Soluzione in vista per le sofferenze di bilancio del Centro Agroalimentare Piceno di San Benedetto. Il presidente della Provincia Massimo Rossi riferisce l’esito degli incontri avuti ieri presso il Ministero delle Infrastrutture e il Credito Agricolo & Industriale, verso il quale sono attualmente insolute rate di mutuo per 3 milioni e 600 mila euro, dal 2001 ad oggi.

Agli incontri hanno partecipato anche il sindaco di San Benedetto Domenico Martinelli (il Comune detiene il 43,18% delle quote), il presidente della Camera di Commercio di Ascoli Enio Gibellieri, il direttore generale della Carisap Silvio Pedrazzi, mentre l’assessore regionale al bilancio Luciano Agostini aveva delegato lo stesso Rossi.

 

Il Centro Agroalimentare verrà trasformato in “società consortile per azioni”, come premessa per la futura privatizzazione. Il Ministero continuerà ad erogare il proprio contributo, pari al 70% della quota interessi delle rate di mutuo, compresi gli arretrati (circa 420 mila euro all’anno). Erogazione che verrà mantenuta anche nel caso di una rimodulazione del mutuo.

 

Al CAI, infatti, la delegazione dei soci ha concordato che gli arretrati potranno essere saldati in maniera dilazionata e con importi ridotti, in modo da addossare la parte più consistente del debito residuo nei pressi della scadenza del mutuo, prevista per il 2010. A quel punto il CAI erogherà un secondo mutuo, a copertura e in sostituzione del primo, con rate di minore entità e quindi alla portata degli stessi soci. E a quel punto la maggioranza potrebbe non essere più pubblica.

 

Per lunedì 21 marzo è confermata l’assemblea dei soci, durante la quale verrà varato il nuovo statuto e illustrate le linee strategiche. Secondo alcuni il nuovo presidente potrebbe essere Francesco Marcheggiani, uno degli operatori del Centro e tra i membri del consiglio di amministrazione fino al 29 dicembre 2004, quando rassegnò le dimissioni insieme ad altri 6 consiglieri.

 

Massimo Rossi mantiene il più assoluto riserbo sulle nomine, limitandosi a dire che il centro avrà una guida “di alto profilo tecnico” e più agile, ovvero composta da meno di 15 membri. Di fronte alle ultime dichiarazioni del presidente uscente Gianni Balloni, che parla di un mutuo alternativo di circa 11 milioni di euro, Rossi polemizza: “Balloni dice cose sterili, che non servono più a niente”. Quindi il futuro del Centro: “gli enti pubblici si occuperanno di acqua, istruzione, sanità – dice Rossi – e non direttamente di commercio”. In altri termini, appunto, l’ingresso dei privati.