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A teatro per il Primo Maggio

Porto San Giorgio | In scena “ Mai Morti”, uno spettacolo per discutere

"Mai Morti" è uno spettacolo di “successo”, ma non nel senso più comune del termine. È uno spettacolo che fa notizia perché fa discutere, divide gli spettatori, fa arrabbiare, emozionare e commuovere. In sintesi: non può lasciare indifferenti e spesso scatena reazioni “forti”.

Commenta l’assessore alla cultura, Giacomo Maroni: “E’ una serata che abbiamo organizzato con la provincia di Ascoli Piceno, continuiamo a riflettere sui valori della resistenza, a condannare con fermezza la violenza nazifascista, in nome delle libertà. E’ di fondamentale importanza ricordare la storia, parlare ai giovani di un passato che ci appartiene. Ed è tanto più importante oggi, mentre si porta avanti un attacco contro la Costituzione italiana, il più grande risultato ottenuto con quelle lotte. Sarà un primo maggio particolare, nessuno resterà indifferente e noi avremo ottenuto il nostro scopo: scuotere le coscienze, vincere la rassegnazione e il torpore di chi rinuncia a lottare”.

È affidato a Bebo Storti il difficile compito di dare voce al protagonista, questo nostalgico delle belle imprese del ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine pubblico, contro viados, extracomunitari, zingari e drogati. Mai Morti era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione antipartigiana, e al magma inquietante del pianeta fascista il personaggio guarda con delirante nostalgia.

È una figura di fantasia, ma tragicamente realistica: Renato Sarti, drammaturgo autore da sempre impegnato sui temi della memoria storica, ha voluto ripercorrere, attraverso i racconti di un uomo “mai pentito”, episodi della nostra storia ampiamente documentati, per far riflettere, in modo diretto e crudo, su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano ancora difficili da estirpare. Un monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso, che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere. Su questo spettacolo ha scritto Ugo Valli su Repubblica: “C’è un teatro che è memoria, tentativo di non perdere le fila di ciò che è avvenuto e ci ha portati ad essere ciò che siamo, individualmente e collettivamente. Un teatro che è denuncia, scandalo, esibizione del dolore. E si fa testimonianza. Tale è il teatro di Renato Sarti”.

Appuntamento al teatro comunale - ingresso gratuito - domenica sera a partire dalle 21.00.

28/04/2005





        
  



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