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"Con la riforma Gelmini il Montani ha perso cinque classi"

Fermo | Il consigliere Pd Tomassetti attacca i tagli alla scuola frutto della riforma ministeriale. Cifre alla mano affonda: "Per uscire dalla crisi si dovrebbe puntare su formazione e innovazione tecnologica; questo Governo sta facendo il contrario".

Dal consigliere comunale del Partito Democratico Mauro Tomassetti riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

Gli Uffici scolastici provinciali (ex provveditorati agli studi), organi periferici del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (ex Ministero della Pubblica Istruzione), sono molto indaffarati in questi giorni per applicare nei territori gli effetti dei decreti legge sui tagli alla scuola spacciati come ‘riforma’ dal ministro Gelmini.

I numeri parlano da soli: nelle Marche sono stati tagliati 927 posti di cui 249 nella scuola primaria, 154 nella scuola media e 256 nella scuola secondaria. Nella sola provincia di Ascoli Piceno alla scuola secondaria sono stati tagliati 89 cattedre corrispondenti a circa 180 classi.

Nella città di Fermo un esempio su tutti: l’Istituto Montani, nonostante l’aumento di 22 unità degli iscritti, ha perso ben 5 classi: una prima, due seconde e due terze. L’istituto, ultimo anello della catena, si è trovato costretto a ‘riorientare’ 24 studenti che avevano scelto le specializzazioni di Elettronica-Telecomunicazioni e Meccanica con evidenti disagi per gli alunni e le famiglie.

Dunque i proclami e le infelici uscite pubbliche del ministro si sono ridotte in ultima analisi a un selvaggio taglio di classi mai registrato nella storia della scuola italiana. Le famiglie e gli allievi del Montani devono ringraziare i ministri Tremonti e Gelmini se nel prossimo anno si troveranno classi prime con 32 alunni, una specializzazione in meno (Elettronica e Telecomunicazioni) e 24 studenti che non potranno proseguire gli studi nella specializzazione che avevano scelto perché non sono state concesse le classi.

Questi i dati che riguardano il Montani, ma la scure ministeriale si è abbattuta su tutti gli ordini di scuola della città e del territorio. Nei momenti di crisi economica in genere ci si organizza per affrontare in maniera vincente la ripresa attraverso la formazione e l’innovazione tecnologica, esattamente il contrario delle scelte fatte da questo Governo.

Per favore non si parli più di qualità della scuola, di didattica, di allievo al centro dell’azione educativa, … e ognuno ricordi che le manifestazioni di dissenso dello scorso autunno non erano ispirate dai soliti sobillatori di professione, o da chi dice sempre no per partito preso, ma da una cruda lettura dei numeri che ora è diventata una cruda realtà dei fatti.

15/04/2009





        
  



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