Concessioni demaniali: le proposte di Agostini
Porto San Giorgio | Il sindaco invita a lavorare da subito a bandi per il rinnovo delle concessioni che premino lesperienza acquisita nel corso degli anni
Il sindaco di Porto San Giorgio Andrea Agostini ha partecipato questa mattina all'incontro convocato ad Ancona dall'assessore regionale al turismo Serenella Moroder per discutere con i sindaci dei comuni costieri delle Marche e le associazioni di categoria la questione del rinnovo delle concessioni demaniali.
"Ritengo serva esaminare la situazione con senso di responsabilità e maturità - rimarca il primo cittadino dopo la riunione.
Le proteste degli operatori di categoria sono comprensibili, ma la politica deve trovare risposte; cavalcare i timori dei concessionari non servirà a risolvere i problemi. Accusare il Governo centrale di mancate risposte non tiene nella debita considerazione il primato dell'Unione europea, che si è espressa in modo chiaro sui rinnovi, nel senso della libera concorrenza. E' un indirizzo dal quale oggettivamente non è pensabile tornare indietro.
Dobbiamo iniziare a ragionare allora nella consapevolezza che alla scadenza delle concessioni, prorogate fino al 31 dicembre 2015, il rinnovo non sarà più automatico e servirà andare a bandi di gara pubblici. Una questione che sarà di competenza della Regione e dei singoli Comuni. Servirà quindi che le Marche siano capaci di stabilire una condotta omogenea, capace di far parlare la stessa lingua e dettare le stesse regole in tutta la costa regionale.
Inoltre, occorre che si allestiscano bandi di gara volti a premiare l'esperienza maturata negli anni dai concessionari di spiaggia che hanno già gestito strutture balneari. In secondo luogo, serve iniziare a pensare da subito alla possibilità, purtroppo concreta, che imprenditori che hanno speso le proprie risorse sulle concessioni demaniali possano avere un indennizzo per gli investimenti compiuti. Serve inoltre pensare a misure straordinarie ed ammortizzatori sociali volti a proteggere quelle imprese familiari che dovessero, tra poco meno di cinque anni, trovarsi prive della loro attività primaria. Serve che la Regione, se necessario con la compartecipazione economica dei Comuni, allestisca un fondo destinato a questo scopo"
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14/04/2011
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