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Festa del Patrono

| MONTEGIORGIO - Il programma delle manifestazioni

di Loretta Del Bianco

Anche quest' anno il Comitato Festeggiamenti "San Giorgio" ha organizzato la tradizionale festa del patrono. E' iniziata con la seconda rassegna di prodotti tipici, mentre il triduo cristiano di preparazione è iniziato il 20 aprile presso la chiesa dei SS. Giovanni e Benedetto. I festeggiamenti in onore del Santo Patrono si chiuderanno stasera alle ore  24.00 con uno spettacolare gioco pirotecnico.

Insieme alle tipicità gastronomiche i visitatori potranno ammirare, tra l'altro, la mostra personale di pittura della montegiorgese  MARISA CALISTI, che rimarrà a disposizione del pubblico fino al primo maggio, e la mostra di cartoline d'epoca di Montegiorgio.
Di seguito il programma dettagliato:

MERCOLEDI 23 Aprile:
Dalle ore 8,30-  Sante Messe
Dalle 16.00 - Annullo speciale delle poste sulla cartolina del centenario.
17,30-Santa Messa presieduta da Mons. Gennaro Franceschetti. Il coro "Domenico Alaleona "animerà la liturgia. 
18,30 - Solenne Processione per le vie del paese. Presterà servizio il Corpo Bandistico "D.Aaleona" di Montegiorgio.
19.00 - Apertura stand gastronomico e sagra della pizza.
21,30 - Piazza Matteotti - Orchestra Spettacolo MUSICOMANIA
22,30 - Esibizione HIP HOP FUNK dell' Ass. OLIMPIA di M.Giorgio
23.30 - Estrazione della lotteria
24.00 - Spettacolo pirotecnico
 
 
CHI ERA SAN GIORGIO?
(Verità e tradizione circa la vita e il martirio )
 
Con certezza sappiamo che San Giorgio , fu un giovane originario della Cappadocia (Asia Minore, odierna Turchia), che non ebbe nessuna paura di professare la sua fede cristiana e per questo fu martirizzato tra il 280 ed il 303 d.C.  Il luogo del martirio fu la città di Lydda , in Palestina, dove fu sepolto e dove, pochi anni dopo, fu costruita una basilica sepolcrale, meta di pellegrini e centro di diffusione del culto. Benchè non si possa parlare di certezza, per mancanza di documenti apodittici, si può accogliere con molta probabilità una serie di dati biografici, per la costante concordanza delle fonti, alcune di esse molto attendibili.

Il nome Georgeus, latino sia nella forma sia per l' etimologia
(= uomo dei campi), fa pensare ad un italico, figlio forse di un legionario romano veterano, stanziatosi in seguito alla distribuzione delle terre nella provincia dell'Asia Minore. Intrapresa la "militia" si venne a trovare  di stanza in Giudea, altra provincia dell' Impero insieme all'Egitto: ecco dunque l' origine della sua rappresentazione come soldato. La condanna  a morte e il martirio vanno quasi certamente collocati sotto l' imperatore Diocleziano e con ogni probabilità intorno al 303.

Sotto questo imperatore  e in tali anni , infatti, si sviluppa una sanguinosa caccia ai Cristiani considerati traditori di Roma per il loro rifiuto di prestare onori divini e fare atti di culto all'imperatore. Tute le ulteriori notizie che si possono ricavare dalla Passio e da altre fonti ( specie le " Vite " di San Giorgio ?) sono coronate da un alone di leggenda a scopo di edificazione dei fedeli con racconti desunti dal martirio di altri santi. Altrettanto si può dire dei miracoli , delle visioni, dei tormenti cui fu  sottoposto. Deducibile con ogni probabilità è invece la sua morte per dacapitazione in cui tutte le fonti sono concordi.

Allo stesso modo, è da considerarsi leggendaria la "storia"che vuole San Giorgio come un cavaliere senza paura e che libera una principessa giovanissima, uccidendo un drago che la teneva prigioniera. Tale racconto che non si trova neppure nella Passio è solo di epoca medievale, a partire dal sec. XI: ha quindi origine, con ogni probabilità, al tempo delle crociate. Ma il racconto, anche se chiaramente mitico, non è nato senza un significato, perché
l' allegoria è facilmente inquadrabile nel gusto medievale e i simboli sono assai scoperti e precisi. L'immagine del "cavaliere senza paura" sta alla base dell' ideale della Cavalleria, un ordine, alle origini , che aveva per scopo la difesa della fede, la protezione dei poveri e la lotta contro i prepotenti.

L'uccisione del drago e la liberazione della giovane principessa sono lì a testimoniare la lotta contro il male (rappresentato già nel' Apocalisse come un drago mostruoso) e il trionfo del bene e della purezza (la giovane principessa). Nei testi che riguardano San Giorgio e riportano il fatto, l'episodio non viene mai inteso ed insegnato come reale ma come simbolico. Basta, per tutti, la citazione del Panegirico di S. Andrea di Creta del sec. XVII, in cui il commento dell' autore è tutto basato sulla citazione del salmo 123: "Benedetto il Signore che non ci consegnò in preda ai denti del leone".

22/04/2003





        
  



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