza metodologica che non tiene conto dello "sviluppo cognitivo" del ragazzo in quella delicata fase che segna il passaggio fra la pre-adolescenza e l'adolescenza? Basterebbe possedere le più elementari conoscenze di "psicologia dell'età evolutiva" per accorgersi che il problema è metodologico e non nelle capacità degli studenti. Uno dei motivi per i quali la scuola elementare è "migliore" degli altri gradi di scuola è perché i docenti hanno "obbligatoriamente" alla base della loro formazione discipline quali: psicologia, pedagogia, sociologia, metodologia.
La mia idea di scuola vuole, inoltre, "docenti" motivati, psicologicamente adeguati, fieramente orgogliosi della propria professione, che mai e poi mai, ha perduto il "carisma" della missione: quella di aiutare ad essere uomini e cittadini. Docenti modelli da imitare, fonti autorevoli di scienza e di umanità, forze galvanizzanti, giovani dentro, pieni di voglia di vivere e di agire. Il progetto educativo e formativo della mia "Idea di scuola" è molto più allargato in quanto punta sulla crescita "integrale" della personalità del ragazzo affinchè egli sia un uomo libero e un buon cittadino.
Un individuo capace di pensare con la propria testa e di prendersi tutte le sue responsabilità verso se stesso e verso gli altri. Un individuo sociale, un essere pensante, un non "frustrato", in grado di percorrere con coraggio tutte le possibilità che la vita gli pone dinanzi per realizzare anche il suo talento, le sue predisposizioni e potenziare le proprie capacità. Un essere pensante, qualunque sia la sua condizione economica e sociale, e non solo un esecutore di ordini, bravo soltanto a far muovere una macchina o a utilizzare le tecnologie più avanzate. Un uomo, appunto, e non una semplice robot che ubbidisce agli ordini del capo.
Allora Prometeo le chiedo, se è questa è la mia idea di scuola, la scuola italiana di ieri l'ha rispecchiava? La "riforma" Gelmini la persegue? La scuola elementare avanti decreto a che punto del cammino pedagogico e sociale era arrivata? Ecco, ora conosce la mia idea.
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02/11/2008
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