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"La Pfm canta De André": intervista a Franz di Cioccio

Grottammare | Grande attesa per l'unica data marchigiana della Pfm. Lo storico gruppo rock, si esibirà il 7 marzo al Teatro delle Energie di Grottammare.

di Giuseppina Pica

PFM

La Premiata Forneria Marconi nota al pubblico come Pfm, è stato come gruppo sperimentale uno dei maggiori esponenti di quel genere musicale chiamato rock progressivo di cui è diventato, uno dei più credibili portavoce non solo a livello nazionale. Improvviso il colpo di fulmine con Faber e a distanza di un anno il tour, oggi "La Pfm canta De André".

Il 1978 e il 1979 furono gli anni dello storico tour Fabrizio De André-Pfm. Oggi a distanza di trent'anni riproponete riarragiato, lo spettacolo che è considerato una pietra miliare nella storia della canzone d'autore italiana, come è nata l'idea del tour "La Pfm canta De Andrè"?
"Volevamo festeggiare il 25esimo dalla registrazione del tour e in più, nonostante le generazioni siano cambiate, c'era tantissimo pubblico soprattutto di giovani che erano diventati fan di questo disco, magari l'avevano trovato in casa o lo avevano scoperto su qualche scaffale. Un disco che era andato benissimo, senza però avere avuto un incontro ravvicinato con la musica suonata dal vivo. Rifare questo concerto, per far rivivere al pubblico l'emozione live.

Questo è stato il motivo principale. L'abbiamo ripreso e riproposto nello stesso posto, 25 anni dopo a Firenze, il concerto è andato molto bene e per un anno abbiamo continuato con le repliche, alla fine è arrivata la richiesta delle riprese del dvd. All'epoca del tour (1978) non avevamo fatto riprese filmate perché Fabrizio non voleva, era ancora un po' schivo. Questo dvd è l'anello mancante di quella bellissima esperienza. Reinterpretando la parte vocale dandogli una chiave più rock e riproponendo i nostri arrangiamenti che nel frattempo per la gente sono diventati la versione originale, la Pfm ha fatto la Pfm."

Come è stato per voi salire per la prima volta sul palco dell'Ariston?
"Bellissimo perché abbiamo sempre evitato di andare al festival come partecipanti non crediamo nelle gare ma questa occasione era perfetta perché c'era il compleanno di Fabrizio, c'era la richiesta di poterlo fare in un modo entusiasmante per il pubblico, davanti a milioni di spettatori. Noi siamo stati assolutamente felici di poter divulgare quella esperienza e farla vivere a tutti, perché poi la musica live serve a questo, serve a condividere con il tuo pubblico delle emozioni molto forti. Con il live si stabilisce un'empatia totalmente diversa."

Parliamo del Rock progressivo, ne siete l'esempio tangibile in Italia e il successo di "La Pfm canta De Andrè" ci fa forse sperare che il rock progressive funzioni ancora.
"Il rock progressivo funziona ancora perché è una musica molto ricca con degli ingredienti molto forti. Ha dentro quelle venature di jazz, di musica classica, di musica popolare, un insieme di grandi sensazioni musicali. Attraverso le mani dei musicisti, se hanno fatto bene il loro lavoro ispirativo, si riescono a mettere insieme, dei buoni componimenti musicali. In più la Pfm ha un suo particolare modo di eseguire la musica, la reinterpreta sempre. Improvvisando produciamo davanti al pubblico dei momenti d'insieme, di happening, creando così dei concerti esclusivi. Ogni concerto diventa un evento a se, perché ognuno possa ricordare il concerto come il suo concerto, questa è un po' la chiave del nostro successo sia in Italia che nel Mondo. Siamo particolari perché dentro ci lasciamo la libertà, che ci permette di essere creativi ed entusiasti da 40anni, come se ne avessimo sempre 20."

Quasi tutti i gruppi musicali degli anni in cui avete iniziato ha produrre si sono inevitabilmente sciolti, voi come siete riusciti a sopravvivere agli "anni", ai battibecchi e alle problematiche interne del gruppo?
"Noi non abbiamo battibecchi, discutiamo, "litighiamo" sempre, ma in maniera positiva, non c'è mai nulla che facciamo senza che sia fonte di discussione, perché siamo un gruppo vivo. Facciamo solo quello che ci piace e all'ordine del giorno c'è una vita veramente vissuta e non il compiacimento di essere un gruppo dove bisogna essere a tutti i costi d'accordo e d'accordo solamente per business, siamo come parenti e come tutti i parenti "litighiamo". Alla fine abbiamo una cosa, che ci lega molto che è il piacere di stare sul palco e poi siamo fortunatamente l'ossatura principale: chitarra, basso e batteria, insomma la fonte primaria della musica."

Progetti futuri dopo l'impegno del tour?
"Stiamo lavorando ad un progetto nuovo che si chiamerà "PFM in Classic". Prevede la scomposizione di alcuni brani che abbiamo provato e scelto fra quelli famosi di musica classica. Come succede per le "costruzioni Lego", smontiamo tutto e poi lo rimontiamo in un modo diverso, mettendoci dentro il nostro beckgraund; le famose improvvisazioni e incursioni della Pfm. Come abbiamo fatto a suo tempo per il "Pescatore", lo faremo anche per Verdi, Rossini, Beethoven Mozart. Ovviamente non è semplice, per utilizzare quella tipologia di musica devi essere all'altezza dell'artista che l' ha prodotta. Le contaminazioni che si vanno a creare devono essere sempre compatibili con quelle già preesistenti. E' un progetto molto ambizioso, ma i primi risultati sono per noi molto entusiasmanti. E' un progetto un po' "diesel" ma ormai siamo a buon punto e credo che per la fine dell'anno sarà pronto."

06/03/2009





        
  



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