Ciccanti, un appello ai Consiglieri provinciali sulla divisione della provincia
Ascoli Piceno | Il parlamentare scrive: "Chiedo ai più coraggiosi di non approvare il bilancio di previsione, quale percorso amministrativo anchesso praticabile per arrivare allo scioglimento del Consiglio provinciale".
di Redazione
L'On. Amedeo Ciccanti
L'on. Amedeo Ciccanti si rivolge con una lettera ai Consiglieri Provinciali, intervenendo in merito alla futura e concreta nascita della nuova provicnia fermana.
Ricorda che con la delibera della Giunta Provinciale, con cui si adempie al comma 1, art. 3 della Legge 147/2004, si conclude il procedimento amministrativo relativo alla costituzione della nuova Provincia di Fermo e della conseguente divisione con quella rimanente di Ascoli Piceno.
Ciccanti fa notare che è stato uno dei pochissimi senatori (6, di cui 4 UDC, su 140 voti favorevoli) a votare contro questa legge, voluta dal Governo Berlusconi e dall’opposizione di sinistra, sia alla Camera che al Senato.
Si erano infatti espressi favorevolmente 140 senatori e solo sei si erano dichiarati contrari, fra cui 4 appartenenti allo schieramento di Ciccanti (UDC).
"Sta di fatto - afferma l'Onorevole - che la Provincia di Fermo è legge della Repubblica e va rispettata. Tale circostanza è utile sottolinearla rispetto a qualche 'ritardatario' che oggi si oppone alla nuova Provincia di Fermo. Quello che dovrebbe conseguire alla decisione della Giunta sono le dimissioni di tutti i consiglieri provinciali e lo scioglimento del Consiglio provinciale della vecchia e superata provincia di Ascoli Piceno, per lasciare ad un Commissario prefettizio l’ordinaria amministrazione".
E prosegue: "Leggo sulla stampa locale del tentativo di 'correggere' l’accordo stipulato con il Commissario De Feis, mediante emendamenti al bilancio di previsione, modificando alcuni stanziamenti di bilancio che ne sterilizzi l’attuazione. Ritengo tale procedura (tentativo) illegittima; tanto da invocare la dichiarazione di 'inammissibilità' da parte del Presidente dell’Assemblea, perché il Consiglio andrebbe ad esercitare poteri (indirettamente) che la Legge (speciale) 147/2004 riserva solo alla Giunta provinciale, in deroga alla tassatività dei poteri elencati nell’art. 49 del TUEL. Anche per detta circostanza, i 'ritardatari' – rispetto ai poteri esercitati dal Presidente Rossi – devono oggi mordersi i gomiti, perché avrebbero dovuto approvare ex ante un atto di indirizzo che limitasse i poteri esercitati dallo stesso Presidente".
Ciccanti esprime anche il suo più fermo dissenso sul contenuto della trattativa e dell’Accordo con il Commissario De Feis, ma aggiunge che bisogna riconoscere con obiettività la legittimità degli atti definiti, non altrimenti modificabili se non dalla stessa Giunta provinciale. Spiega infatti che il Consiglio provinciale, sul punto, ha poteri limitati dalla Legge 147/2004, in quanto speciale e successiva al Decreto Legislativo 247 del 2000.
"Chiarito il quadro degli adempimenti relativi ad obblighi di legge - afferma Ciccanti - sia il bilancio di previsione che qualunque altro atto di amministrazione straordinaria deve essere interdetto (mediante autolimitazione) a questo Consiglio provinciale, perché riguardante decisioni che nel 2009 dovranno essere assunte da due nuovi Consigli provinciali. Sarebbe illogico e politicamente scorretto assistere, in campagna elettorale, all’azione di amministratori candidati nelle rispettive province di provenienza che rappresentano e decidono per l’altra parte della provincia".
La lettera ai Consiglieri prosegue: "Che dire poi di un Presidente che, fino all’insediamento degli organi delle due nuove province, rappresenta una provincia che non c’è? Con la divisione dei beni e del personale ci sono già sulla carta due nuove province. Si tratta di attuare le decisioni assunte. Questi adempimenti non possono essere svolti da amministratori di una provincia che non c’è più. Non solo si risparmieranno risorse finanziarie altrimenti impiegabili più proficuamente, ma si restituirebbe alla fase transitoria di passaggio alle due nuove province imparzialità e capacità operativa, senza possibilità di “sgambetti” politici finali da parte dell’una e dell’altra fazione. Qualora non abbiate la convinzione di compiere il richiesto gesto politico e morale, chiedo ai più coraggiosi di non approvare il bilancio di previsione, quale percorso amministrativo anch’esso praticabile per arrivare allo scioglimento del Consiglio provinciale".
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29/01/2009
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