Musicalità, eleganza, tecnica al centro della scena con Massimo Quarta solista e direttore nel primo concerto di Paganini (in mi bemolle maggiore) e nella seconda sinfonia di Brahms, eseguiti domenica 15 maggio con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese (di cui è solista e direttore principale) al Ventidio Basso di Ascoli, ultimo appuntamento della stagione Fondazione Carisap.

 

Ad Ascoli Quarta aveva eseguito pochi mesi fa i primi concerti di Mozart (il prossimo anno la seconda parte dell’integrale). Ma con Paganini le sue doti si esaltano: per la capacità di dare una fluente e musicalissima interpretazione di un brano disperatamente difficile. Per la sobrietà e l’eleganza di questa interpretazione e del gesto. Per il suono dello Stradivari (1716), agile come le dita del musicista nel salire ai registri più acuti. Un’intelligenza che potrebbe ben trovare in un’immagine alla Bacon il suo monogramma.

 

Le doti dell’orchestra restano inevitabilmente sullo sfondo nei concerti di Paganini. Musicista che ama approfondire più aspetti della musica, Quarta si dedica ormai da anni anche alla direzione. Così, l’interpretazione nella seconda parte del concerto della sinfonia di Brahms ha mostrato i frutti di un lavoro meticoloso, nella qualità del suono, nella puntualità degli attacchi, nella capacità di tutte le sezioni di rispondere alle richieste del direttore: i violoncelli non meno dei fiati: questi ultimi mai caduti nelle sbavature che sono la croce senza delizia di molte orchestre.

 

Per il ruolo di solista e direttore principale dell’Orchestra Abruzzese Massimo Quarta si esibisce sovente ad Ascoli. Oltre che nel ricordato concerto mozartiano, in precedenza aveva eseguito Mendelssohn. Ma ogni volta con il teatro lungi dal “tutto esaurito”. Una città che dimostra di non meritare le visite del più grande violinista italiano.