L’ultima volta che è venuto in riviera Mario Lamberti, classe 1967 lo ha fatto nel 1997per ritirare il premio al Libero Bizzarri. Oggi torna per promuovere la sua raccolta di poesie “Dopo il dolore”edito da libero di scrivere ,e lo farà al Barcode ormai noto per questa tipologia di eventi .
Lamberti ha alle spalle lungometraggi selezionati alla Mostra di Venezia (Non con un bang, 1999), cortometraggi e documentari(Una storia d’amore in 4 capitoli e mezzo) distribuiti in ventimila copie. Attualmente è regista e lavora per FOX CHANNEL.

Parliamo del libro, parliamo dell’amore. O di quello che fu. Della sua sacralità.
Della sua oscillazione tra il sacro e il sacrilego.
La fase del distacco, il panico generato, è sacrilego.
Lamberti narra ciò: il dolore nella perdita.

La mancanza lascia spazio all’asfissia; l’amore, un tempo febbre, diviene carenza;
la fusione carnale che fu, una nostalgia “tachicardica che dilania”, sconvolta dall’assenza d’aria violata da tutti gli inevitabili profumi del mondo.

La folle ricerca del regista-autore si concentra sui diversi modi di anestetizzare un dolore che appare cosmico e da tutte le sfumature che riesce ad assumere il nobile sentimento.
“A dare il titolo alle diverse sezioni è sempre una variazione dello sguardo, perché è comunque un regista che parla e un regista che vive poeticamente attraverso lo sguardo prima ancora che attraverso le parole”

Quello di Mariano Lamberti è appunto un excursus attraverso un dolore mai celato, bensì urlato nel silenzio delle sue quattro mura sommesse. Spiragli di luce non si intravedono durante il corso della lettura; bisognerà attendere l’ultima parte(che dà titolo alla raccolta)per vedere nero su bianco che una salvezza, in fondo, si può sempre scorgere.
“Il dolore s’era fatto cuscino/diurno atterraggio./Preso per mano ho parlato alla mia vita con voce che parla di sé.