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Il Sindaco Gianni Chiodi presenta il suo Progetto Strategico Territoriale “Teramo Culturale

| TERAMO - Sull’esempio di Barcellona, alla presenza dei massimi esperti internazionali, Chiodi annuncia: “Entro l’estate 2009 cambieremo il volto alla Città”. I privati e gli industriali ci credono poco.

di Nicola Facciolini

Il Sindaco Gianni Chiodi


Teramo ed Ascoli Piceno sempre più vicine grazie srogetto strategico territoriale “Teramo Culturale”, sull’esempio di Barcellona. “Le ruspe sono pronte ad entrare in azione” - assicura l’assessore alla cultura Mauro Di Dalmazio. A 50 anni esatti dall’esecrabile abbattimento dello storico Teatro Comunale di Teramo per far posto a un centro commerciale in corso San Giorgio, decolla finalmente “Teramo Cult”, costola ed anima del grande progetto strategico territoriale del sindaco Gianni Chiodi.

La discussione che si aperta ieri mattina 3 febbraio 2007, alla sala San Carlo del museo archeologico “F. Savini” di Teramo, non è idealistica. La Regione Abruzzo, la Provincia e il Comune di Teramo stavolta fanno davvero sul serio. La cultura è trasversale. Il sindaco Chiodi attacca il nemico numero uno del progetto Cult: “il localismo esasperato idiota”. Ed allora, via la “palla” di Mastrodascio da piazza Garibaldi, via libera al nuovo teatro comuale di Teramo, via libera al grande progetto ipogeo che dalla Villa Comunale si dipanerà in tutto il centro storico aprutino, collegando ambienti, saperi e culture diversi e dinamici.

Ci crede il Sindaco Chiodi e l’assessore Di Dalmazio ha assicurato che stavolta i cittadini vedranno con i loro occhi che si fa sul serio. A tal punto che l’entusiasta consigliere provinciale dei Ds il dr. Topitti, a nome della Provincia, ha ringraziato l’Amministrazione comunale Chiodi “che sta facendo di tutto per valorizzare la città di Teramo a livello nazionale”. Le interessanti proposte di Topitti sul nuovo teatro da intitolare al maestro Primo Riccitelli, raccolgono il plauso del primo cittadino. “Abbattiamo palazzo Adamoli – incalza Topitti - e recuperiamo l’area del teatro romano per fare cultura all’aperto”. Chiodi sorride.

“Queste opere si faranno – risponde Chiodi - ma non saranno cattedrali nel deserto. Ciò che è buono per Teramo, lo è anche per la sua realtà imprenditoriale, per cui l’Istituto Zooprofilattico, la Specola di Collurania e l’Università di Teramo nel promuovere attività culturali, magari allacciandosi con realtà internazionali, sorpassano il contesto sociale locale che li ospita”. La scienza, sempre più incompresa. “Se invece Teramo vuole vincere questa battaglia, bisogna che si produca cultura e che questa possa cooperare con la realtà attuale”.

Cultura umanistica e scientifica, però, devono collaborare per il futuro di Teramo, altrimenti finiranno per auto-annichilirsi, abbandonando la città nell’autocommiserazione della spogliazione verso altre realtà più promettenti. Barcellona docet. “Per cultura - precisa Chiodi - si intende qualcosa in grado di portare un messaggio, il substrato della società e non si riduce ad attività di intrattenimento turistico o a passatempi più o meno colti per pochi”. Di Dalmazio ha presentato gli interventi materiali e culturali previsti dal progetto Cult e che saranno realizzati entro i prossimi 24 mesi. L’Arch.Carta, i proff. Santacana e Camprecios, si occuperanno della realizzazione dei lavori.

05/02/2007





        
  



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