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Conad Adriatico: procedura di mobilità per 87 lavoratori. I sindacati chiedono un incontro

Monsampolo del Tronto | Verso il trasferimento di una parte dell’attività aziendale a San Salvo (Ch). Pizzingrilli (Cisl): “questo era nei patti. Non invece lo smantellamento dello stabilimento di Monsampolo”

di Giovanni Desideri

Il Conad Adriatico ha aperto il 24 dicembre scorso la procedura di mobilità per 87 lavoratori dello stabilimento di Monsampolo del Tronto, dei quali 79 operai e 8 impiegati, con le modalità previste dalla legge 223/91. Il provvedimento è giunto dopo la rottura delle trattative tra proprietà, sindacati, Provincia di Ascoli e Comune di Monsampolo, all’inizio del mese di dicembre.

Dalla data del 24 ci sono in termini di legge 75 giorni di tempo per trovare un accordo alternativo alla mobilità: 45 giorni a disposizione con procedura interna all’azienda; 30 ulteriori giorni mediante intervento della direzione provinciale del lavoro. Dopo la rottura della trattativa i sindacati hanno chiesto un ulteriore incontro con la proprietà, per il quale non è ancora stata fissata una data.

Il Conad sta trasferendo l’attività di preparazione dei prodotti a marchio Conad dallo stabilimento di Monsampolo del Tronto (dove rimarrebbe l’attività di smistamento verso i supermercati Margherita, esercitata da circa 40 lavoratori) a San Salvo (Ch). Ai lavoratori è stato anche offerto di continuare a lavorare nel nuovo stabilimento di San Salvo. In alternativa, di lavorare in uno dei rami di attività della cooperativa Silos di Milano, tra la provincia di Ascoli e quelle di Chieti e Pescara.

“Andare a lavorare in cooperativa – spiega Pietro Pizzingrilli, segretario provinciale Fisascat-Cisl – vorrebbe dire per i lavoratori una perdita di 3-400 euro mensili di retribuzione e di altri diritti acquisiti con la contrattazione collettiva. Noi chiediamo il rispetto del contratto integrativo aziendale che firmammo nel luglio 2001, in cui avevamo inserito una clausola di salvaguardia dei livelli occupazionali di allora, ovvero 73 lavoratori.” (Attualmente i lavoratori al Conad di Monsampolo sono 130 circa, ndr.)

In passato l’azienda aveva sostenuto che il trasferimento a San Salvo era previsto da tempo: “era previsto di fare un nuovo centro distribuzione baricentro per i volumi produttivi di Conad Adriatico a San Salvo – risponde Pizzingrilli – Ma non era mai stato detto che la sede di Monsampolo veniva smobilitata. Tant’è vero che nell’ultimo contratto integrativo aziendale abbiamo appunto inserito quella clausola di salvaguardia dei livelli occupazionali”.

Antonio Giordani (Rsu Uil Conad Adriatico): “il Conad non è un’azienda in crisi. L’utile netto dell’anno 2003 è stato di circa 3 milioni e 700 mila euro. Nonostante questo nello stesso anno Conad Adriatico ha fatto cessare l’attività della società controllata Freddo Conad riassorbendo i 49 lavoratori tramite procedura di mobilità. Questo gruppo di lavoratori oggi non può più usufruire della cassa integrazione ed ha perso anche il diritto all’indennità di mobilità loro spettante, a causa della perdita dell’anzianità di servizio. Ecco ora arrivare come regalo di Natale un bel calcio nel sedere proprio a quei lavoratori cui era stata garantita la conservazione dell’occupazione presso i magazzini di Monsampolo del Tronto e Centobuchi: gli stessi che hanno collaborato e creduto nel successo della cooperazione oggi sono stati messi fuori dall’azienda!”.

“I lavoratori Conad – prosegue Giordani – con grande senso di responsabilità non hanno ancora utilizzato un pacchetto di 16 ore di sciopero pur di tentare di portare avanti la trattativa. Comunque il nostro obiettivo rimane fermo: chiediamo all’azienda di avere il coraggio di mantenere gli impegni presi e rivedere una soluzione organizzativa disastrosa ed inadeguata, che fa perdere posti di lavoro e dignità di vita ai lavoratori della provincia di Ascoli Piceno e delle province limitrofe che si vedono tagliare le loro professionalità e le loro retribuzioni.”

03/01/2005





        
  



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