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La "nostra" Conchiglia

San Benedetto del Tronto | L'impianto architettonico complessivo, nuovissimo, ha solo fotocopiato il "vecchio": piccola torretta centrale anni '50 e due archi simmetrici di cabine verso la spiaggia, con piazzetta centrale naturalmente riparata.

Chalet "La Conchiglia"

Mai cenerentola, ma era rimasta l'ultima. Resisteva. Sbiadita, scorticata, un po' rattoppata, silenziosa, quasi fuori del tempo. Come i nostri vecchi che con l'età affettuosamente s'incurvano, s'accorciano, s'impiccioliscono. La "nostra" invecchiava con classe, tuttavia. Senza rattristarsi.

Era successo lo stesso alla conchiglia della Palazzina Azzurra. Anni d'abbandono, poi la rinascita. Per quanto, troppo spettacolare.

Così anche la "nostra", finalmente, s'è rammodernata. Con gusto, rispetto. Senza esagerazioni. Quasi minimalista. Senza furbi rigonfiamenti. Senza stravolgimenti.

Già lo stampo della conchiglia e i caratteri del nome in rilievo sono gli stessi. Freschi.

E poi "quel" verde. "Quelle" porte di cabine, di legno a doghe verticali colorate e persianetta. "Quella" bianca pensilina a onda, leggerissima...

L'impianto architettonico complessivo, nuovissimo, ha solo fotocopiato il "vecchio": piccola torretta centrale anni '50 e due archi simmetrici di cabine verso la spiaggia, con piazzetta centrale naturalmente riparata. Adesso pavimentata, prima c'era la sabbia. Adesso c'è il ristorante, prima no. Ci si ritirava lì quando c'era vento, per giocare a tamburelli o chiacchierare. Per il sole il mitico Cadorna metteva una rudimentale tenda biancazzurra a righe di sua invenzione, legata con spaghi. Ci finiva sempre la palla, lì sopra. E sotto compariva una gigantesca bagnarola zincata.

Ci galleggiavano gassose, spume, birreperoni, aranciate, pezzi di ghiaccio del porto e cocomeri, ad agosto. Affondando il braccio, ti servivi da solo. Sedie di legno e un paio di tavoli rimediati, da cucina, uno col marmo. Era il bar. Più in là poche file d'ombrelloni di pezza (sempre di meno che negli chalet vicini). Senza frange. Colori stinti. E 4 - 5 pesantissimi mosconi col sedile dritto. Ogni anno riverniciati da Cadorna.

La Conchiglia di oggi, insomma, è diversa ma uguale. Non ti cancella i ricordi. Te li rinfresca. Ha un senso la tua microstoria.

Non come altri chalet che, montatisi la testa, adesso sembrano banche, stazioni ferroviarie, centri commerciali, distributori di benzina, night di Padania. Omologati divertimentifici. Triste show urbano di edilizia ostile.

La "nostra" Conchiglia invece è rimasta la stessa. Per fortuna. Forse l'ha aiutata il nome: tranquillo, sereno, rassicurante, familiare, romantico. Si fosse chiamata Squalo, Medusa, Scoglio, Granchio, Pirata, Orca, Aragosta.... sarebbe diventata uno schifo.

PGC

20/06/2009





        
  



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