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La società italiana ha completamente perso il senso della bellezza

San Benedetto del Tronto | Tre articoli pubblicati da questo giornale mi hanno colpito e, per quanto diversi tra di loro, mi portano ad un unico pensiero: la società italiana ha completamente perso il senso della bellezza.

di Antonella Roncarolo

Caro direttore,
dopo qualche giorno trascorso lontana dal mio computer, ho riaperto, come faccio da qualche anno, le pagine de "ilQuotidiano.it". A parte la vittoria della Samb, le notizie non sono certo buone, ma del resto anche sui quotidiani nazionali c'è poco da sorridere ed essere ottimisti.

Tre articoli mi hanno colpito e, per quanto diversi tra di loro, penso si possano ricondurre ad un'unica linea di pensiero. Il furto dei gabbiani dalla statua di Pericle Fazzini e le splendide, come sempre, considerazioni dell'assessore Enrico Piergallini mi hanno veramente rattristato. Si tratta di un'opera molto bella dello scultore, un artista di cui dobbiamo essere fieri. Ricordo, inoltre, come giornalista il giorno in cui il sindaco presentò con gioia, in conferenza stampa, l'annuncio dell'acquisto dell'opera, e lo sforzo economico che il comune, e quindi tutti noi, fece per poter celebrare il grande artista grottammarese.

Il secondo articolo è quello di Sara Di Giuseppe sui lavori alla foce del Tesino. Con l'ironia che la caratterizza, la Di Giuseppe paragona quei lavori alla tela di Penelope. Anche io da qualche mese mi chiedo, guardando l'orrendo spettacolo dello sputo di sabbia e fango nero dal mare verso la spiaggia: "Ma i nostri posteri, cosa penseranno di noi che spendevamo soldi ed energia per mettere la spiaggia nel mare?". Qualsiasi bambino sa che un castello sulla spiaggia, anche il più bello e decorato, crolla alla prima ondata e che il mattino dopo magicamente non c'è più. Ma forse da grandi la memoria è più labile.

L'editoriale di Lucilio Santoni è piacevolissimo da leggere, la citazione poi di "Cuore di tenebra" di Conrad (uno dei miei romanzi preferiti) mi ha commosso, ma forse, Lucilio vola troppo alto e penso che la realtà sia (ohimè) di più basso livello.

I tre pezzi che ho citato mi portano ad un unico pensiero: la società italiana ha completamente perso il senso della bellezza. La bellezza che è da cercare e trovare nell'arte, nella natura, nei rapporti con gli altri. La responsabilità più grande, non ho dubbi, è nella televisione commerciale e in quella pubblica che negli anni si è solo adeguata alle reti Mediaset senza mai proporre, se non in rari casi, qualcosa di nuovo e culturalmente elevato. Questa mattina, a scuola, in una seconda classe superiore, nessuno dei ragazzi conosceva Woody Allen, e alla mia domanda quale fosse l'ultimo film che avevano visto, la maggio parte mi ha detto di non vederne mai (in televisione ci sono solo le fiction), pochi altri vanno solo a vedere i film di natale.

Danneggiare una statua tanto bella è normale nell'immaginario collettivo e non suscita indignazione, se non a pochi che hanno ancora una qualche sensibilità. In fondo tanti la criticarono, anche con parole oscene (ricordi, direttore, quella poesia scritta da un anonimo idiota?) quando fu installata alla fine del lungomare di Grottammare, nel posto amato da Fazzini.

Stesso discorso per la sabbia nera alla foce del Tesino. Le foci dei fiumi sono luoghi molto belli ed importanti per l'ecosistema. Basta solo pensare che gli uccelli migratori riconoscono il cammino da percorrere perché conservano negli anni il ricordo della forma dei fiumi. Ma a noi tutto questo non interessa: per l'interesse di pochi, (i principi del parco?) si finanziano lavori mastodontici ed inutili. Quando, dopo tonnellate di sabbia, si formerà finalmente una piccola spiaggia, ci costruiranno chalet e metteranno ombrelloni, snaturando e perdendo completamente un luogo naturale.

Oltre ad aver perso il senso del bello, i nostri concittadini hanno anche perso valori fondamentali come la tolleranza e l'apertura verso nuove culture. Sono diventati un popolo pieno di paure: paura delle malattie, paura dell'altro, paura del terrorismo. La storia è piena di leader che manipolano i timori della gente per distrarla, ingannarla e indebolirne la libertà di scelta. E il nostro leader non è da meno.

Se vuoi vendere armi alla Colombia basta esagerare la minaccia del narcotraffico, se vuoi costruire un muro che separi l'Africa dall'Italia, basta creare allarme intorno all'immigrazione illegale, se non vuoi che le persone scelgano come morire, fai sapere che dal coma profondo ci si può svegliare, se vuoi armare i cittadini e creare le ronde, crea la paura contro il diverso, il nero e l'omosessuale.

Dobbiamo diventare più scettici verso questi orribili messaggi, capire che il rovescio della paura è la conoscenza, la passione verso il bello, l'amore per la natura e per l'umanità e che non tutti coltivano gli stessi sogni.

Gli articoli a cui si fa riferimento in questo pezzo sono a disposizione dei lettori tra gli "articoli correlati"

12/10/2009





        
  



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