Auditorium di Sant'Elpidio a mare, all'inizio pochi, poi un nutrito gruppo di soci di Italia Nostra, amici di "Città di Zenobia" e cittadini che hanno partecipato alla presentazione del libro "Porta marina" di Adelelmo Ruggeri e Massimo Gezzi. Edito da "Pequod" è un libricino di 135 pagine con schizzi in bianco e nero. Più che schizzi però sono realtà paesaggistiche stigmatizzate perchè nel discorso introduttivo di Raffaeli e in quello poetico di Gezzi e Ruggeri apprendiamo le parole-sostanza di una realtà marchigiana così ricca ma così difficilmente fruibile dalla gioventù come slancio verso il futuro. E' quello che afferma Massimo Raffaeli, convinto che non si possa utilizzare il giovane come proprio galoppino elettorale ma lo si debba ascoltare per assecondarne le necessità. Le Marche, secondo lui, sono state la regione più di Monaldo che di Giacomo Leopardi, in realtà!

Da li poi un discorso che vada dal colle dell'infinito fino a San Ciriaco poco più a nord. Discorsi sull'individuo, sulla storia e sulla cronologia di avvenimenti regionali hanno contornato la magia dei versi in lettura. Pareva di essere immersi nell'Inno delle Marche di Giovanni Allevi, con rievocazioni di sensazioni che sembravano anche perse nel mentre Gezzi e Ruggeri leggevano, con la cadenza che li contraddistingue, i versi del libro. Sono versi ponderati, pesati al bilancino, nessuna parola è fuori posto, la descrizione della realtà e dell'interiorità è una scienza esatta perfettamente interpretata dai due autori che sanno cogliere fortemente i segni della natura e dell'uomo perchè capaci di sentire e reinterpretare il sentimento ad un pubblico di nicchia che non manca mai di incoraggiarli con plausi vigorosi.