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Presentazione del francobollo delle Poste Italiane

| ANCONA - Ascoli Piceno fa bella bella mostra di sè. Sarà sede della giornata delle Marche. Il Presidente: la procedura per il riconoscimento di patrimonio dell’umanità non si è mai fermata.

La Regione ha a cuore Ascoli Piceno, che quest’anno sarà la città simbolo nella III Edizione della Giornata delle Marche. Sarà la città dove si concentreranno le iniziative di maggior prestigio e che chiuderà le manifestazioni. Ascoli Piceno creerà un ponte ideale con il Canada, il Paese scelto per questa edizione.

Un’impostazione questa, infatti, che si racchiude tutta nell’immagine del francobollo dedicato alle Marche, la cui emissione è prevista per domani: raffigura un particolare del centro storico di Ascoli e del gruppo scultoreo dei Bronzi di Cartoceto-Pergola, che saranno oggetto di una grande mostra a Montreal a partire dal 6 luglio.

Iniziative che quest’anno verranno sorrette anche da risorse di imprenditori privati, in particolare quel Francesco Bellini, ascolano, premiato nella giornata delle Marche dell’anno scorso, che emigrato giovanissimo in Canada, è diventato un importante imprenditore, mantenendo però forti legami con la sua città d’origine.

Il presidente Gian Mario Spacca ha detto che la querelle aperta in seguito alla proposta di Loreto e Recanati - come patrimonio dell’Unesco, fatta in occasione della recente visita di Rutelli - e che indebolirebbe la candidatura della città di Ascoli, non ha ragione d’essere.

Infatti la procedura per la richiesta di riconoscimento per il centro storico di Ascoli Piceno quale Patrimonio dell’Umanità è avviata da tempo ed è al lavoro un apposito Comitato tecnico-scientifico, che ha il compito di mettere in evidenza i caratteri di originalità e unicità del valore architettonico e ambientale della città. In particolare viene messo in evidenza l’uso rilevante del travertino nell’architettura dei monumenti più significativi, caratteristica questa che risponde ai caratteri di “unicità”, da evidenziare perché la domanda venga presa in considerazione.
“Una procedura non semplice e anche lunga. Basti pensare che Urbino ha impiegato dieci anni per diventare sito Unesco”, ha sottolineato.

Ma l’attenzione della Regione è massima. Lo dimostra l’intero percorso. A partire dal settembre del 2005, quando l’idea fu lanciata nel corso di una visita ad Ascoli del sottosegretario Nicola Bono. Proposta recuperata dall’esecutivo con delibera del 3.11.2005 (DGR n. 1327), con cui la giunta approva lo schema di protocollo di Intesa tra Regione-Comune di Ascoli-Provincia di Ascoli, individuando anche i due membri nel Comitato: la prof.ssa Maria Luisa Polichetti e il Prof Giuseppe Ciorra. Quindi il 16 gennaio 2006, il Protocollo è stato firmato, presso il Comune di Ascoli, da tutti i soggetti Promotori.

Del Comitato scientifico fanno parte altri membri: il presidente di tale comitato è il direttore della Pinacoteca di Ascoli, Stefano Papetti, indicato dal comune, così come l’archeologa Pasquinucci. Le riunioni si tengono presso la sede comunale.
La procedura prevede che, una volta terminato il suo lavoro, il Comitato inoltri il materiale al Ministero, che predispone un elenco per inviarlo all’UNESCO.
Come si vede, altra cosa sono i siti di Loreto e Recanati, interessanti per la Regione, con motivazioni, forti, ma diverse, che sono stati segnalate al Ministro dei beni culturali nella sua ultima visita.

15/03/2007





        
  



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