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Il Teatro del Cerchio di Parma in scena a San Benedetto con "Il gatto con gli stivali"

San Benedetto del Tronto | Lo spettacolo di teatro per bambini è andato in scena domenica 30 gennaio per la rassegna "Che domeniche ragazzi": l'attore Mario Aroldi ci racconta il lavoro della propria compagnia

di Alfonsi Valentina

Mario Aroldi, uno degli interpreti di "Il gatto con gli stivali" del Teatro del Cerchio di Parma

Un Gatto burattinaio che tiene tra le zampe i destini di tutti i personaggi e li indirizza secondo i propri piani, un Tonto trasformato in un marchese dall'astuzia del gatto, una Principessa agitata e maniaca dell'ordine, un Orco Russo che vive in un bel palazzo rosso: sono i personaggi di "Il gatto con gli stivali" nella rilettura del Teatro del Cerchio di Parma, messa in scena domenica 30 gennaio al Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto.

Quello con il Teatro del Cerchio è stato il quarto appuntamento del calendario di "Che domeniche ragazzi", la stagione di teatro per bambini, scuole e famiglie a cura del Comune e della compagnia di Porto Sant'Elpidio Eventi Culturali che proseguirà il 13 febbraio con "Tra le nuvole" del Teatro Verde di Roma e il 27 febbraio con "Ventimila leghe sotto i mari" del Teatro Potlach di Rieti.

«Produciamo spettacoli di diversi generi ma il teatro per ragazzi rappresenta la parte più grande del nostro lavoro e ci dà molte soddisfazioni - racconta l'attore Mario Aroldi, che sul palco veste i panni di Tonto - Curiamo non solo stagioni teatrali rivolte ai più piccoli ma anche laboratori nelle scuole di Parma e provincia, studiando percorsi in collaborazione con gli insegnanti, o anche in modo autonomo, da proporre poi ai bambini e ai ragazzi».
Coinvolgere i giovanissimi in un'attività di interpretazione «è un gioco, in realtà è molto semplice: i bambini sono davvero disponibili, anche i piccoli degli asili ai quali proponiamo di animare le letture interpretando delle scenette, non vedono l'ora di mettersi in mostra, di giocare a fare gli adulti che recitano. Noi cerchiamo di proporre loro riflessioni su argomenti che non sempre vengono affrontati in famiglia e tra coetanei, dall'amicizia all'amore, dalla guerra al problema dei rifiuti, perciò il teatro diventa anche uno spazio di libertà, un modo per aprirsi».

L'amore è il tema centrale dell'ultima produzione del Teatro del Cerchio,"Jojo e Molly", che ha debuttato a Parma qualche settimana fa. I protagonisti sono «un clown e una ballerina, due figure visivamente molto diverse che tuttavia si innamorano, trovano un modo per unirsi. Non vogliamo parlare di amore ai bambini con forme espressive stereotipate o convenzionali. "Jojo e Molly" è completamente privo di dialoghi, uno spettacolo che vorremo portare anche all'estero basato esclusivamente su metafore, movimenti, azioni, danza acrobatica e grammelot. I bambini ridono delle situazioni più buffe, gli adulti ne colgono i significati tragici. Le ripetute cadute della ballerina Molly strappano le risate dei piccoli, ma lei cade perché si ostina a provare il pezzo che in passato ballava col suo compagno: lui ora non c'è più e quindi non può più prenderla al momento del salto».

Come per tutti gli spettacoli del Teatro del Cerchio, la scrittura del "Gatto con gli stivali" è stata collettiva e coordinata dal direttore artistico Mario Mascitelli; la compagnia ha voluto integrare gli elementi della fiaba alla realtà di oggi, e così «Tonto è colui che chiameremmo un disadattato, è povero, sempre solo, emarginato dai coetanei e deriso dai fratelli maggiori: non è in grado di provvedere a se stesso, ha sempre bisogno di appoggiarsi a qualcuno. La Principessa al contrario ha tutto ed è resa isterica proprio dall'eccessiva ricchezza; l'Orco funge suo malgrado da capro espiatorio, perché rappresenta il "male", ciò che non va nella società, e diventa il malcapitato che deve pagare. Il Gatto, infine, è il burattinaio, il motore della storia. Non è umano, è un animale mosso solo dalla lealtà verso il padrone, una creatura che approfitta dei propri poteri per volgere le circostanze in favore di Tonto».

La caratterizzazione dei protagonisti è sia visiva che sonora e passa attraverso un'attenta scelta dei materiali e dei colori, così «la povertà di Tonto è espressa dalla juta, mentre la Principessa è circondata da cuscini e colori vivaci (oro e azzurro); l'Orco, benché abbia il palazzo più piccolo, è contraddistinto da un rosso brillante. Lavoriamo attentamente sulla resa delle dimensioni e degli spazi, è un modo per rafforzare e rendere più concreto il senso della storia agli occhi dei bambini. Nel caso del "Gatto con gli stivali" abbiamo realizzato queste case che appaiono come piccoli teatrini, aperti, chiusi e manipolati proprio dal gatto.
Tutti i personaggi hanno un proprio tema musicale, tranne Tonto, per sottolinearne ancora una volta la condizione di povertà e privazione. Le musiche sono di Maurizio Soliani, un nostro amico che purtroppo non c'è più. Faceva un lavoro bellissimo perché non ci dava mai musiche precostituite ma componeva sulla base delle suggestioni colte assistendo alle prove e ha sempre trovato ottime soluzioni: qui abbiamo la musica giocosa e ritmata legata ai passi del gatto, molto distante dalle note isteriche della Principessa. Da un paio d'anni cerchiamo di avere sempre musiche originali per i nostri spettacoli, tutto deve nascere con noi».

31/01/2011





        
  



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