La Samb:"All'inferno e ritorno"
San Benedetto del Tronto | In svantaggio di due reti rimonta con D'Angelo e Cacciatore. Il presidente Spina annuncia rinforzi.
di Veleno

Sergio Spina
Samb sull’orlo di una crisi pericolosa. E’ la fine del primo tempo tra Jesina e Samb. I rossi conducono con un perentorio e inequivocabile 2-0. Due punizioni che arrivano proprio quando Chessari è intento, gioiosamente e spensieratamente, a catturare farfalle sul verde prato dello stadio del comunale iesino.
Al 5° è Rossi ad infilare la porta rossoblu direttamente su calcio piazzato, al 43° è Alessandrini , con una leggera deviazione, a correggere un punizione di Rossi e a mettere in rete.
Il baratro è lì a due passi. Buio e profondo da far rabbrividire. Palladini ha gli occhi fuori dalle orbite per il dolore, ha cercato di sedersi, ma la panchina è incandescente come un ferro fuso. La guarda quasi per dirgli addio. Poi ha un’impennata d’orgoglio da sambenedettese puro sangue che si trova nel bel mezzo di uno “sciò”. La mitica tromba marina immortalata da tanti poeti nostrani. Soffoca la paura e trova la lucidità per affrontare nel modo migliore la bufera. Al 49° fa un cambio alla :” o la và o la spacca”. Fuori il terzino Ogliari e dentro la punta Gentili. Si passa ad un 3-4-3.
E’ la scossa che ci voleva. Insomma Palladini suona la carica da settimo cavalleggeri. I visi… pallidini caricano i musi (musi o maglie non fa differenza) rossi jesini.
Al 57° i rossoblu fanno la prima breccia nel muro dei leocelli. Menichini sfonda sulla destra, serve D’Angelo che penetra in area e insacca. 2-1 e la partita si riapre.
La Samb galoppa ma il 3-4-3 non è proprio il meglio per il trio Mengo-Pulcini-Nicolosi abituati nel lusso di una solida copertura di centrocampo. Tra uno sbandamento della difesa rossoblu (veramente più di uno) e una folata offensiva del nostro tridente, lo iesino Petiti alza il livello della “cattiveria”, falcia Pulcini e si fa espellere.
La Jesina in dieci va in affanno e all’81° D’Angelo (oggi c’è lui a fare da salvatore della patria, per fortuna) va sul fondo e pennella una palla per Cacciatori che di piatto insacca. 2-2 e siamo salvi. Palladini può sedersi di nuovo sulla panchina senza bruciarsi il fondo schiena.
La Samb comunque insiste per agguantare una vittoria insperata, però ha speso troppo per la rimonta e le idee sono annebbiate. La forza da solo non basta, non a caso i padroni di casa si chiamano anche leoncelli.
Giungono notizie del pareggio dell’Urbania, della Fermana e della sconfitta del piano San Lazzaro.
Tiriamo un sospirone di sollievo. E’ il caso di rispolverare il vecchio detto: “ E’ bene quel che finisce bene”.
Nel dopo partita il presidente Spina annuncia rinforzi per colmane le lacune di alcuni reparti. Mano male!
Al 5° è Rossi ad infilare la porta rossoblu direttamente su calcio piazzato, al 43° è Alessandrini , con una leggera deviazione, a correggere un punizione di Rossi e a mettere in rete.
Il baratro è lì a due passi. Buio e profondo da far rabbrividire. Palladini ha gli occhi fuori dalle orbite per il dolore, ha cercato di sedersi, ma la panchina è incandescente come un ferro fuso. La guarda quasi per dirgli addio. Poi ha un’impennata d’orgoglio da sambenedettese puro sangue che si trova nel bel mezzo di uno “sciò”. La mitica tromba marina immortalata da tanti poeti nostrani. Soffoca la paura e trova la lucidità per affrontare nel modo migliore la bufera. Al 49° fa un cambio alla :” o la và o la spacca”. Fuori il terzino Ogliari e dentro la punta Gentili. Si passa ad un 3-4-3.
E’ la scossa che ci voleva. Insomma Palladini suona la carica da settimo cavalleggeri. I visi… pallidini caricano i musi (musi o maglie non fa differenza) rossi jesini.
Al 57° i rossoblu fanno la prima breccia nel muro dei leocelli. Menichini sfonda sulla destra, serve D’Angelo che penetra in area e insacca. 2-1 e la partita si riapre.
La Samb galoppa ma il 3-4-3 non è proprio il meglio per il trio Mengo-Pulcini-Nicolosi abituati nel lusso di una solida copertura di centrocampo. Tra uno sbandamento della difesa rossoblu (veramente più di uno) e una folata offensiva del nostro tridente, lo iesino Petiti alza il livello della “cattiveria”, falcia Pulcini e si fa espellere.
La Jesina in dieci va in affanno e all’81° D’Angelo (oggi c’è lui a fare da salvatore della patria, per fortuna) va sul fondo e pennella una palla per Cacciatori che di piatto insacca. 2-2 e siamo salvi. Palladini può sedersi di nuovo sulla panchina senza bruciarsi il fondo schiena.
La Samb comunque insiste per agguantare una vittoria insperata, però ha speso troppo per la rimonta e le idee sono annebbiate. La forza da solo non basta, non a caso i padroni di casa si chiamano anche leoncelli.
Giungono notizie del pareggio dell’Urbania, della Fermana e della sconfitta del piano San Lazzaro.
Tiriamo un sospirone di sollievo. E’ il caso di rispolverare il vecchio detto: “ E’ bene quel che finisce bene”.
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