Sempre più Università del territorio, sempre più Università del Fermano.

E’ questo l’obiettivo dell’E.U.F. che, per lunedì prossimo, alle ore 18:00, ha invitato i sindaci della quinta provincia delle Marche presso la nuova sede di Ingegneria a Fermo, in via Brunforte, 47. Un incontro che, oltre ad un doveroso confronto, mira all’elaborazione di un concreto progetto nell’interesse e per il vantaggio di tutta l’area.

Nella lettera che il Presidente dell’Ente Universitario del Fermano Saturnino Di Ruscio ha scritto ai quaranta rappresentanti delle comunità locali si ricorda il consolidamento e le “qualificate opportunità” degli studi universitari in Ingegneria e in Scienze dei Beni Culturali.

Avere corsi di laurea a distanza ravvicinata, vuol dire un indubbio risparmio economico in quanto le famiglie non debbono sostenere ingenti oneri per il mantenimento dei figli fuori sede; inoltre, lo sviluppo dell’Università nel Fermano comporta anche notevoli e indubbi vantaggi quali, ad esempio, la ricaduta culturale ed economica-produttiva locale. Non più fughe di cervelli, non più emigrazione intellettuale.

Dinanzi a tali evidenze, l’ E.U.F. prosegue con maggiore decisione lungo la strada del potenziamento. Il Consiglio di Amministrazione, decidendo di sviluppare ulteriormente l’università con la costituzione di Dipartimenti e Facoltà con sede locale, e l’allargamento dell’offerta formativa anche in ambito medico, come ha annunciato recentemente il Rettore Pacetti, ha ritenuto opportuno una verifica in primo luogo con i sindaci del territorio.

Dopo l’incontro con i primi cittadini, altri ne seguiranno, tra cui uno con gli imprenditori.

Per quanto riguarda i numeri, negli ultimi tre anni il totale dei laureati a Fermo ha raggiunto le 417 unità. 364 sono marchigiani, così distinti: 137 gli studenti provenienti dalla neo provincia fermana, 71 da quella ascolana, 89 dal Maceratese, 67 dall’Anconetano. Sedici arrivavano dal Teramano, undici dal Chietino, nove dal Pescarese. Non sono mancati giovani lombardi, toscani, pugliesi (10), molisani, della Basilicata e della Calabria.

Numeri incoraggianti. E non solo numeri!