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Presentato il bilancio 2004 del Centro Agroalimentare. Via alla rilevazione dei prezzi

San Benedetto del Tronto | Ultima uscita del presidente Balloni prima dell’assemblea del 21 marzo in cui verrà votato il nuovo statuto: “al Centro Agroalimentare è ancora edificabile una superficie di 39 mila metri quadrati”

di Giovanni Desideri

Nel giorno in cui una delegazione dei soci pubblici si è recata presso il Ministero delle Infrastrutture per decidere le sorti della struttura (nelle prossime ore verrà reso noto l’esito dell’incontro), il presidente del Centro Agroalimentare Piceno Gianni Balloni presenta il bilancio 2004 e gli ultimi sviluppi della ricerca di un mutuo alternativo a quello insoluto dal 2001 e scadente nel 2010, contratto con il Credito Agricolo & Industriale.
 
È lo stesso avvocato Balloni a sostenere che pur dopo le dimissioni, il 29 dicembre 2004, di 9 consiglieri sui 15 del consiglio di amministrazione, il consiglio non sarebbe decaduto e potrebbe continuare ad operare con una maggioranza di 8 membri: poiché due delle dimissioni non sarebbero state presentate rispettando la corretta procedura, ovvero con lettera sia al presidente del cda, sia al presidente del collegio sindacale.
 
Sia come sia, è già fissata per lunedì 21 marzo un’assemblea dei soci (Comune di San Benedetto, Provincia di Ascoli e Regione Marche detengono complessivamente più del 96% delle quote; il valore del 43,18% detenuto dal Comune era stato stimato in oltre 4,5 milioni di euro nel 2002, rispetto al costo sostenuto di 3,8 milioni circa), durante la quale dovrebbe essere approvato il nuovo statuto e verosimilmente comunicata la composizione del nuovo cda: iniziative già annunciate da tempo dal presidente della Provincia Massimo Rossi e dall’assessore regionale al bilancio Luciano Agostini, e confermate ancora pochi giorni fa.
 
Prima di presentare le cifre del 2004 e gli sviluppi sul mutuo alternativo Balloni annuncia il prossimo inserimento del Centro di San Benedetto in “Infomercati”, circuito telematico nazionale di rilevazione dei prezzi all’ingrosso nel settore ortofrutticolo, oggi basato sull’andamento dei centri di Milano, Bologna, Roma e consultabile via Internet (v. “link utili”), ma anche ospite ogni giorno delle rubriche di informazione di Rai1. “Una particolare soddisfazione – dice Balloni – dal momento che il Centro di San Benedetto è stato il primo ad essere inaugurato, nel ’97, tra i 14 centri attualmente esistenti su tutto il territorio nazionale.”
 
Ogni settimana verrà diffuso il livello dei prezzi di dieci prodotti, dalle bietole agli spinaci, con le variazioni rispetto alla settimana e all’anno precedente. L’ingresso nel circuito “Infomercati” avviene soltanto oggi in seguito all’adeguamento del Centro di San Benedetto alle metodologie standard di rilevamento.
 
Le cifre. Balloni annuncia che la perdita di bilancio è passata dai 184.197 euro del 2003 ai 358.599 del 2004. Ma precisa al tempo stesso che solo gli interessi di mora sulle rate insolute ammonta per il 2004 a 366 mila euro, per il 2003 a 192 mila circa. Nei due anni, tuttavia, è diminuito anche il fatturato, passato da 1.796.795 euro del 2003 a 1.724.063 del 2004.
 
Il mutuo. Rispetto alla conferenza stampa del 23 dicembre 2004, durante la quale aveva indicato la possibilità di un mutuo con la svizzera City Bank per 11 milioni di euro, che verrebbe garantito dalla “Toscana Comfidi” (9 a copertura del dovuto, 2 per gestire l’ordinaria amministrazione ed effettuare investimenti), Balloni annuncia oggi l’esistenza di due altre alternative per avere un mutuo a più lunga scadenza, che consenta ai soci pubblici di pagare rate più basse, anche se per un maggior numero di anni: da un lato una banca locale, in pool con altre; dall’altro una “società di intermediazione finanziaria romana”, di cui Balloni non svela il nome.
 
Rispetto a dicembre Balloni può oggi presentare una opportunità supplementare: la circolare del Ministero delle Infrastrutture del 14 marzo scorso, con la quale viene fornita una nuova interpretazione del decreto legge 41/86, che istituiva i centri agroalimentari vietandone la vendita anche parziale prima dell’estinzione dei mutui contratti per la loro realizzazione. Ora invece sarebbe possibile vendere una parte (per esempio lo stabile occupato dal “Cash & Carry” per una cifra superiore ai 2 milioni di euro: la proposta risale al dicembre 2003), in base all’art. 1523 del codice civile, che sancisce il passaggio di proprietà dopo il pagamento dell’ultima rata: il divieto non viene aggirato, con una soluzione “uovo di Colombo”.
 
Quanto alla capacità di contrarre mutui, Balloni ricorda infine che il Centro Agroalimentare dispone ancora oggi di 39 mila metri quadrati edificabili, equivalenti a circa 300 mila metri cubi, che aumentano il valore della struttura ben olre i 24 milioni di euro degli immobili attualmente esistenti.

18/03/2005





        
  



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