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Bambini sempre più ciccioni? si chiede aiuto allo sport!

| Il sovrappeso è diventato negli ultimi anni uno dei problemi principali dei bambini e dei ragazzi in età scolare. Secondo i dati della Ausl di Bologna, il 34% dei bambini dai 6 ai 14 anni è in sovrappeso e l’obesità è aumentata del 25% dal 94 al 99.

Per far fronte al problema la Uisp di Bologna ha presentato la settimana scorsa il progetto “Sani stili di vita”: dieci classi della città saranno coinvolte in un percorso che prevede ore di educazione fisica aggiuntive e un appuntamento – ogni quindici giorni – con un nutrizionista, al quale parteciperanno anche genitori e docenti.

Quanto conta l’alimentazione nella vita dei bambini e dei ragazzi oggi? Quali sono le diete pericolose? Lo abbiamo chiesto al professor Pierluigi Biagi, Ordinario di Scienze dell’alimentazione presso l’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, che ci ha parlato anche di alcuni temi bollenti legati al mondo dell’alimentazione dei ragazzi, come il ricorso alle “diete prova-costume” e all’uso di integratori con potere dopante.

Professor Biagi, quanto è importante il fattore alimentazione nella crescita e nell’attività fisica dei ragazzi?
Una corretta alimentazione ha un’importanza notevole nelle prestazioni fisiche dei ragazzi. Non è quella che da sola ti fa diventare un campione, sia ben chiaro, però insieme all’allenamento e al corredo genetico è fra i tre fattori principali. Una corretta e regolare alimentazione ha poi permesso, insieme alla diffusione di migliori stili di vita, l’allungarsi notevole della vita media negli ultimi decenni.
Come è cambiata l’alimentazione nel corso del tempo?
Ci sono stati grossi cambiamenti nel secolo scorso. Durante la guerra e subito dopo il problema principale era la sopravvivenza. Poi, dagli anni Cinquanta in poi si è fatta strada la ricerca di una dieta equilibrata, attenta alle percentuali dei lipidi, delle proteine e così via. Oggi, infine, c’è la ricerca di una dieta ottimale, nella quale vengono valorizzati i mcronutrienti, come gli antiossidanti, che aiutano ad allungare le aspettative di vita.

Quali sono le sostanze che dovrebbero essere ridotte nella dieta dei ragazzi?
Occorre ridurre i lipidi, che, però, sono ciò che dà più frequentemente sapore al cibo: patatine fritte, panini del Mc Donald’s… Lo si ripete spesso, ma sembra che il problema non venga recepito. In Italia, soprattutto nelle regioni mediterranee, il 36% dei bambini in età scolare è in soprappeso, e ciò è dovuto principalmente a un’alimentazione scorretta e a una vita prevalentemente sedentaria.

Quanto influiscono i tempi in cui si mangia per una corretta alimentazione?
Molto, senza dubbio. Una volta il pasto più importante era il pranzo, l’occasione in cui ci si trovava tutti insieme attorno alla tavola. Oggi, invece, il pranzo si è trasformato sempre più in uno spuntino per la maggior parte dei ragazzi, che poi tornano a mangiare più volte durante il giorno. Un pranzo simile andrebbe bene in Inghilterra, dove ci si alza due ore prima per fare una colazione abbondante. In Italia, invece, si preferisce restare nel letto il più a lungo possibile, bere un caffè e uscire. Una tazza di latte e il pane con la marmellata, come facevano i nostri nonni: ecco cosa ci vorrebbe se il pranzo è ridotto a uno spuntino. Chi fa sport ha bisogno di nutrirsi.

Spesso per perdere peso si ricorre a diete di ferro, soprattutto in determinati periodi dell’anno, senza praticare alcuno sport. Quali possono essere gli effetti nei ragazzi?
Di solito in questi periodi iniziano a comparire sui giornali le diete che io chiamo “prova-costume”: si inventano le diete del Grande Fratello, di Amici, di Beverly Hills dicendo che ti permetteranno di rientrare nel costume che indosserai fra tre mesi. Queste diete sono da evitare per due motivi. Primo perché molto spesso sono diete yo-yo: perdi subito peso, ma lo recuperi tutto, con gli interessi, poco dopo. Secondo, e più importante, perché diminuire di peso rapidamente vuol dire mettere in circolo nel proprio organismo sostanze tossiche, pericolose.

Come avviene ciò?

Il tessuto adiposo ci protegge dal piombo, dal mercurio e da altre sostanze nocive per il nostro organismo. Ridurlo rapidamente fa si che questa difesa venga meno. In Francia, dove tempo fa ci fu il boom di cliniche di dimagrimento in stile “Sette chili in sette giorni”, ci sono state diverse morti per avvelenamento.
Una piaga che si cerca di debellare tra i giovani è l’uso di integratori e sostanze dopanti. Anche le recenti proposte che il Ministro per l’istruzione Fioroni ha formulato per il potenziamento dell’azione educativa attraverso lo sport nelle scuole toccano questo punto.

Facciamo un po’ di chiarezza: che differenza c’è tra integratori e doping?
Gli integratori non dovrebbero esistere. L’integratore, come dice la parola stessa, va a integrare qualcosa che manca. L’alimentazione, tuttavia, fornisce tutto ciò di cui ha bisogno l’organismo, per cui gli integratori andrebbero presi solo in casi particolari, come l’allattamento o la gravidanza, non per fare sport. In alcuni di essi è stato dato un potere dopante ad alcuni nutrienti, in particolare alle proteine, ma il più delle volte essi hanno un effetto placebo. Per citare un caso noto, l’Italia campione del mondo di calcio nel 1982 fu accusata di aver vinto grazie alla carnitina che veniva fornita ai giocatori dal professor Vecchietta, scomparso il mese scorso. Questa tesi non ha alcun fondamento, il vero elemento che giocò a favore degli azzurri fu la temperatura più mite rispetto a quella che dovettero sopportare gli avversari. Comunque, la ricerca di alimenti che possano migliorare la prestazione atletica è una prassi antica; anche nell’antica Grecia gli atleti mangiavano le carni degli animali che più si avvicinavano al proprio sport: il saltatore si nutriva con il cerbiatto, il corridore con la lepre, il nuotatore con l’orso e così via.

E per l’organismo, quali sono i danni che possono provocare?

Alcuni di essi sono innocui, come la carnitina appunto; altri, purtroppo, no: si pensi all’eritropoietina, ad esempio, che influisce sul numero dei globuli rossi, o la caffeina, che fino a poco tempo fa era ammessa. O, ancora, gli ormoni della crescita, che bloccano la prima mestruazione nelle donne. Questi sono gli effetti a breve termine, mentre per quelli a lungo basta ricordare l’alto numero di atleti morti per un tumore dopo anni di sport agonistico. Lo sport non richiede affatto l’uso di queste sostanze, dannose all’atleta oltre che sleali.


Chi è il professor Pierluigi Biagi
Pierluigi Biagi è professore ordinario di Scienza dell’alimentazione presso il Dipartimento di Biochimica “Giovanni Moruzzi” dell’Università “Alma Mater Studiorum” di Bologna.
Presso la Facoltà di Scienze Motorie, per il Corso di Laurea in Scienze Motorie insegna “Scienza dell’alimentazione e nutrizione umana” e per il Corso di Laurea Specialistica in Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva ed adattata insegna “Scienza dell’alimentazione”, corso avanzato.
Presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia, per il Corso di Laurea in Igiene dentale insegna “Alimentazione e nutrizione umana”.

09/03/2007





        
  



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