Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano in questi primi mesi dell'anno le imprese del piceno non risentono eccessivamente della cosiddetta "sindrome da influenza", cioè l'aumento dei giorni di lavoro persi in malattia che fanno aumentare i costi alle imprese.

A livello nazionale, analizzando i dati che vanno dal 17 ottobre fino al 22 gennaio scorso, però, la perdita di ore lavorative a causa del picco influenzale si aggira sul costo di 123 milioni di euro (pari a oltre un milione e 600 mila giorni persi in malattia). Dati preoccupanti considerando che gli occupati italiani costretti a letto, tra imprenditori e lavoratori, devono rimanere fermi per una media di tre giorni di convalescenza a testa (escludendo il costo del week end).

"Per adesso nelle nostre zone non c'è stato un picco influenzale tale da mettere in difficoltà i lavoratori locali -ha spiegato il presidente di Federfarma Ascoli Piceno, Pasquale D'Avella - consigliamo sempre di vaccinarsi nei primi periodi di ottobre per evitare di incorrere in queste spiacevoli patologie.

Comunque sia il personale delle farmacie locali è ben preparato per rispondere ad ogni dubbio o necessità della collettività". Gli esperti continuano a consigliare alcune semplici regole di igiene quotidiana per evitare di contrarre o di diffondere il virus: lavarsi spesso le mani, coprire la bocca quando si tossisce ed evitare gli ambienti affollati soprattutto se si è in una condizione di abbassamento delle difese immunitarie.