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D’Agostino replica alle accuse di Roberto Canzio e del sindaco Chiodi

Teramo | “Dovremo tutelare l’immagine della Provincia”. Il "Comitato anti discarica La Torre" svela l’arcano e Chiodi replica.

di Nicola Facciolini

La "coabitazione" destra-sinistra si fa sempre più problematica. Il presidente della Provincia di Teramo Ernino D'Agostino replica alle accuse del Sindaco di Teramo Gianni Chiodi e del coordinatore comunale della Lista civica, Roberto Canzio.

"Utilizzare simili affermazioni e provare addirittura ad imbastire una sorta di giallo è indicativo del fatto che si è privi di argomenti e che sta emergendo una evidente verità: il crollo della discarica ‘La Torre' vede responsabilità pressoché esclusive dell'amministrazione comunale, che ha gestito male l'impianto e non ha assicurato, dopo l'evento calamitoso, le necessarie iniziative volte ad individuare le responsabilità tecniche e amministrative".

Quanto all'ipotesi dell'ampliamento della discarica, la Provincia di Teramo ribadisce con assoluta fermezza che non possono essere confusi i pronunciamenti di organi tecnici con la volontà politica. "Per quanto ci riguarda - afferma D'Agostino - vista la delicatezza dei problemi ambientali emersi in quel sito, va confermato l'assoluto primato delle valutazioni di natura tecnica. Circa la riunione del 3 ottobre 2005 di cui si parla, va sottolineata la circostanza che il comitato accolse con parere unanime una proposta formulata dal rappresentante del Ministero dell'Ambiente e che, all'epoca, il ministro dell'Ambiente era l'onorevole Altero Matteoli, noto esponente di Alleanza Nazionale".

D'Agostino chiede al sindaco Chiodi: "dobbiamo forse dedurne che vi fu all'epoca un complotto ordito ai danni di Teramo in seno alla coalizione di centrodestra che egli rappresenta? Invito gli amministratori comunali a misurare in futuro toni ed argomenti, onde evitare di dover prendere in considerazione, a tutela dell'immagine della Provincia, l'adozione di azioni che vadano oltre quelle politico-istituzionali".

Ferma reazione anche da parte del dirigente del settore viabilità della Provincia, l'ingegnere Agreppino Valente, chiamato in causa dall'intervento del primo cittadino di Teramo. "Tengo a precisare - dichiara Valente, che si riserva di valutare possibili azioni legali nei confronti di chi fa affermazioni lesive nei propri confronti - che il comitato tecnico, di cui faccio parte in virtù di una previsione legislativa regionale, si pronunciò all'unanimità, nella seduta del 3 ottobre 2005, in favore di una proposta di modifica del Pai avanzata dall'ingegnere Rosario Previti, dirigente del Ministero dell'Ambiente. Proposta che riguardava l'eliminazione della parola ‘ampliamento' in quanto avrebbe costituito un aggravio delle condizioni di rischio nelle aree dichiarate ad elevata pericolosità e ad alto rischio. Circostanza, questa, confermata nell'ultima e recente riunione del comitato dallo stesso ingegner Previti alla presenza di altri tecnici".

E il "Comitato anti discarica La Torre" rende noto che in soli due giorni sono stati asportati dalla discarica 2.100 quintali di percolato. Ciò significherebbe ai "residenti-discaricati" che le proteste circa il cattivo odore erano più che giustificate. Soltanto dopo le lamentele il Comune sarebbe intervenuto portando via la grande quantità di percolato. "Riteniamo questo episodio molto grave - spiega il presidente del Comitato - il problema non si risolve con una lettera, ma con la presenza costante". Intanto il sindaco di Teramo Gianni Chiodi, ribadisce che la modifica del Pai, in seguito alla quale non è più consentito l'ampliamento della discarica, è stata una scelta politica, non tecnica.

"E' strano - spiega Gianni Chiodi - che la modifica sia stata eseguita solo dopo che il Comune abbia presentato in Regione il progetto di ampliamneto. E' una misura che se non fosse stata politica, sarebbe stata applicata anche in altre regioni italiane".

13/04/2007





        
  



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