La sala consiliare piena di estimatori dell'arte che lascia il segno nella storia. In tanti rendono omaggio sabato nella sala consiliare del comune al maestro, che non può essere presente a causa della salute cagionevole dei suoi 91 anni. L'emozione di essere tornato a casa, la gratitudine a San Benedetto per questo invito espressa nella commovente performance lirica della nipote Alessandra, parla la lingua del genio e della grandezza mai resa con il giusto onore.

In una nazione che - secondo il Sindaco Gaspari - "taglia quello che considera il costo del superfluo della cultura e non si preoccupa del prezzo che pagherà per l'incultura", l'esperienza del maestro Golino è del tipo che genera l'effetto volano della ricaduta a pioggia, facendo crescere altri giovani talenti e creando lavoro, come sempre avviene quando si investe in settori strategici per lo sviluppo.

"Il figlio del nostro territorio" come lo definisce l'Assessore Sorge - a cui viene riconosciuta dall'organizzatore Ilario Persiani la particolare sensibilità che ha permesso di dare vita all'evento - porta le sue 31 acqueforti alla luce nel Libro d'Arte che illustra la famosa novella di Gogol'.

Un' interpretazione dei casi del villaggio e dei suoi protagonisti, tutti innamorati della bella da sposare che evoca la realtà ma la sospende nello spazio metafisico in cui la negatività viene sopportata con ironi. Quell'atmosfera intima di un diario pirandelliano in cui il male diventa un archetipo mentale e sentimentale, emerge con chiarezza nella sagace lettura di Floriano De Santis.

Una rivisitazione del 900 e delle sue incoerenze, che affliggono anche la vita privata del maestro, a cui mai Urbino concesse la cattedra dell'incisione, pur se assolutamente meritata, e che infine condannò all'esilio romano. Un ritorno della storia sui suoi passi ingiusti, per rendere all'introverso e geniale Nunzio Golino un vessillo della gloria che merita.