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Sanità in Abruzzo a rischio commissariamento? Per Paolo Tancredi la soluzione c’è: spendere meglio.

Teramo | La ricetta del Popolo della Libertà per risanare gli ospedali pubblici teramani: più ricerca, investimenti e cervelli. Intervista al Consigliere Regionale Paolo Tancredi: “Ecco, vi presento i conti della sanità abruzzese governata dal centrosinistra".

di Nicola Facciolini

Paolo Tancredi

La sanità pubblica in Abruzzo è a rischio commissariamento? Il presupposto di certi partiti politici è quello di presentare la situazione disastrata della sanità abruzzese da un punto di vista finanziario, addossando tutte le colpe sull'altra parte, dichiarandosi poi di essere i soli capaci di tamponare questa enorme falla creata, ovviamente, dal precedente governo regionale.

Nel Libro verde sulla spesa pubblica", preparato dalla Commissione tecnica per la finanza pubblica, con le prime indicazioni per spendere meglio, soprattutto in vista dei lavori per la Finanziaria 2008, la parola d'ordine è: spendere meglio, eliminando gli sprechi: ridurre i costi della politica, riorganizzazione gli uffici, adeguare le strutture ai nuovi bisogni e dare un taglio netto a tutto ciò che è superfluo.

Il "Libro Verde" si focalizza su alcuni fattori della spesa pubblica: giustizia, sanità, università e pubblico impiego, per offrire al Governo le indicazioni su come agire in vista della Finanziaria. Secondo il centrosinistra sembra resistere bene la sanità pubblica italiana che resta in linea con gli altri paesi europei: anche se pare essere buono il rapporto spesa pubblica e salute, potrebbe essere possibile ridurre gli sprechi, aumentando la prevenzione e riducendo i tempi di ricovero. Per capirne di più abbiamo intervistato il Consigliere Regionale Paolo Tancredi, candidato in Abruzzo al Senato della Repubblica per il Popolo della Libertà, alle elezioni politiche del 13-14 aprile 2008.

Consigliere Paolo Tancredi, come usciamo dall'abisso del debito per la spesa sanitaria abruzzese?
"Quello che è prioritario, secondo tutti noi del Popolo della Libertà, è la riduzione del debito pubblico che va ridotto sotto il 100%, come chiede la Ue, ma per farlo è necessario orientare l'azione di bilancio alla crescita e all'equità sociale. Spendere meglio è possibile e vi è ampio spazio per riuscirci. Si tratta di eliminare gli sprechi ma anche di ridurre i costi della politica, incidere sull'organizzazione degli uffici, ripensare programmi obsoleti. Un'operazione a cui devono partecipare tutti i livelli dell'amministrazione dello Stato, attraverso un'azione congiunta di passione politica e di passione amministrativa. Solo attraverso una forte riqualificazione nell'uso delle risorse che i contribuenti conferiscono alla collettività, governi e amministrazioni possono sospingere la crescita, elevare il benessere, rinsaldare il loro rapporto di fiducia con la società, offrire una prospettiva ai giovani. La soluzione c'è: spendere meglio e tagliare gli sprechi, come annunciato dal ministro Padoa Schioppa nel suo Libro verde sulla spesa pubblica che, però, pare bocciare pesantemente la nostra Regione Abruzzo a rischio commissariamento".


Può essere risolto il problema della spesa sanitaria abruzzese?
"Il problema della spesa sanitaria può essere risolto, occorre la buona volontà e la capacità di farlo, con il contributo di tutti, a salvaguardia della sanità pubblica abruzzese. Bisogna reintrodurre nella sanità, come in tutta la Pubblica Amministrazione italiana, i concetti di risparmio, efficienza, merito, e investimenti in ricerca, formazione e sviluppo delle tecnologie al servizio della salute pubblica. Non è possibile che chi lavora di più e meglio, sia considerato come di lavora di meno o peggio. Bisogna premiare chi lavora di più e meglio. La meritocrazia all'interno della macchina pubblica italiana, è la sola in grado di farci risorgere. E non è più solo un problema di sanità, in quanto investe tutta la Pubblica Amministrazione; è un problema di approccio moderno, europeo, anche al mondo della produzione e del lavoro. Chi lavora di più, deve pagare meno tasse: è un concetto giusto. E' nel nostro programma liberale del Popolo della Libertà per gli Italiani: la detassazione sugli straordinari. Perché non possiamo essere per la crescita che finanzia il lavoro; è il contrario. La sinistra dice: dobbiamo ricominciare a crescere e poi creiamo posti di lavoro. Non è così".

Come realizzare la crescita economica in Abruzzo?
"E' il maggior lavoro in quantità e qualità che ci permette di avere una crescita e di avere maggiore ricchezza per pagare le tasse allo Stato per avere servizi pubblici efficienti. Noi, però, dobbiamo difendere le nostre strutture ospedaliere in provincia di Teramo, perché in questa Regione noi teramani siamo i più penalizzati in assoluto. Anche sulle strutture ricettive alberghiere e sul nostro grado di ospitalità. Dobbiamo indirizzare i prossimi investimenti sui cervelli, sulle nuove tecnologie, perché oggi chi qualifica la sanità pubblica teramana sono i buoni infermieri, i buoni medici, i buoni primari. Vogliamo la "Pet" che ci hanno tolto, all'ospedale di Teramo. Il nostro messaggio fortissimo lo rivolgiamo a chi oggi, speriamo ancora per poco, ci governa e che martedì 8 aprile 2008 è a Teramo e Giulianova, per celebrare i "successi" del centrosinistra in fatto di sanità pubblica! Non ci faremo prendere più in giro! I nostri ospedali non si toccano! Non crediamo alle "riverniciate" del centrosinistra alle sale operatorie degli ospedali di Giulianova e Teramo, senza aver dato alcun tipo di prospettiva, di sviluppo e di percorso a un settore così importante per la sanità abruzzese e teramana. Per questo chiedo il voto degli Eelettori, il 13-14 aprile 2008, non per lasciare l'Abruzzo ma per rappresentarlo degnamente al Senato della repubblica, in difesa della nostra sanità".

Come Popolo della Libertà, vinte le elezioni politiche, cosa intendete fare?
"Credo sia nostro obbligo dire cose serie ai cittadini: anche noi del centrodestra abbiamo fatto la nostra parte per cercare di mettere a posto i conti della sanità, perché lo dice il programma che presentiamo in queste elezioni politiche del 13-14 aprile 2008. Ma non possiamo più alimentare e sopportare l'irresponsabilità delle sinistre sulla cosa pubblica in generale, perché anche per la sanità occorre abbandonare la logica di "pantalone" che paga tutto, che costa al nostro Paese il triste primato del terzo posto nel mondo per debito pubblico, con 35 miliardi di euro di soli interessi sul debito pubblico. Dobbiamo introdurre meccanismi di efficienza anche nella sanità abruzzese che sul bilancio regionale incide in maniera preponderante".

I dati del Ministero del Tesoro sono chiari: in Abruzzo si rischia il commissariamento?
"Questi dati vengono presentati in tempi non sospetti anche in funzione del ruolo che spero con l'aiuto degli Elettori di andare a rivestire in Senato dopo il 15 aprile 2008, nella maggioranza di centrodestra che governerà il Paese. Dati che la dicono lunga sulle gravi condizioni in cui versa la sanità abruzzese governata dalle sinistre. Qui è mancata una gestione del rapporto tra Regione e Governo centrale. Questi numeri sono fondamentali perché il presupposto della politica fin qui seguita da Del Turco-Mazzocca è il problema del debito lasciato dal centrodestra abruzzese tra il 2000 e il 2005. Io sostengo che il debito che avevamo accumulato fino al 2005 era grande e preoccupante ma perfettamente in linea con i numeri della Regione Abruzzo, con la media nazionale, con il nostro Prodotto interno lordo (Pil). Un debito da poter affrontare con misure abbastanza semplici che la Regione poteva tranquillamente adottare. La fonte dei dati (qui riportati in euro, ma nel 1995 erano in lire) è il Ministero del Tesoro (Padoa Schioppa, Libro verde sulla spesa pubblica, pp. 140, febbraio 2007). Nel 1995 la spesa sanitaria abruzzese era di 775 euro ad abitante, la media italiana era di 842 euro ad abitante: c'erano regioni, soprattutto quelle da sempre amministrate dal centrosinistra (Toscana, Emilia Romagna, Lazio) con una spesa sanitaria di 200-250 euro superiori pro capite rispetto all'Abruzzo. La spesa sanitaria della Toscana era di 900 euro, quella del Lazio di 941 euro, nel 1995".

E' d'accordo con Padoa Schioppa, secondo il quale il problema della sanità in Italia con la gestione regionale, è il mancato controllo sulle commissioni della spesa pubblica?
"Certamente, è la verità. Si tratta di un vero cancro, un'autentica carie alimentata nelle nostre Regioni dalla gestione del potere da parte del centrosinistra. Non è il debito il problema principale della sanità, in effetti il debito è perfettamente affrontabile e risolvibile con politiche di gestione del gettito a lungo termine; ma il vero problema principale è il controllo e il contenimento della spesa sanitaria. Nel 1995 la nostra sanità teramana era considerata nel centro-sud all'avanguardia in Italia, una delle migliori nella nazione, nonostante scontavamo questa differenza di finanziamenti da parte del Governo centrale, ossia la spesa era molto inferiore a quella di molte regioni del centro e nord Italia. Allora, quella classe dirigente non era poi così male, e cose eccellenti venivano fuori. Dopodichè assistiamo all'evoluzione incontrollabile della spesa: in Italia la spesa sanitaria dal 1995 al 2004 è cresciuta dell'83 per cento! In questa situazione l'Abruzzo ha rappresentato la Regione in cui la spesa sanitaria è cresciuta di più. Fino al 2004 perché poi nella primavera 2005 va a casa il governo Pace".

La Regione Abruzzo, a fronte di un tale aumento di spesa, cosa ha fatto?
"Quando parliamo di politica sanitaria abruzzese, non possiamo fare come le sinistre che dicono che il problema sono i soldi e poi sbagliano tutto il resto, ossia la parte finanziaria del problema. Occorre spiegarlo bene ai cittadini. Nel 2005 assistiamo a un'evoluzione enorme della spesa: arriviamo a un aumento complessivo dell' 85% della spesa rispetto ai dieci anni precedenti. L'Abruzzo è la prima Regione in Italia per aumento di spesa sanitaria, dopo le Province autonome di Trento e Bolzano. In Abruzzo la spesa sanitaria aumenta del 101%. Nonostante tutto, ancora nel 2004 l'abruzzese ottiene per la sanità meno del cittadino medio italiano, perché è stato recuperato un gap (si spende 1.501 euro per ogni abruzzese, 1.510 euro per ogni italiano). La spesa sanitaria, ancora nel 2005, era in linea con la media italiana".

La gestione della sanità deve cambiare in Abruzzo, gli errori del passato devono insegnarci a migliorare, non possiamo continuare a piangere su noi stessi. Con il governo Pace è stato fatto troppo poco?
"Il debito sanitario in effetti era aumentato di 400 milioni di euro, ma il centrosinistra ci accusa: il debito è aumentato negli anni del vostro governo! E' cresciuto in tutta l'Italia il debito sanitario. Noi del centrodestra abbiamo governato la Regione dal 2000 al 2005. Nel Duemila sono stati tolti i "ripiani automatici" e tutte le regioni d'Italia hanno accumulato debito sanitario. In Abruzzo come altrove. L'aumento della spesa sanitaria, però, era giustificata in quanto ci siamo ripresi quello che non ci avevano ancora dato negli anni precedenti rispetto alle altre regioni. Nel 2005 la spesa sanitaria in Abruzzo passa da un miliardo e 900 milioni di euro a due miliardi e 400 milioni di euro: al deficit dobbiamo però aggiungere le tasse imposte dal centrosinistra per colmare la spesa sanitaria. Nel 2006 siamo a due miliardi e 750 milioni di euro per la spesa sanitaria. Credo, purtroppo, che il 2007 segni lo sfondamento del muro dei tre miliardi di euro di spesa sanitaria, un'enormità. In realtà mediamente il cittadino abruzzese comincia a spendere più del cittadino italiano soltanto alla fine dell'anno 2005. Le dobbiamo dire queste cose ai cittadini altrimenti non sappiamo in che direzione andare".

Il centrosinistra in questi tre anni che cosa ha fatto per sanità pubblica abruzzese?
"Loro oltre ad accusarci di tutti i mali della sanità abruzzese, non hanno fatto una norma di controllo sulla spesa sanitaria! Perché non è norma di controllo della spesa sanitaria né il riordino della rete ospedaliera pubblica ai danni dei teramani nè il piano sanitario regionale, come dimostrano i numeri di Padoa Schioppa. Infatti la spesa continua a crescere a dismisura, mentre approvano un piano sanitario regionale che penalizza Teramo. In realtà Mazzocca e Del Turco stanno portando carte false al governo regionale per ottenere chissà che cosa quando lo stesso Padoa Schioppa li coglie in fallo sulle imposte. Come ha fatto nel febbraio 2006 quando si è accorto che il gettito dell'aumento dell'Irpef e dell'Irap non era stato messo sulla sanità e ci ha imposto una variazione di bilancio di 100 milioni di euro che ha tolto soldi al bilancio regionale. Come ha fatto all'inizio del 2007 quando ancora 200 milioni di euro (la scoperta è di Padoa Schioppa) erano stati distratti dal bilancio della sanità ed abbiamo dovuto fare, in pochi giorni, una variazione alla finanziaria di 180 milioni di euro, altrimenti ci avrebbero commissariato senza contare l'aumento di Irpef e Irap".

All'incidente del febbraio 2006 come si pose riparo?
"Il centrosinistra ebbe la geniale idea di fare pagare l'incidente, alla sanità pubblica teramana: fece una delibera in cui si diceva ai manager che dovevano alienare immediatamente, entro la fine dell'anno, la maggior parte dei beni immobili della sanità abruzzese. Una delibera fasulla che non ha coperto in realtà nulla".

Dove si trovano i principali beni immobili della sanità abruzzese?
"Stanno a Giulianova e Teramo, i beni più preziosi della nostra sanità pubblica. E guardate che la delibera è ancora in vigore, anche se in realtà le procedure qualcuno le ha avviate solo sulla carta, perché poi vendere strutture come quelle di Giulianova e Teramo, non è uno scherzo. Eco svelata una politica assolutamente cieca del centrosinistra abruzzese. Il problema è che Mazzocca e Del Turco non ci hanno ancora detto dove ci stanno portando. Mancano gli interlocutori: quando vediamo manager arrivare a Teramo dall'Emilia Romagna e dalle Marche, allora è l'ora di fare gli scongiuri, perché vuol dire che la liquidazione è vicina. Così accade di solito nelle aziende quando chiamano manager esterni".

Stanno liquidando i beni immobili della sanità abruzzese?
"Effettivamente ci stiamo accorgendo che stanno lentamente liquidando la nostra sanità pubblica teramana. Il problema poi è ancor più grande se ci sono dei vincoli di spesa. Ringrazio il Consigliere Regionale Claudio Di Bartolomeo e tutto il Centrodestra che in Commissione hanno fatto un lavoro di alta competenza e di controllo. Come emendamento alla legge di presentazione del piano sanitario, questo non lo fa notare nessuno, c'è un piccolo provvedimento di legge del centrosinistra che stabilizza 500 precari delle Asl abruzzesi, la maggior parte con ruolo di amministrativi. Quando sappiamo benissimo che la sanità abruzzese ha bisogno di para-medici e medici, non certo di personale amministrativo. E qui che stiamo affondando, spendendo a più non posso. E abbiamo lievitato negli ultimi anni addirittura del 130%, nel periodo temporale di cui sopra, l'affitto delle sedi e di beni e servizi. Questi signori del centrosinistra non solo non stanno risparmiando, ma stanno spendendo molto di più. E cosa ancor più grave è che ci peggiorano il servizio sanitario pubblico, ci tolgono la sanità pubblica, i posti letto e gli strumenti diagnostici ad alta tecnologia come la Pet a Teramo. La legittima battaglia politica sul governo della Repubblica e della Regione Abruzzo, non può fare a meno di far notare agli Abruzzesi i fallimenti dei governi Prodi-Veltroni e Del Turco. Noi del centrodestra non nascondiamo le nostre responsabilità. Il centrosinistra è capace di fare altrettanto?".

07/04/2008





        
  



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