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Luce sulla vicenda della piccola Maria Teresa Nallira, morta di leucemia acuta.

Teramo | Parla il dottor Mario Di Pietro, Primario dell’Unità Operativa di Pediatria dell’ospedale “G. Mazzini” di Teramo, che “rompe” il silenzio tenuto finora per rispetto e vicinanza nei confronti dei genitori e dei parenti della piccola.

di Nicola Facciolini

Domenica 16 marzo 2008, in un comunicato stampa ufficiale indirizzato a tutti gli organi di stampa, il dott. Mario Di Pietro, primario dell'Unità operativa di Pediatria dell'ospedale "G. Mazzini" di Teramo (Abruzzo), "rompe" il silenzio tenuto finora per rispetto e vicinanza nei confronti dei genitori e dei parenti della piccola Maria Teresa Nallira, morta di leucemia acuta.

"Spinto dalla necessità di chiarire alcuni punti della triste vicenda che - scrive il dott. Mario Di Pietro - ritengo siano stati impropriamente utilizzati per screditare la struttura che dirigo ed i professionisti che vi lavorano, arrivando fino ad un vero e proprio linciaggio mediatico, che con la memoria ci riporta indietro fino al medioevo, quando le persone venivano messe al rogo senza processo". Il ruolo dei mass-media, infatti, è quello di riportare i fatti e non di giudicare.

Il dott. Di Pietro nella missiva sente il dovere di puntualizzare alcuni aspetti della triste vicenda, "non solo per difendere l'operato dei miei collaboratori - spiega il pediatra - ma anche e soprattutto perché ritengo che la famiglia abbia il diritto di chiarire i propri dubbi e di vivere con serenità il proprio immenso dolore. Come emerge dalla relazione consegnata alle autorità competenti già alcuni giorni addietro, gli elementi che ho raccolto non evidenziano inadempienze o leggerezze da parte dei miei collaboratori".

Ecco, quindi, cosa dicono gli elementi finora raccolti. "La piccola Maria Teresa - spiega il dott. Di Pietro - è stata uccisa da una leucemia acuta ad alta malignità, una terribile malattia esplosa con tale gravità e rapidità da non avere avuto neppure il tempo di determinare anemia e significativa piastrinopenia, assenti al momento della diagnosi fatta presso l'ospedale di Teramo. Nulla nei giorni precedenti aveva lasciato sospettare la malattia.

Quando la bambina è giunta la prima volta in ospedale, 3 giorni e mezzo prima del ricovero - continua il dott. Di Pietro - presentava solo dolori addominali che, esclusa una appendicite, non giustificavano l'effettuazione, alle 8 di sera, di esami in urgenza.

Comunque, in scienza e coscienza mi sento di dire alla famiglia che se anche gli esami fossero stati eseguiti il giorno seguente, magari per semplice controllo, molto probabilmente la malattia non avrebbe comunque lasciato scampo. Quando poi Maria Teresa è tornata la seconda volta a visita in ospedale, il giorno precedente il ricovero nel quale è stata fatta la diagnosi, presentava ancora esclusivamente sintomi aspecifici quali vomito e diarrea, senza febbre, manifestazioni emorragiche o altro che potesse far sospettare la terribile malattia".

Nel comunicato stampa il dott. Di Pietro puntualizza: "Non so se durante le visite e poi il ricovero in Pediatria, qualcosa nella comunicazione con la famiglia non ha funzionato al meglio: se eventualmente qualche parola sbagliata è stata pronunciata, sono sicuro che ciò è avvenuto in buona fede, e comunque io sono qui a chiedere con umiltà scusa alla famiglia, al cui dolore mi unisco, insieme a tutti i miei collaboratori, con grande e sincera partecipazione, e con la quale spero di avere un incontro quanto prima. Ho piena fiducia che le indagini in corso da parte delle autorità competenti possano fare piena luce su questa dolorosa vicenda, restituendo serenità alla famiglia di Maria Teresa e alla comunità teramana, che deve sapere di poter contare su una struttura sanitaria che merita quella fiducia costruita da tanta persone con il saper fare di anni, e che speriamo di avere la possibilità di rendere sempre più all'altezza dei bisogni della popolazione. Cordialmente ringrazio.".

16/03/2008





        
  



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