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Leucemia fulminante e malasanità, un cocktail micidiale per la piccola Maria Teresa. La protesta.

Teramo | Protesta contro la malasanità il nonno della piccola Maria Teresa morta di leucemia fulminante. La protesta civile di nonno Piergiorgio: “Perché i medici sono ancora al loro posto?”. La Asl di Teramo ha aperto un’inchiesta ufficiale.

di Nicola Facciolini

Nonno Piergiorgio continuerà a protestare per giorni dinanzi l'ospedale Mazzini di Teramo, nel rispetto della legge, delle istituzioni e della burocrazia. Sì perché occorre anche un'autorizzazione per protestare il proprio dolore! "Attenti papà e mamme! Potrebbero esserci altri angioletti da spedire in cielo?".

Con un cartello inequivocabile al petto, protesta dinanzi l'ospedale civile "Mazzini" di Teramo, nonno Piergiorgio. Il nonno materno della piccola Maria Teresa, morta di leucemia fulminante giovedì 6 marzo 2008. Una protesta civile contro la malasanità e contro i presunti responsabili che, secondo la famiglia della piccola, non avrebbero prestato a Maria Teresa tutte le possibili cure, tanto da scongiurarne prima il trasferimento a Pescara e poi la morte.

La bimba di soli 6 anni di Montorio al Vomano (Te), era stata accompagnata due volte al "Mazzini" di Teramo ma, come raccontano i familiari, era stata dimessa con le cure per una sindrome influenzale. In realtà la piccola era affetta da leucemia che l'ha uccisa. Nonno Piergiorgio, nel frattempo, continuerà a protestare dinanzi l'ospedale Mazzini di Teramo, nel rispetto della legge, delle istituzioni e della burocrazia.

Sì perché occorre anche un'autorizzazione per protestare il proprio dolore! La protesta del nonno che non vuole rassegnarsi alla perdita della bambina, è dunque indirizzata ai quanti non avrebbero effettuato all'ospedale di Teramo tutte le analisi scientificamente possibili per giungere in tempo utile alla giusta diagnosi. Che probabilmente avrebbe potuto salvare la piccola Maria Teresa.

"Una negligenza molto grossolana dei medici di Pediatria, è stata fatale alla piccola - ha detto nonno Piergiorgio ai giornalisti convenuti al Mazzini - perché non solo non le hanno eseguito subito alcun esame ma hanno rifiutato alla piccola il ricovero. L'hanno rispedita a casa due volte, eppure il sonno continuo della bimba, il non mangiare, il non bere, i dolori al pancino, erano segnali che avrebbero dovuto allertare i sanitari. Rispedita a casa, nonostante il papà avesse in mano la richiesta di un emocromo prescritta dal pediatra di famiglia".

Esame poi effettivamente eseguito e che avrebbe consigliato ai medici aprutini l'immediato ricovero della piccola all'ospedale di Pescara. L'Asl di Teramo ha aperto un'indagine ufficiale sulle cause della morte. Nei giorni precedenti la piccola sarebbe stata ricoverata tre volte nell'ospedale civile "Mazzini" di Teramo. Le prime due volte la piccola sarebbe stata dimessa con la diagnosi di una sindrome influenzale intestinale; gli esami eseguiti al terzo ricovero avevano evidenziato, domenica scorsa, la leucemia.

La direzione sanitaria della Asl 106 di Teramo ha avviato una indagine interna per chiarire gli aspetti clinico-sanitari che hanno accompagnato gli accessi all'ospedale della bambina di 6 anni di Montorio al Vomano (Teramo) morta all'ospedale di Pescara dove era stata trasferita perchè affetta da una leucemia fulminante. Il direttore sanitario Pier Luca Bonazzi del Poggetto, ha infatti richiesto una relazione tecnica al direttore dell'Unità operativa di Pediatria, Mario Di Pietro, per conoscere i passaggi delle tre visite di consulenza svolte dai pediatri a sostegno del pronto soccorso sulla piccola paziente.

I genitori della bambina, che lamentava dolori addominali e sonnolenza, avevano accompagnato la piccola al pronto soccorso del "Mazzini" di Teramo il 26 febbraio scorso e per ben altre due volte fino a sabato scorso 1° marzo quando chiesero e ottennero il ricovero della bambina. Nei precedenti casi i medici avrebbero diagnosticato la presenza di un virus influenzale. Subito dopo il ricovero, le analisi cliniche avevano rilevato un picco di presenza di globuli bianchi nel sangue della piccola che ne aveva consigliato il trasferimento d'urgenza al reparto di ematologia pediatrica dell'ospedale di Pescara, dove era stata sottoposta alle prime cure intensive.

Martedì 4 marzo la bambina aveva però subito un aggravamento delle sue condizioni, entrando in coma irreversibile, fino al decesso. "Solo chi ha provato il dolore per la perdita di un figlio, può comprendere il dolore per questa mia sofferenza - ha dichiarato nonno Piergiorgio - è come se morisse buona parte di se stessi. Non era solo la mia nipotina perché viveva con me, era la mia luce, la mia vita".

Ma se una nipotina di soli 6 anni muore a causa di una terribile malattia che forse poteva essere diagnosticata in tempo, se quella vita probabilmente avrebbe potuto salvarsi, se un genitore ha assistito a una lenta agonia che ha portato alla morte di quell'angelo, si può forse capire quanto dolore si provi, quanta rabbia e disperazione, e purtroppo non si può far nulla di fronte alla crudele realtà. Si può solo protestare civilmente, stremati dal dolore, con il cuore in gola, "in attesa che la giustizia faccia il suo corso".

12/03/2008





        
  



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