E' in rete il sito della Fondazione Libero Bizzarri
San Benedetto del Tronto | Un nuovo sito e una miriade di iniziative in cantiere per la fondazione che è una incontrastata realtà nel campo del documentario.
di Andrea Castelli
un momento della presentazione
E ormai ampiamente assodato che la fondazione Libero Bizzarri sia una delle realtà culturali sambenedettesi, oltrechè nazionale, più attive e brillanti.
E stamattina (22 gennaio) è stato presentato alla stampa quello che conferma la costanza e limpegno della sua attività, ovvero il sito internet della fondazione Libero Bizzarri.
E proprio di unidea-progetto infatti che parla Paolo Menzietti, responsabile della costruzione del sito e coordinatore dei suoi contenuti, un idea probabilmente
al di sopra delle nostre forze, che chiede aiuto, ma per la quale vale la pena continuare a lavorare
.
Ed è proprio così, ci sono grandi ambizioni per questo sito che collegherà la Fondazione con lintero pianeta e permetterà a tutti di entrare in contatto con la più valida realtà documentaristica italiana.
Progetto dunque ambizioso, perché questo sito ospita una rivista on-line, Libero la rivista del documentario, che già esisteva in forma cartacea, ma sicuramente in forma multimediale non incontrerà problemi di sorta in campo di distribuzione.
Ospita anche la descrizione della Fondazione e del premio, vi si troveranno i bandi per partecipare, è presente un database di tutti i vincitori e della storia del premio (già se ne possono trovare 300, ma lobiettivo è quello di inserire oltre 3000 schede, tante quante i partecipanti durante questi 11 anni), oltre che una più che ampia galleria fotografica con ritratti i momenti più belli della storia del premio.
Dunque un patrimonio a disposizione del mondo, che trova il suo obiettivo più ambizioso nel settore dedicato ai documenti visivi.
Ovvero una zona dove è possibile assistere in tempo reale e on-line ai documentari prodotti dalla fondazione.
Per ora è possibile vedere gli 11 vincitori delle altrettante edizioni, più alcuni lavori dei più grandi documentaristi italiani, ma limpegno è quello di immettere in rete lintera cineteca del Bizzarri, e perché no, anche lavori di altre importanti cineteche italiane, per rendere un servizio completo.
Liniziativa è straordinaria e soprattutto unica.
Se ne sono accorti in molti , fra i quali Vittorio De Seta, maestro del documentario in Italia, e che appena saputo delliniziativa ha voluto che venisse inserito il suo ultimo lavoro.
Tutto questo coadiuvato da unottimo motore di ricerca interno, pratico per una ricerca semplice e specifica, senza bisogno di dover sapere tutto su un lavoro per poterlo trovare, adatto dunque a tutti.
Si puo parlare dunque di un intreccio sinergico tra Internet e Tv, che si pone di poter giungere ad eventi on-line, e ad una nuova gestione del sapere.
Idea ambiziosa e sperimentale che si propone, come sostiene anche Luigi Di Gianni,grande documentarista, la cui scuola ha segnato un punto di svolta irreversibile nel modo di fare il documentario, di aiutare lì dove ci sono limiti di sorta.
Infatti il documentario è purtroppo ancora un genere di nicchia a cui soprattutto non viene dato molto spazio neppure dalle televisioni, RAI in primis, che prediligono argomenti scientifici o di attualità.Tutto ikl resto del documentarismo potrebbe per la televisione moderna, benissimo non esistere, con il rischio che si perda la consapevolezza di una memoria che è al contrario fondamentale.
Di Gianni, nel ruolo oggi di portavoce di un assente giustificato, Gualtiero De Santi, ha anche parlato del ruolo della rivista on-line, che si propone di stimolare dibattiti, primo quello sul caso Moore, e informare su cio che succede nel mondo di quel genere.
Ha parlato anche lui della volontà di costituire un grande archivio storico del documentario, includendo magari non solo gli italiani, ma estendendo i confini anche al documentario internazionale, magari offrendo capolavori di genere di grandi maestri come Nicolas Philibert , Dziga Vertov, fino ai più giovani come ad esempio il franceseFilibert.
Ha anche annunciato linizio ufficiale di un sodalizio della Fondazione con luniversità e la stessa città di Urbino, che si concretizzerà con una rassegna della durata di sette giorni, dove verranno proiettati lavori appartenenti alla Fondazione, dato che è propri suo compito far ammirare il proprio patrimonio di circa 3000 documentari.
Presente anche il celebre reporter Claudio Speranza, sempre presente al Bizzarri, che curerà in questoccasione una sezione dedicata alle interviste.
Interviste a personaggi del mondo del cinema, come i famosi Storaro e Ferretti, maestri che hanno iniziato con il documentario per poi approdare con successo planetario ai lungometraggi.
La dott.ssa Maria Teresa Biondi, docente di antropologia culturale alluniversità di Modena e coordinatrice della giuria dei giovani del Bizzarri, ha parlato del problema sempre più frequente della carenza di docenti capaci di spiegare in maniera esaustiva il fenomeno mediatico ai ragazzi, che è necessario, poiché in maniera sempre più frequente viene usato il mezzo del film come strumento didattico.
Ma il problema è la giusta alfabetizzazione, che nelle scuole italiane manca nella quasi totalità dei casi.
Il cinema come strumento didattico è una nuova frontiera, e proprio a questo proposito la presidentessa della Fondazione, la dott.ssa Maria Pia Silla, ha ricordato che il bando del concorso per la 12° edizione, che si terrà dal 4 all8 ottobre prossimi, verrà consegnato anche nelle scuole italiane e canadesi, grazie ad un progetto di collaborazione iniziato dalla dott.ssa Biondi.
Difatti questo sarà lanno in cui si vedrà per la prima volta la partecipazione dei ragazzi delle scuole, dalle medie alluniversità, al concorso in una categoria speciale, dove si potranno consegnare lavori video, audio e eccezionalmente anche cartacei.
Infine da segnalare lintervento dellassessore provinciale alla cultura, Olimpia Gobbi, che ha lamentato il fatto che non si lavora abbastanza nelle scuole sulla grammatica ,sintassi e retorica del linguaggio multimediale, con tutti i rischi che ne derivano.
Ha ricordato anche limportanza della Fondazione nel nascente sistema culturale piceno, non mancando di rispondere ad una piccola polemica sorta durante il consiglio provinciale riguardo questargomento.
Infatti a chi laccusava di voler formare questo polo culturale per poter poi selezionare le iniziative culturali in base al colore politico, ovvero di politicizzare la cultura, lassessore ha fatto intelligentemente notare che tutte le associazioni che faranno parte attivamente di questo progetto provengono da comuni che comprendono qualunque colore politico, badando bene in ogni caso a non tenerne conto, visto che alla fine limportante è che vinca la cultura.
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22/01/2005
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