Si può leggere un libro distrattamente e dimenticarlo in fretta oppure si può entrare in una storia, viverla quasi, conoscerne a fondo i personaggi e i sentimenti. Solo così si riesce a coinvolgere i giovani nella lettura, a far loro amare la cultura, la storia, le emozioni che stanno nascoste tra le pagine di un libro.

 

Con questa convinzione è nato alla scuola media Nardi il progetto “Incontro con l’autore”, coordinato dalla professoressa Rita Pelacani che spiega: “Abbiamo portato avanti un complesso lavoro per cinque mesi, con l’appoggio dell’Assessorato alla cultura del comune, per coinvolgere i ragazzi in un percorso formativo che potesse appassionarli.

Per gli alunni di terza media si trattava di cimentarsi con il romanzo “La ragazza di Bube”, il capolavoro di Carlo Cassola. Abbiamo inquadrato il periodo storico, abbiamo cercato tra le righe, nella storia e nell’anima dei protagonisti. Alla fine, con l’aiuto della compagnia “Teatro stabile” di Grosseto il romanzo è stato messo in scena al teatro comunale di Porto San Giorgio, con 170 ragazzi in platea e tanta gente che ha partecipato ad un pomeriggio d’arte e cultura. Straordinaria la partecipazione dei giovani, hanno fatto domande, hanno incontrato gli attori per capire come sono entrati nei personaggi. Hanno così potuto non solo rielaborare ancora una volta il romanzo ma anche incontrare direttamente una forma d’espressione, quella teatrale, che troppo spesso considerano lontana e noiosa”.

 

Oggi i ragazzi che hanno seguito il progetto sono partiti alla volta della Toscana per visitare i luoghi del romanzo e sentirsi di nuovo protagonisti di quelle pagine. A metà maggio toccherà ai ragazzi della prima media vedere in scena una fiaba su cui stanno lavorando in questi giorni.

 

Conclude Rita Pelacani: “Il risultato del progetto parla da solo, i giovani hanno apprezzato, partecipato, contribuito al successo di questa iniziativa. Soprattutto vorrei sottolineare quanto sia proficua la collaborazione tra la scuola e l’ente pubblico, per far crescere i ragazzi, per formare le loro coscienze e precisare la loro cultura”