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Il padrone del centrocampo

Fermo | Quattro chiacchiere con il forte Ciccioli, trentaduenne centrocampista della Fermana. Prima dell’approdo in gialloblu, per lui in precedenza stagioni importanti con le maglie di Recanatese e Sangiustese.

di Walter Carelli

Massimo Ciccioli, 176 cm per 74 kg.

Forse nel deludente pareggio di domenica a Porto San Giorgio ha pesato anche la sua assenza. Un'influenza la scorsa settimana l'ha messo fuori causa e nel derby è potuto scendere in campo solo per l'assalto finale degli ultimi quindici minuti. Stiamo parlando dell'uomo a cui mister Prete ha affidato le chiavi del centrocampo canarino, del direttore dell'orchestra gialloblu: comanda il pressing, richiama i più giovani, arriva quasi sempre per primo al campo per l'allenamento. E' Massimo Ciccioli, classe 1976, un giocatore molto dotato tecnicamente e tatticamente. Efficace nella fase difensiva, dà il meglio di sé nella costruzione del gioco. Buono il feeling con il goal: le conclusioni dalla distanza e i calci piazzati sono le sue specialità.

Innanzitutto complimenti per il campionato che sta disputando. Immagino che a Fermo si stia trovando bene?
Benissimo, sotto tutti i punti di vista, a partire dallo spogliatoio con i compagni. Poi con il tecnico, una persona di carattere, passionale e preparata che riesce sempre a trasmettere alla squadra le sue idee. Infine la società di cui non posso che parlare bene. L'organizzazione settimanale è meticolosa, torniamo alla realtà della Promozione solo nelle partite della domenica, magari quando siamo costretti a giocare in terreni come quello di Porto San Giorgio.

Non ha la fascia al braccio, ma si sente ugualmente il leader della squadra?
No, questo gruppo ha un capitano che è Andrea Di Salvatore. E' lui il vero leader, sia per il passato calcistico sia per ciò che rappresenta per la città. E poi c'è De Reggi, che seppur più giovane di me, indossa la casacca della Fermana da diversi anni. A me piace solo aiutare in campo i miei compagni, specie i meno esperti. E' una parte del mio carattere e forse anche una peculiarità che un centrocampista centrale deve possedere.

A proposito del suo ruolo. Con l'arrivo di Maffei siete passati dal classico 4-4-2 ad un modulo che prevede il centrocampo a rombo con il trequartista. Come si trova meglio?
A dir la verità ho sempre giocato con il 4-4-2 con le due linee, uno schieramento che permette di essere più bilanciati. L'opzione di giocare con l'uomo dietro le punte è una soluzione da sfruttare, aumenta la nostra qualità e sarà il tecnico a decidere di volta in volta. Io sarò sempre a disposizione per il bene della squadra.

E' già iniziato il girone di ritorno e la Fermana si trova a sette punti dalla vetta. Si può riprendere l'Atletico Piceno?
Non lo so se li raggiungeremo, noi metteremo in campo come al solito il massimo impegno e cercheremo di vivere partita per partita senza pensare agli altri. Certo che per recuperare loro si devono fermare. Il rammarico grande è per il nostro inizio a rilento. Due soli punti nelle prime quattro giornate sono la differenza fra noi e loro. Ciò vuol dire però che stiamo lavorando bene e che possiamo guardare con fiducia al futuro.

21/01/2009





        
  



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