Integrazione: Come interpretarla?
San Benedetto del Tronto | Un analisi abbastanza spietata del Professor Renato Novelli dopo i fatti calabresi di questi giorni.
di Renato Novelli

Renato Novelli(qui con Giuseppe Romani)
Questa mattina mi ha svegliato una notizia importante. In Calabria c'è stata una rivolta materiale contro la criminalità organizzata. A farla esplodere non sono stati cittadini calabresi aborigeni, ma cittadini provvisori "sans papier", raccoglitori di arance, un prodotto, vanto dell'Italia giardino d'Europa.
Guerriglia urbana e preoccupazione accigliata sull'emigrazione, della giornalista de Il Foglio, lettrice dei quotidiani a Rai 3 radio, rubrica Prima Pagina, in onda prima dell'alba. Nessuna riflessione né da lei né dagli ascoltatori che telefonano, sul fatto che per ribellarsi alla malavita si finisce a fare guerriglia urbana.
Il che testimonia che le cosche della mala agli occhi degli immigrati raccoglitori e di fatto sono una delle istituzioni del nostro paese. Per di più economica: datori di lavoro. Un buon quarto del territorio nazionale è, ancora di fatto, fuori dal controllo dello Stato. Chi appartiene al gruppo della paura dell'immigrazione, come la giornalista, pensa che gli immigrati vadano fermati alle frontiere o controllati strettamente.
In duecento anni di spostamenti migratori della società industriale, non c'è mai riuscito nessun governo. Il sistema produttivo italiano, ai presenti ritmi demografici, avrà bisogno di 15 milioni di emigrati, per non perdere la competitività presente. Oppure le donne italiane dovrebbero fare tre figli a testa. Il resto è chiacchiera.
Dice il gruppo della paura che gli immigrati ci mettono tra i venti e i trenta anni per integrarsi (chi avrà fatto questi conti?) e dunque la loro presenza non farà in tempo a salvare alcunché. Ma per il sistema produttivo la cosa è irrilevante, come dimostra il neo schiavismo delle aziende della mala. Anche i raccoglitori di pomodori in Puglia sono neo - schiavi.
Leggere il libro di Alesssandro Leogrande (Uomini e Caporali), dove figura una registrazione di telefonata nella quale il marito posticipa un impegno con la moglie di una trentina di minuti, perchè deve ammazzare un africano ribelle. Il problema non è economico, ma sociale e non è l'immigrazione ad essere colpevole, ma l'incapacità di governo del fenomeno.
Segnale di questa incapacità arriva alle 10,30 di oggi, Otto di Gennaio, Maroni, inteso come ministro dell'Interno, ha dichiarato che i fatti di Calabria (mentre scrivo ci sono ancora africani in piazza e la polizia che li fronteggia) sono il risultato dell'aver fatto entrare clandestini negli ultimi anni. Ma niente sul fatto che questi clandestini in piazza sono entrati mentre lui era già Ministro degli Interni.
Obama si è preso colpe forse non proprio sue sul fallito attentato all'aereo... ma alla nostra longitudine, sopravvivere necesse est, intelligere non est necesse. Pensare di fermare un processo di spostamento di popolazione diffuso in tutto il mondo, è una politica impraticabile(Negli Emirati ho incontrato emigrati tailandesi e malesi, a Bangkok emigrati birmani, a Kuala Lumpur badanti e tassisti indonesiani).
Ma se i teorici della paura appaiono come dei mascalzoni che attizzano il fuoco, i teorici dell'allegria mi sembrano in ore decisive come queste di oggi 8 Gennaio 2010, inadeguati a dare una risposta efficace al fenomeno. L' allegria si basa su una parola magica "integrazione" Una sociologia nazionale l'ha sostenuta con centinaia di pubblicazioni, una politica l'ha coniugata in forme diverse, per lo più a parole.
In effetti, una neo - aristocrazia di immigrati vive da cittadini, con più coerenza e senso civico di molti aborigeni nazionali. Una gran parte di famiglie immigrate lavorano e risparmiano. Ma l'integrazione produce anche strani fenomeni. Una parte dei terroristi viene reclutata, per citare un caso in Gran Bretagna, proprio tra i giovani dell'area degli integrati. Il perché non è un mistero orientale.
Proprio l'integrazione produce un senso di smarrimento(perduti nel bosco come Pollicino nella fiaba) che riporta la ragione sentimentale verso il mito della cultura di provenienza. Credo che la prospettiva più efficiente di governo del fenomeno migratorio, stia nella figura sociale dello straniero, che vive e lavora con nostalgie ben temperate perché un paese che lo usa come produttore di PIL e lo accarezza come consumatore, dovrebbe valorizzare la sua condizione di esterno all'interno di un processo di cittadinanza aperta e piena.
Basta entrare in un qualsiasi ufficio per stranieri in qualsiasi questura per rendersi conto del fatto che siamo ben lontani da un sistema di cittadinanza responsabile. Il cittadino venuto da fuori, può rendere comunicabile e fruibile a tutti la propria esperienza di vita e la propria diversità trasformandola in capitale sociale.
Strada dura ed impervia, non solo per l'irresponsabilità della paura e dell'ottimismo dell'integrazione. Ma le cose viste in fondo si fanno tristi e complicate, come scrive Thomas Mann, inpòlitico di chiara fama, nel Tonio Kroeger.
Ci sono tendenze preoccupanti nel ventre nel corpo profondo della nostra società nazionale.
Mi chiedo perché le curve degli stadi insultino Balotelli. Sarà pure indisciplinato, come dicono i sapienti trainers, ma Materazzi lo fu meno ? Sarà un pò teatrale, ma il grande Mariolino Corso della mia infanzia non lo era meno. Balotelli suscita reazioni rabbiose perché con la sua pelle nera come la pece, è cresciuto nella casa di una famiglia alquanto benestante e perbene di Brescia.
Un nero come Eto'o fa parte del jet set sportivo, ma un negretto venuto da Brescia, con atteggiamenti diffusi tra diciannovenni meno fortunati e bravi di lui, invita all'antipatia. E trasforma, per folle già di per sé non proprio razionali, un ragazzo vivace, forse riprovevole in un nemico della civiltà(presunta e loro).. Perché un nero non consacrato da un percorso internazionale, ma cresciuto nelle viscere più normali del nostro paesaggio, non può permettersi una piccola porzione di quella strafottenza che ha reso simpatico Maradona.
Quando si dice che gli insulti a Balotelli non sono razzisti, ma sono per lui com'è, si dice che siamo di fronte a razzismo allo stato puro, più brillante di quello lavorato e perciò più pericoloso. Io sono con Balotelli cuore, mente e frattaglie, perché sono interista (of corse), e perché il caso è emblematico e ne riparleremo tra qualche anno.
La crisi sta selezionando nuove povertà e opportunità di sopravvivenza come farebbe l'evoluzione biologica, secondo l'interpretazione dei neo - darwinisti di Cambridge. I giovani immigrati, in gran parte laureati, dotati di spirito di iniziativa per aver affrontato un'avventura, risultano più "adatti"(fittest, secondo Darwin) a cogliere le occasioni nella crisi, a saltare su lavori inferiori alla loro qualifica, ma portatori di chances per il futuro.
Molti miei studenti del Corso di ETT(Economia del territorio e del turismo) di Ancona considerano degradante per un laureato il lavoro di reception in un'agenzia, gli studenti stranieri ci si gettano a pesce. Non ho dubbi su chi diventerà direttore di Hotel o Tour operator tra qualche anno. In questo futuro e già da oggi, un intero ceto di stranieri guadagna e guadagnerà più di molti coetanei italiani. Allora si che il razzismo vero, quello profondo e inconfessato delle gerarchie mentali dei buoni cittadini, si trasformerà in frustrazione,odio e rancore. La cittadinanza aperta perderà lo scontro con la chiusura della mente italiana.
Altro che Balotelli. Qualsiasi cosa accada oggi a Rosarno, evviva gli italiani cittadini provvisori che hanno alzato la mano contro le cosche. La speranza di una società italiana adeguata alla domanda dei cittadini nel futuro, passa anche e soprattutto attraverso di loro.
Guerriglia urbana e preoccupazione accigliata sull'emigrazione, della giornalista de Il Foglio, lettrice dei quotidiani a Rai 3 radio, rubrica Prima Pagina, in onda prima dell'alba. Nessuna riflessione né da lei né dagli ascoltatori che telefonano, sul fatto che per ribellarsi alla malavita si finisce a fare guerriglia urbana.
Il che testimonia che le cosche della mala agli occhi degli immigrati raccoglitori e di fatto sono una delle istituzioni del nostro paese. Per di più economica: datori di lavoro. Un buon quarto del territorio nazionale è, ancora di fatto, fuori dal controllo dello Stato. Chi appartiene al gruppo della paura dell'immigrazione, come la giornalista, pensa che gli immigrati vadano fermati alle frontiere o controllati strettamente.
In duecento anni di spostamenti migratori della società industriale, non c'è mai riuscito nessun governo. Il sistema produttivo italiano, ai presenti ritmi demografici, avrà bisogno di 15 milioni di emigrati, per non perdere la competitività presente. Oppure le donne italiane dovrebbero fare tre figli a testa. Il resto è chiacchiera.
Dice il gruppo della paura che gli immigrati ci mettono tra i venti e i trenta anni per integrarsi (chi avrà fatto questi conti?) e dunque la loro presenza non farà in tempo a salvare alcunché. Ma per il sistema produttivo la cosa è irrilevante, come dimostra il neo schiavismo delle aziende della mala. Anche i raccoglitori di pomodori in Puglia sono neo - schiavi.
Leggere il libro di Alesssandro Leogrande (Uomini e Caporali), dove figura una registrazione di telefonata nella quale il marito posticipa un impegno con la moglie di una trentina di minuti, perchè deve ammazzare un africano ribelle. Il problema non è economico, ma sociale e non è l'immigrazione ad essere colpevole, ma l'incapacità di governo del fenomeno.
Segnale di questa incapacità arriva alle 10,30 di oggi, Otto di Gennaio, Maroni, inteso come ministro dell'Interno, ha dichiarato che i fatti di Calabria (mentre scrivo ci sono ancora africani in piazza e la polizia che li fronteggia) sono il risultato dell'aver fatto entrare clandestini negli ultimi anni. Ma niente sul fatto che questi clandestini in piazza sono entrati mentre lui era già Ministro degli Interni.
Obama si è preso colpe forse non proprio sue sul fallito attentato all'aereo... ma alla nostra longitudine, sopravvivere necesse est, intelligere non est necesse. Pensare di fermare un processo di spostamento di popolazione diffuso in tutto il mondo, è una politica impraticabile(Negli Emirati ho incontrato emigrati tailandesi e malesi, a Bangkok emigrati birmani, a Kuala Lumpur badanti e tassisti indonesiani).
Ma se i teorici della paura appaiono come dei mascalzoni che attizzano il fuoco, i teorici dell'allegria mi sembrano in ore decisive come queste di oggi 8 Gennaio 2010, inadeguati a dare una risposta efficace al fenomeno. L' allegria si basa su una parola magica "integrazione" Una sociologia nazionale l'ha sostenuta con centinaia di pubblicazioni, una politica l'ha coniugata in forme diverse, per lo più a parole.
In effetti, una neo - aristocrazia di immigrati vive da cittadini, con più coerenza e senso civico di molti aborigeni nazionali. Una gran parte di famiglie immigrate lavorano e risparmiano. Ma l'integrazione produce anche strani fenomeni. Una parte dei terroristi viene reclutata, per citare un caso in Gran Bretagna, proprio tra i giovani dell'area degli integrati. Il perché non è un mistero orientale.
Proprio l'integrazione produce un senso di smarrimento(perduti nel bosco come Pollicino nella fiaba) che riporta la ragione sentimentale verso il mito della cultura di provenienza. Credo che la prospettiva più efficiente di governo del fenomeno migratorio, stia nella figura sociale dello straniero, che vive e lavora con nostalgie ben temperate perché un paese che lo usa come produttore di PIL e lo accarezza come consumatore, dovrebbe valorizzare la sua condizione di esterno all'interno di un processo di cittadinanza aperta e piena.
Basta entrare in un qualsiasi ufficio per stranieri in qualsiasi questura per rendersi conto del fatto che siamo ben lontani da un sistema di cittadinanza responsabile. Il cittadino venuto da fuori, può rendere comunicabile e fruibile a tutti la propria esperienza di vita e la propria diversità trasformandola in capitale sociale.
Strada dura ed impervia, non solo per l'irresponsabilità della paura e dell'ottimismo dell'integrazione. Ma le cose viste in fondo si fanno tristi e complicate, come scrive Thomas Mann, inpòlitico di chiara fama, nel Tonio Kroeger.
Ci sono tendenze preoccupanti nel ventre nel corpo profondo della nostra società nazionale.
Mi chiedo perché le curve degli stadi insultino Balotelli. Sarà pure indisciplinato, come dicono i sapienti trainers, ma Materazzi lo fu meno ? Sarà un pò teatrale, ma il grande Mariolino Corso della mia infanzia non lo era meno. Balotelli suscita reazioni rabbiose perché con la sua pelle nera come la pece, è cresciuto nella casa di una famiglia alquanto benestante e perbene di Brescia.
Un nero come Eto'o fa parte del jet set sportivo, ma un negretto venuto da Brescia, con atteggiamenti diffusi tra diciannovenni meno fortunati e bravi di lui, invita all'antipatia. E trasforma, per folle già di per sé non proprio razionali, un ragazzo vivace, forse riprovevole in un nemico della civiltà(presunta e loro).. Perché un nero non consacrato da un percorso internazionale, ma cresciuto nelle viscere più normali del nostro paesaggio, non può permettersi una piccola porzione di quella strafottenza che ha reso simpatico Maradona.
Quando si dice che gli insulti a Balotelli non sono razzisti, ma sono per lui com'è, si dice che siamo di fronte a razzismo allo stato puro, più brillante di quello lavorato e perciò più pericoloso. Io sono con Balotelli cuore, mente e frattaglie, perché sono interista (of corse), e perché il caso è emblematico e ne riparleremo tra qualche anno.
La crisi sta selezionando nuove povertà e opportunità di sopravvivenza come farebbe l'evoluzione biologica, secondo l'interpretazione dei neo - darwinisti di Cambridge. I giovani immigrati, in gran parte laureati, dotati di spirito di iniziativa per aver affrontato un'avventura, risultano più "adatti"(fittest, secondo Darwin) a cogliere le occasioni nella crisi, a saltare su lavori inferiori alla loro qualifica, ma portatori di chances per il futuro.
Molti miei studenti del Corso di ETT(Economia del territorio e del turismo) di Ancona considerano degradante per un laureato il lavoro di reception in un'agenzia, gli studenti stranieri ci si gettano a pesce. Non ho dubbi su chi diventerà direttore di Hotel o Tour operator tra qualche anno. In questo futuro e già da oggi, un intero ceto di stranieri guadagna e guadagnerà più di molti coetanei italiani. Allora si che il razzismo vero, quello profondo e inconfessato delle gerarchie mentali dei buoni cittadini, si trasformerà in frustrazione,odio e rancore. La cittadinanza aperta perderà lo scontro con la chiusura della mente italiana.
Altro che Balotelli. Qualsiasi cosa accada oggi a Rosarno, evviva gli italiani cittadini provvisori che hanno alzato la mano contro le cosche. La speranza di una società italiana adeguata alla domanda dei cittadini nel futuro, passa anche e soprattutto attraverso di loro.
|
08/01/2010
Altri articoli di...
San Benedetto
12/10/2022
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
10/06/2020
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
27/01/2020
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
25/01/2020
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
19/01/2020
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
13/01/2020
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
10/01/2020
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
10/01/2020
Premiato il cortometraggio intitolato "Sogni di Rinascita- Sibillini nel cuore" (segue)
Premiato il cortometraggio intitolato "Sogni di Rinascita- Sibillini nel cuore" (segue)
ilq
Le strade musicali dell'Ebraismo nel compendio cinematografico di David Krakauer

David Krakauer
"The Big Picture"
Quando il giornalismo diventa ClickBaiting
Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?
Kevin Gjergji