Oltre sedici milioni di euro per il Piceno e il Fermano, stretti nella morsa della crisi
Ascoli Piceno | Fondi che saranno messi a disposizione dalla regione Marche, con 88 milioni di euro mutuati dal FSE 2007/2013 per il biennio 2009/2010, di cui il 50% (44 milioni) per politiche passive e l'altro 50% per politiche attive. Ecco i dettagli.
Oltre sedici milioni di euro per i territori del Piceno e del Fermano, stretti nella morsa della crisi economica. Una prima significativa risposta delle istituzioni verso due realtà dove le crisi aziendali sono oramai purtroppo all'ordine del giorno, e che hanno urgente bisogno di un sostanziale sostegno per politiche atte da un lato a lenire quella che si manifesta essere sempre più un'emergenza sociale (i lavoratori licenziati o cassaintegrati e le loro famiglie bisognose di un accesso al reddito - con alcuni Comuni del Piceno, come ad esempio San Benedetto, Spinetoli e Castel di lama, che hanno già messo in campo significative azioni mitigatrici -), e dall'altro di tornare ad alimentare politiche attive di un mercato del lavoro che ha bisogno di essere ridisegnato sulla base di un percorso formativo allargato e di una riqualificazione del lavoro quanto più rispondente a nuovi canoni su cui far intersecare la ripresa economica, produttiva ed occupazionale, rispetto ad un ipotizzato nuovo sviluppo dell'area picena.
Stanziati dal Governo nazionale i primi dieci milioni di euro destinati ad ammortizzatori sociali in deroga, anticipo degli 88 stimati come fabbisogno regionale per il biennio 2009/2010 rispetto ad un programma ed un percorso condivisi per la ripartizione delle risorse a disposizione secondo gli assi d'intervento insiti nel programma del Fondo Sociale Europeo 2007/2013, i fondi che saranno messi a disposizione per il Piceno ed il Fermano sono un segnale di speranza ed una prima risposta immediata che le istituzioni, e la Provincia in primis, danno ai due territori.
Un uso intelligente di risorse pubbliche al servizio di politiche attive e passive del mercato del lavoro. Con la macchina organizzativa che è già partita, spetta ora a tutti gli attori protagonisti (istituzioni, parti sociali e datoriali, imprese) garantire che tale operazione possa essere esercitata al meglio, beneficiando di un percorso concertativo già in atto da tempo e che ha però bisogno di essere maggiormente aggiornato secondo quelle che sono e si evidenziano come priorità del mondo del lavoro locale.
Un'iniezione di fiducia e di speranza, questi oltre sedici milioni di euro stanziati, che se da un lato servono a dare una prima risposta al dramma di quanti hanno perso il lavoro, debbono servire anche e soprattutto a ricreare le condizioni ideali per il ritorno ad uno sviluppo coeso e duraturo di un territorio provinciale che ne ha tutte le potenzialità.
Perché la crisi può essere battuta con la dispiegazione di forze unidirezionali tese ad abbattere le criticità di sistema, ma anche e soprattutto con un forte senso di coesione sociale, politica ed economica.
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26/02/2009
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