Gian Antonio Stella presenta il suo ultimo libro
San Benedetto del Tronto | Doppio appuntamento martedì 9 febbraio: in mattinata con gli studenti, alla sera incontro pubblico
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Gian Antonio Stella
In mattinata, dalle ore 11, Stella sarà all'IPSIA, per incontrare gli studenti di quella scuola e di altre a livello provinciale, nell'ambito del progetto "Progetto di educazione interculturale", una delle principali attività organizzate nel corso dell'anno dalla preside Graziella Pallottini. L'IPSIA è infatti polo principale di una rete di scuole secondarie dell'ascolano e del sambenedettese.
Alle 21,15, sempre martedì 9 febbraio, il giornalista darà vita ad un incontro pubblico all'hotel Progresso, lungomare Trieste 40, introdotto dal prof. Tito Pasqualetti. Quest'ultimo appuntamento rientra tra gli "Incontri con l'autore" promossi dall'Amministrazione comunale, in collaborazione con la libreria "La bibliofila", che ha invitato Stella.
Il libro.
Stella ha deciso di scrivere un saggio sul razzismo partendo da questa considerazione: la fissazione di essere il cuore della terra, si traduce spesso e quasi sempre in pretesa di egemonia, di "purezza" etnica, o di eccellenza razziale. Negli stadi, su internet, nelle spedizioni squadristiche, nell'avanzata dei partiti politici razzisti, il giornalista veneto ritrova quell'urlo ("Andate tutti a ‘fanculo: negri, froci, giudei & co.!") letto su un muro delle nostre città e scelto volutamente come titolo forte per questo suo saggio, proprio per rimarcare la gravità di quello sfregio e per segnalare il pericolo che incombe sulla nostra società. Un libro intenso, ricco di dati e di storie, che ci ricorda le radici di un disprezzo antico, e nuovissimo al tempo stesso. Un saggio che fa riflettere sulla stupidità e sugli spropositi deliranti di tutti i fanatici di ogni tempo e luogo.
Il viaggio dell'editorialista parte dall'Europa, dall'onda nera dei partiti etnici, delle milizie e dei giustizieri politici spuntati un po' dappertutto, dal Tamigi al Don, per dare la «caccia al diverso», all'immigrato, asiatico o rom che sia. Prosegue con il razzismo all'italiana, nelle sue varianti colonialista, in nome dei vecchi Savoia, antisemita e nostalgica in nome del Duce o, per arrivare ai nostri tempi, nella versione leghista con le uscite dei vari Borghezio, Boso, Bossi e Gentilini contro neri, zingari e clandestini. Stella rievoca le mattanze dei nazionalismi serbo e croato nelle guerre balcaniche, recupera dai libri di Tucidide l'odio tra attici e tebani, o dai dati dei cronisti dell'epoca i tanti morti per le guerre civili tra Siena e Firenze, due città entrambe toscane, italiane e cattoliche ma che si combatterono a lungo, o la paura di oggi delle rapine nelle ville da parte degli albanesi, quando invece - ricorda Stella - a metà Ottocento sotto gli Austriaci si verificavano molti più crimini, stupri e omicidi per mano di veneti.
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07/02/2010
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Kevin Gjergji