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Bice Biagi con “In viaggio con mio padre” all’Auditorium di San Benedetto

San Benedetto del Tronto | Tributo di affetto e riconoscenza sabato pomeriggio all’Auditorium comunale per Bice Biagi, figlia dell’indimenticabile Enzo scomparso nel 2007

di Maria Teresa Rosini

Bice Biagi(Foto Cellini)

Tributo di affetto e riconoscenza sabato pomeriggio all'Auditorium comunale a Bice Biagi, figlia dell'indimenticabile Enzo scomparso nel 2007, presente a San Benedetto per presentare il suo libro "In viaggio con mio padre", edito da Rizzoli.

Dopo il caloroso saluto dell'assessore Sorge, il professor Gino Troli ci introduce nel senso del libro:  un viaggio, che inizia subito dopo la morte del giornalista, in giro per l'Italia dentro l'immagine che di Biagi aveva la gente, da quella più intima e privata di chi lo aveva conosciuto e aveva condiviso con lui esperienze di lavoro o di vita, a quella solo pubblica, delineata attraverso la lettura dei suoi articoli e la visione dei suoi programmi televisivi, che hanno attraversato la storia del nostro paese.

Il professor Troli mette in evidenza proprio la capacità di Biagi di parlare a tutti attraverso un linguaggio che non creava preclusioni e rendeva familiari ad un pubblico allargato argomenti anche complessi, accompagnandolo nella consapevolezza delle vicende e dei problemi del paese.

L'autrice ci racconta poi che il libro nasce per dare conto del calore e dell'affetto del tutto inaspettato che ha circondato la sua famiglia all'indomani della scomparsa del padre. In esso vuole esprimere la sua riconoscenza e quella della sua famiglia nei confronti di tutti coloro che, da ogni parte d'Italia, hanno voluto ricordare e celebrare suo padre manifestando rispetto e apprezzamento per l' integrità morale che lo ha reso figura di riferimento per molti cittadini di questa nazione.

Non a caso il tema della Resistenza, quella praticata concretamente da Enzo Biagi sulle montagne della sua terra d'origine ("i quattordici mesi più belli della mia vita"), e quella più metaforica, ma non meno importante che definisce il comportamento di Biagi e di molti suoi connazionali all'indomani dell'"editto bulgaro" e nei confronti di tutte le iniziative politiche in cui poteva ravvedersi un attentato alla libertà di pensiero e alla libera manifestazione delle idee, è il filo conduttore che attraversa tutta la vita del giornalista.

Come sua fu anche, soprattutto nell'ultimo periodo della vita, la preoccupazione che la Resistenza, quella "di tutti", quella non attraversata da steccati o confini ideologici, potesse divenire ostaggio del peggiore revisionismo, verso il quale perciò occorreva "resistere" mantenendo una "memoria" vigile e attenta: in questo senso, sosteneva Biagi, la resistenza non finisce mai, diventa l'atteggiamento quotidiano e costante di ogni cittadino consapevole.

Nelle parole di Bice Biagi scorrono poi le persone e le istituzioni che ha incontrato in questo viaggio: dalla sorella di una delle vittime della strage di Bologna, alla biblioteca di Agrate Brianza e al premio della città di Pescara intitolati al padre, dai vecchi partigiani che lo avevano conosciuto, al sacerdote di Alberobello.

Un percorso emotivo in cui ha stretto legami, ha riso e pianto, un itinerario della memoria pubblica e privata che la giornalista considera come un'ulteriore, preziosa eredità del padre e che, attraverso il libro, vuole condividere con i lettori.

26/01/2009





        
  



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Bice Biagi(Foto Cellini)
Bice Biagi(Foto Cellini)

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