“Il successo del progetto dipende – afferma l’assessore Mauro Di Dalmazio - dalla percezione di condivisione ma soprattutto dallo spirito affermativo nei riguardi del progetto”. Di Dalmazio lo sintetizza citando Confucio, che suggerì di “non guardare stoltamente il dito che guarda la luna, ma di guardare direttamente la luna”. Teramo solo allora inizierà a guardare verso l’alto, magari volgendo lo sguardo ai disastri del passato (con tanto di pannelli esplicativi!) che hanno penalizzato, se non distrutto, la nostra bella realtà culturale di città di provincia.

Il cubo gommato Cult, piazzato in bella mostra di sé all’ombra del Campanile, veglierà sul corretto andamento dei lavori promessi, progettati ed eseguiti a regola d’arte. A disposizione dei teramani assetati di conoscenza e d’informazione. Cult, infatti, è l’acronimo scelto per il grande progetto che mira alla riconfigurazione spaziale della città e alla conservazione del suo patrimonio culturale al fine di correlare la storia, la conoscenza e l’ambiente di Teramo nel suo tessuto urbano ed inserirla nel mercato globale. Il cubo gommato si è animato. Ma le imprese, le banche, i grandi gruppi finanziari ed industriali che hanno fatto risorgere dalle ceneri Barcellona, ci credono un po’ meno. Aiutare il sindaco Chiodi a realizzare il progetto, è per loro un imperativo categorico. Lo chiedono i Teramani.