Intervista al direttore generale di Banca Marche Massimo Bianconi.
Teramo | Come affrontare lattuale quadro congiunturale per superare la crisi economico-finanziaria internazionale che produrrà effetti sulleconomia reale del Bel Paese a partire dal 2009? Abbiamo intervistato il direttore generale di Banca Marche.
di Nicola Facciolini
Direttore Generale Banca Marche
Dott. Bianconi, quali sono i punti di forza di Banca Marche sul territorio marchigiano e abruzzese, al servizio delle famiglie e delle imprese?
"Banca Marche ha una presenza capillare nella propria regione, con filiali di diversa dimensione e specializzazione presenti in circa 140 Comuni, all'interno di tutte le aree distrettuali. Si può dire che la nostra Banca cresciuta insieme alla regione, è parte integrante del territorio e del suo modello di sviluppo, e ha maturato nel suo stile di lavoro una vicinanza reale alla propria clientela che le consente di tenersi sempre aggiornata sull'evoluzione dei bisogni delle famiglie e delle imprese. Crediamo che questo sia un punto di forza significativo, soprattutto nelle regioni del centro Italia, in cui la Banca da alcuni anni ha iniziato a espandersi, e in particolare in una regione come l'Abruzzo, caratterizzata da molte somiglianze con la nostra regione, con una presenza dinamica di piccole imprese e un tessuto produttivo che si organizza in poli distrettuali".
Qual è il ruolo della Banca sul territorio di Teramo, per lo sviluppo degli investimenti, del risparmio e il sostegno alle piccole e medie imprese? Quali sono le prospettive di radicamento e sviluppo di Banca Marche in Abruzzo?
"La Banca si è inserita in Abruzzo nelle aree distrettuali più dinamiche, quelle che possono svolgere un ruolo di traino e di stimolo dell'intera economia regionale. Attualmente la Banca è presente con dodici filiali nei principali centri, Teramo, Alba Adriatica, Giulianova, Roseto, Montesilvano, Pescara con tre filiali, Spoltore, Chieti, Ortona e Lanciano. Si tratta di una presenza già sufficiente per operare con un'ottica di sistema, come la Banca è abituata, con l'attenzione rivolta insieme ai bisogni dei singoli dei clienti e alle esigenze di medio periodo di tutto il territorio. Sotto questo profilo è importante la collaborazione con il governo regionale, gli enti locali, le associazioni di categoria e in particolare con il sistema dei Confidi: in questo momento sono 15 le convenzioni attivate nella regione, di cui 9 nella provincia di Teramo. Voglio qui ricordare il rapporto decennale con Confindustria Abruzzo, che vede la Banca quale sponsor unico del Rapporto semestrale sull'economia Abruzzese".
La crisi economica può essere superata e vinta dal sistema delle imprese soprattutto grazie al nostro sistema bancario: Abruzzo e Marche insieme quale ruolo possono giocare per arrestare la recessione e invertire la rotta?
"Secondo un sondaggio della Banca d'Italia condotto tra settembre e ottobre su un campione di imprese regionali con almeno 20 addetti, il quadro congiunturale atteso nei prossimi 6 mesi è di stagnazione per circa la metà delle imprese intervistate e per il 2009 per appena il 22% si prevede un aumento degli investimenti. Anche l'economia abruzzese risente della difficile situazione sui mercati e le prospettive richiedono un impegno particolare da parte di tutti, in primo luogo il sistema bancario. Per quanto ci riguarda, Banca Marche affronta questa situazione con uno stato di salute buono, come testimoniano i risultati positivi del bilancio semestrale, diffusi a settembre. Più di recente, inoltre, la Banca ha varato il nuovo piano industriale di gruppo, che focalizza le linee di sviluppo e le azioni strategiche per il triennio 2009-2011".
Quali sono i tratti salienti del nuovo piano?
"Nel contesto attuale di crisi l'attenzione delle autorità finanziarie è rivolta soprattutto alla solidità del patrimonio delle Banche e al livello del Core Tier 1; nel nostro caso siamo già sopra ai livelli minimi previsti, il nuovo piano prevede però un ulteriore rafforzamento, attraverso diverse iniziative tra cui anche una politica orientata a incrementare la capitalizzazione degli utili; l'obiettivo è di aumentare nel triennio il Core Tier 1 Ratio dal 6.8% a oltre il 7.5%. Inoltre, uno dei problemi maggiori del sistema bancario in questa fase è come sostenere gli impieghi, tornando a modelli più "tradizionali" dell'attività di intermediazione e al ruolo di sostegno della raccolta diretta; nel nostro caso già i risultati della semestrale hanno evidenziato una crescita della raccolta diretta adeguata a questa esigenza; il nuovo piano prevede nel triennio la continuità di questo trend, in grado di sostenere una adeguata crescita degli impieghi. Fare un piano triennale però non significa solo fare previsioni o dotarsi di strumenti rigidi e immutabili per tre anni, al contrario significa dotarsi di una strategia e una struttura organizzativa snella e flessibile, in grado di adattarsi, correggere il tiro di fronte agli imprevisti, individuare un ventaglio ampio di iniziative adeguate e da mettere a disposizione, restando vicini ai clienti giorno per giorno e seguendo l'evoluzione delle loro esigenze".
Quali sono queste iniziative? Può farci qualche esempio di iniziative già svolte con successo e che saranno riproposte?
"Il primo esempio, più immediato, riguarda la tredicesima mensilità. Un'esigenza tipica delle imprese negli ultimi mesi di ogni anno, per far fronte ai maggiori impegni legati al pagamento sia delle imposte dirette che della tredicesima mensilità, che quest'anno le imprese affrontano con qualche preoccupazione in più. La Banca è pronta anche quest'anno a rinnovare il suo impegno e soddisfare le richieste delle imprese prevedendo prestiti chirografari di durata di 12 mesi, con l'obiettivo di raggiungere il maggior numero di aziende e con particolare attenzione al segmento small business".
Come superare le croniche difficoltà scontate dalle imprese nell'accesso al credito, dovuto non solo al differenziale del costo del denaro rispetto alle altre province d'Italia, ma anche ad un limitato utilizzo di strumenti diversificati di finanza aziendale?
"La Banca, grazie all'esperienza nella regione di origine, con una clientela diffusa, di piccole dimensioni e variegata per profilo, dimensione e settore di attività, ha strutturato e testato nel tempo un ventaglio ampio di prodotti, per citarne alcuni i pacchetti IMPIU' per gli artigiani e "Dedico" per il commercio, oppure le iniziative per l'imprenditoria femminile o per l'installazione di impianti fotovoltaici; la stessa cosa nel settore agrario, con prodotti specifici e un nucleo di specialisti in grado di seguire le particolari esigenze di questo comparto, oppure il leasing, grazie alla società Medioleasing, che fa parte del Gruppo. Questi prodotti possono essere trasferiti e, anche attraverso la collaborazione e la convenzione con le associazioni di categoria, di cui diverse già in atto, possono essere ulteriormente integrati e adattati alle esigenze specifiche della clientela regionale. La Banca inoltre gestisce, con personale specializzato, tutte le agevolazioni che lo Stato e le Regioni mettono a disposizione delle piccole e medie imprese sulla base della legislazione vigente, in particolare per le imprese artigiane e industriali la Legge 598/94 per investimenti in tecnologia, la L. 1329/65 per l'acquisto di macchinari, la L. 949/52 per investimenti nelle piccole imprese artigiane".
Attualmente si parla molto di fondi di garanzia per sostenere le imprese e del ruolo dei confidi: cosa propone Banca Marche in questo senso?
"Nella regione Abruzzo la Banca è già convenzionata con 15 confidi, con una base associativa ampia e articolata per territori e settori merceologici. Si tratta di un'esperienza positiva e già consolidata, molto preziosa in questa fase, non solo perché il sistema dei confidi rappresenta oggi uno "strumento" importante per la gestione dei fondi di garanzia che le diverse autorità stanno mettendo in campo, ma anche perché - in un'ottica non solo congiunturale- è in atto una riorganizzazione del settore dei confidi, con processi di concentrazione e la loro trasformazione in soggetti in grado di fornire garanzia mutualistica con caratteristiche riconosciute valide dalle norme di Basilea 2; tutto ciò comporterà anche nuove modalità relazionali tra banche e confidi. La nostra esperienza nel settore ci aiuta ad essere particolarmente attenti all'evoluzione in atto".
Quali sono le iniziative della Banca nel fotovoltaico?
"La Banca ha previsto un plafond di 20 milioni di euro a sostegno di tre iniziative parallele rivolte sia ai privati sia alle imprese. La prima riguarda l'acquisto e l'istallazione di impianti fotovoltaici, la seconda l'acquisto o l'istallazione di impianti finalizzati alla produzione di energia pulita diversi dal fotovoltaico e la terza interventi finalizzati al risparmio energetico. Si tratta di prestiti chirografari e fondiari di durata fino a 20 anni per la prima iniziativa e 15 anni per le altre due. A sostegno dell'iniziativa la Banca prevede anche il convenzionamento con operatori specializzati nell'installazione e realizzazione di impianti. Anche questo prodotto è già in fase di sviluppo e tutti i clienti interessati possono già rivolgersi alle nostre filiali".
Quali sono le prospettive a breve delle imprese regionali? Si tratta soltanto di aspettare tempi migliori e rinviare nuove attività?
"Il contesto è difficile e come al solito le scelte possono essere solo delle singole imprese, sulla base della situazione e delle opportunità di ciascuno. In proposito la Banca ha stipulato con la Provincia di Chieti un protocollo d'intesa per la concessione di prestito d'onore per aziende Start UP e l'erogazione di servizi gratuiti di assistenza nei primi 10 mesi di attività del neo imprenditore, mettendo a disposizione un plafond di 3 mln di euro. L'iniziativa prevede anche la collaborazione dei centri per l'impiego e di una società di consulenza. Oltre a questo, la Banca, per l'insieme dei territori in cui è presente, sta predisponendo due nuovi prodotti; il primo è destinato al nuove imprese in fase di start up aziendale, con un plafond previsto di 20 milioni di euro destinati a lavoratori autonomi, ditte individuali e società di persone; sono escluse per il momento società cooperative e società di capitali: si tratta di un prestito chirografario con durata massima 7 anni per un importo massimo di 20 mila euro per le ditte individuali e 40 mila per le società, integrabili con altre linee di credito. La seconda iniziativa è finalizzata invece a sostenere la patrimonializzazione delle imprese già esistenti, sotto la forma di finanziamenti per l'aumento della patrimonio odi prestito partecipativo, entrambi finalizzati a rafforzare l'equilibrio finanziario". (Fonte foto: Banca Marche)
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21/11/2008
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