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Nada Malanima ha presentato a Monteprandone il suo primo romanzo “Il mio cuore umano”.

Monteprandone | L’incontro con l’autrice è stato organizzato dalle associazioni “I sapori del Piceno” ed “Eugenio Massi” in collaborazione con il Comune di Monteprandone e la libreria La Bibliofila.

di Maria Teresa Rosini

La copertina del libro

La Nada scrittrice che incontriamo oggi non è molto diversa nell'aspetto dalla cantante degli esordi, la cui voce inconfondibile, unita alla giovane età e alle già notevoli doti di determinazione e presenza, ne ha fissato per molti l' immagine a quel palco di un Sanremo di molti anni fa.

Ma scorrendo il suo percorso professionale e artistico ci si accorge di come determinazione e grinta abbiano fatto sì che le sue scelte siano sempre state particolari e di valore e che seppure gli inizi avrebbero potuto lasciar credere in un ennesimo "fenomeno" da dare in pasto ad un pubblico volubile e distratto, il suo scegliere e non piegarsi ad un mercato estremamente volatile e spesso inaffidabile, ha connotato con un marchio di qualità privo di mistificazioni la sua storia.


La Nada che conosciamo oggi è un'ulteriore sorpresa: più fragile e trasparente nella scrittura e nel dialogo col pubblico che, numeroso, si è presentato all'appuntamento con lei lunedì pomeriggio nella sala consiliare del comune di Monteprandone, alla presenza del Sindaco e di Filippo Massacci che, con la passione e la capacità di coinvolgimento che gli sono abituali, ha presentato il romanzo"Il mio cuore umano".

E il suo "cuore umano" si è mostrato tutto nel concederci una parte della sua vita, forse quella fondamentale degli inizi, quella che con gli anni si impara a ripercorrere con una lucidità adulta che non toglie niente alle emozioni.

Le persone e la comunità con le quali è cresciuta sono ancora, com'è naturale, con lei, e attraverso il suo romanzo ci parlano di un tempo di ingenuità e speranze, di dolori e tempeste, di personaggi dalla normalità sorprendente, che è comune a molti di quella generazione: quegli anni 60 di una società ancora rurale che si affacciava alla modernità con sospetto, ancora saldamente legata a valori e principi che sentiva difficile abbandonare o barattare.

Una terra e un tempo che si percepiscono ancora in lei come straordinariamente amati, dopo l'abbandono non voluto in un'età in cui si è ancora troppo fragili per fronteggiarne l'angoscia.

Una bella serata, quasi tra amici, che ci ha permesso di conoscere una Nada inedita e di rielaborarne l'immagine, fissata sul palco di quel Sanremo del 69, seppure senza scorgervi alcuna contraddizione con la sua storia successiva e col presente.

10/12/2008





        
  



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