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Biglietti introvabili per lo spettacolo di Marco Paolini in scena al Teatro delle Api

Porto Sant'Elpidio | Tutto esaurito per lo spettacolo di Marco Paolini in scena, il 19 gennaio, al Teatro delle Api. Una scelta di successo quella dell’Amministrazione che ha deciso di puntare su nomi altisonanti del panorama teatrale.

di Giacomo Petrelli

Marco Paolini


 Una stagione di prosa succosa come il miele e ricca di nomi e volti noti dello spettacolo è questo il segreto che fa registrare il tutto esaurito ad ogni appuntamento del Teatro delle Api. Dopo Lella Costa e Neri Marcorè è la volta di Marco Paolini che domani, 19 gennaio, alle ore 21,30, porterà, sul palcoscenico del Teatro delle Api, la sua ultima fatica teatrale: “Il Sergente” i cui biglietti risultano, però, ormai introvabili.

Autore di memorabili inchieste teatrali sul Vajont, su Ustica, sui morti di Marghera, Paolini presterà la sua arte di narratore a “Il Sergente”, ispirato al libro autobiografico di Mario Rigoni Stern, “Il sergente nella neve”. Il racconto, ambientato nell’inverno 1942-43, affronta uno degli episodi più drammatici della storia dell’esercito italiano: la ritirata dei soldati attraverso la taiga russa.

Nella sua performance Paolini non fa altro che restituire al pubblico le sue impressioni ed emozioni nell’ascoltare il racconto di Rigoni Stern , mischiandole a quelle vissute da lui stesso nel viaggio fatto qualche anno fa per ritrovare i luoghi, i volti, i sapori di quel pezzo di mondo vissuto e sofferto dai nostri connazionali È proprio questo il pregio dello spettacolo di Paolini: l’aver scelto di non portare in scena una realtà raccontata e dunque distante, ma di far rivivere allo spettatore i tragici momenti vissuti dal sergente Rigoni Stern e dai suoi compagni.

Uno spettacolo che lascia con il fiato sospeso dall’inizio alla fine, che fa sorridere e che sa commuovere. Come lui stesso afferma “Il Sergente non è un lavoro di denuncia ma non è nemmeno un medicamento per l’anima perché credo che il teatro non possa essere ne terapia ne antidoto. Penso alla possibilità di attingere all’esperienza, e che questo serva alla memoria, serva a prepararsi meglio ad affrontare le cose. Un teatro forse come addestramento, come istruzione”.

18/01/2007





        
  



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