"Circa il 30% in meno di turisti anche nella Riviera delle Palme nel mese di giugno. Questa la flessione che abbiamo registrato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno", afferma Marcello Rosati presidente del S.I.B. Sindacato Balneari Confcommercio della provincia di Ascoli Piceno. "Le avverse condizioni atmosferiche sono state la causa principale, di questo calo anche perché il maltempo si è praticamente accanito durante i week end compromettendo anche i flussi del turismo pendolare. In più (ed è il caso di dire piove sul bagnato), sicuramente, anche la negativa situazione economica ha avuto il suo peso".

"Tutto ciò - sottolinea Rosati- malgrado le tariffe siano rimaste invariate rispetto allo scorso anno mentre sono altresì diminuiti anche gli incassi riferiti agli altri servizi offerti (un trend che riscontriamo da alcuni anni), rispetto allo scorso anno che, sarà utile ricordarlo, non era stato uno dei migliori".

"Speriamo che nel corrente mese di luglio ed in quello di agosto, pioggia permettendo, si possa concretizzare un buon recupero - continua Rosati - proprio in considerazione che i turisti italiani per le vacanze preferiscono le località di mare. Noi continueremo a lavorare con entusiasmo ed ottimismo".

 "Il Governo, prosegue Rosati, fino ad ora, però, si è dimostrato insensibile nell'affrontare e risolvere problemi che rischiano di compromettere l'esistenza di circa un migliaio di imprese balneari. La mancata trasformazione in legge del Protocollo di Intesa, (sottoscritto il 25 novembre scorso tra l'attuale Ministro del Turismo, on. Michela Vittoria Brambilla, le Regioni e le Associazioni di categoria), che risolveva in maniera equilibrata la controversia sui canoni demaniali e affrontava tematiche importanti come la durata delle concessioni, la definizione dei concetti di facile/difficile rimozione e le modalità di incameramento delle strutture da parte dello Stato, tiene oggi la categoria nell'incertezza".

"Abbiamo la netta sensazione - conclude Rosati - che non ci sia coscienza della drammatica realtà in cui si trovano a vivere le imprese balneari e di quali potrebbero essere le ripercussioni sull'occupazione. Stimiamo che moltissimi addetti tra i titolari delle imprese, bagnini, baristi e camerieri potrebbero perdere il lavoro se non si interverrà urgentemente nei confronti di coloro che sono costretti a corrispondere canoni demaniali spropositati".