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Riflessioni ad alta voce in tema di sanità

Fermo | Medicina d'urgenza con nove posti letto entro dicembre? Ancora niente!

di Michele Rastelli*


Alle ore 11 circa il paziente, in stato di alta criticità, arriva in ambulanza al Pronto Soccorso. Immediatamente visitato, il sanitario non può far altro che decidere il ricovero. Finché si cerca un posto letto che non si riesce a trovare né sopra né sotto, né dentro né fuori sebbene coloro che la medicina la praticano solo sulla carta ripetano sempre che i posti letto dell’ospedale di Fermo siano più che sufficienti, l’accompagnatore si guarda intorno.

Nel corridoio, su tre lettini, tre pazienti già visitati e in attesa di essere sistemati non si sa dove e non si sa quando fanno bella mostra di sé. Più che alla privacy, che ovviamente non esiste nonostante le pretese di tre patetiche tende, il pensiero corre veloce ad una assicurazione.

Non quella sulla vita, ma quella che entro Dicembre (quello passato, non quello futuro) sarebbe stato aperto il reparto di medicina d’urgenza con nove posti letto. Oddio, è vero che con l’apertura di questo reparto magari unita alla riconversione delle previste strutture periferiche si potrebbe correre il rischio di decongestionare l’ospedale, dare un servizio di maggiore qualità e ridurre la mobilità passiva, ma forse varrebbe ugualmente tentare. Nel frattempo il nostro paziente trova appoggio nel reparto osservazione. Nonostante sia una di quelle giornate che si possono senz’altro definire tranquille, una doppia ala di pazienti e congiunti fa da cornice al trasporto.

Tra loro, qualcuno geme, qualche altro impreca, qualche altro ancora rivolge al nostro un compassionevole invito a non mollare. Giunti a destinazione ci si chiede: ma in osservazione il posto non dovrebbe essere per chi appunto è da osservare? Che c’entra chi sa già di dover essere ricoverato? Con questa organizzazione, non si pensa si possano umiliare i pazienti e contemporaneamente mortificare anche la professionalità degli operatori? Sarà un caso se infermieri e medici che al Pronto Soccorso erano quasi un’istituzione se ne vanno? Finalmente verso le ore 18 si riesce a trovare un posto, sempre di appoggio, in ortopedia.

L’attesa dell’arrivo del medico del reparto di medicina porta l’accompagnatore a fare una riflessione: mettiamo ci siano contemporaneamente tre o quattro pazienti ad alta criticità appoggiati in reparti e piani diversi. Non si pensa si potrebbe venire a creare qualche problema al paziente e al sanitario stesso nella sua gestione non potendo egli, tra l’altro, avvalersi neanche della collaborazione del team infermieristico del proprio reparto? Intanto è sopraggiunta la notte e con essa il tempo di dormire e di smetterla di pensare.

*assessore all'ambiente del comune di Fermo

14/03/2006





        
  



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