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Incontro in Regione sulla Riforma del mercato vitivinicolo

Ancona | C'è stato oggi l'incontro in Regione relativo alla riforma del mercato vitivinicolo dove il vicepresidente della Giunta regionale Paolo Petrini ha proposto di cambiare approccio ai mercati, mantenendo un forte orientamento alla qualità.

incontro degli assessori regionali Petrini, Ascoli Giaccaglia con la Sadam

"Quello che riguarda il settore vitivinicolo è un passaggio importante e va
affrontato adeguatamente da tutto il sistema. Per farlo nel modo migliore, tra
l'altro, abbiamo promosso l'incontro di oggi, a cui abbiamo invitato esperti e
operatori regionali e nazionali, tra cui Giuseppe Martelli, che è il presidente del
Comitato nazionale per la tutela e valorizzazione delle denominazioni di origine e
delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, e Roberto Bruchi, che è presidente
della Commissione regionale di quel Comitato. La riforma dell'Organizzazione comune del mercato vitivinicolo ci costringe a un cambiamento di mentalità, ma occorre mantenere un orientamento forte verso la qualità". Così il vicepresidente della Giunta regionale e assessore all'Agricoltura, Paolo Petrini, durante l'incontro
tenuto oggi in Regione relativo alla riforma del mercato vitivinicolo, prevista dal
regolamento europeo 479 del 2008, in vigore dal primo agosto prossimo.

L'incontro è stato promosso per approfondire i riflessi delle novità normative sulle
denominazioni di origine e le indicazioni geografiche dei vini regionali. Hanno
preso parte all'iniziativa associazioni di categoria, operatori, docenti
universitari, rappresentanti di consorzi di tutela.

Durante l'incontro sono stati presentati dall'enologo Alberto Mazzoni per la zona
centro-nord e dall'enologo Ido Perozzi per la zona sud, le modifiche di alcuni dei
disciplinari di vino Doc e del disciplinare del vino IGT delle Marche che a breve
saranno presentati alla Regione e al Comitato nazionale vini. Dall'incontro è anche
emerso che fino al primo aprile prossimo sarà possibile presentare richieste di
modifica o nuovi riconoscimenti al Comitato nazionale presso il Ministero
dell'Agricoltura, basandosi sull'attuale normativa. Dopo questo termine, infatti,
ciò non sarà più possibile, le pratiche andranno inviate direttamente agli uffici di
Bruxelles, con un presumibile allungamento dei tempi e maggiori difficoltà.

Le nuove misure inerenti i vini di qualità comunitari entreranno in vigore il 1°
agosto 2009 e prevedranno, sostanzialmente, il transito dei nostri vini a Docg, Doc
e Igt nel sistema delle Dop e Igp nonché il passaggio del momento "decisionale"
legato al riconoscimento delle nuove denominazioni da Roma a Bruxelles, analogamente
a quanto succede oggi per i prodotti a Dop e Igp. Fatte salve, ovviamente, tutte le
Docg, Doc e Igt già riconosciute alla data del 31 luglio 2009, che verranno
automaticamente registrate nel registro europeo delle denominazioni protette, salvo
casi particolari.

La riforma Ocm vino introdurrà tra l'altro due aspetti fortemente innovativi in
grado di influenzare notevolmente il mercato dei prossimi anni. Il primo riguarda i
vini Igp (cioè gli attuali Igt), per essi rileverà la delimitazione della zona di
vinificazione. Quindi mentre oggi, ad esempio, si può produrre un vino Igt Abruzzo
raccogliendo le uve nei vigneti delle colline Teatine, ma vinificandole in una
cantina situata nelle Marche, in futuro ciò non sarà possibile. Inoltre ci sarà la
necessità, per gli stessi vini, di prevedere un organismo di certificazione che
verifichi il rispetto delle disposizioni previste dal disciplinare, con tutti gli
obblighi e i costi connessi.

L'altro aspetto riguarda la categoria degli attuali "vini da tavola", sostituita
dalla nuova categoria dei vini "generici" con indicazione di vitigno e annata,
categoria che tutta la filiera vitivinicola del nostro Paese ha osteggiato
apertamente. Ora, dal momento che è stata ormai ufficialmente inserita nella nuova
regolamentazione, sarebbero necessarie regole per garantire il consumatore sul
contenuto della bottiglia. Ciò anche per non danneggiare eccessivamente le
produzioni da vitigni tradizionali. Si rende, insomma, necessaria una seria
riflessione su come innovare il sistema giuridico che regolamenta il nostro vino nel
recepire al meglio la normativa comunitaria. In questa prospettiva va il lavoro
della Regione Marche, dei tecnici e operatori regionali, delle associazioni di
categoria e dei tecnici ministeriali.

04/02/2009





        
  



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