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"Per Ascoli Piceno è la prima grande svolta politica ed economica dall’unità d’Italia"

Ascoli Piceno | Ciccanti: " Adesso si faranno le pagelline dei meriti e dei demeriti”.

di Federico Biondi

il senatore Amedeo Ciccanti

Il primo aspetto: tante paternità una sola madre.

Tutta la classe politica di Fermo si gode e si prende i meriti per la costituzione della provincia di Fermo e per riflesso la classe politica di Ascoli i demeriti, “Adesso si faranno le pagelline dei meriti e dei demeriti” inizia così la conferenza stampa del senatore Amedeo Ciccanti.

Ci sono molte paternità per la nascente provincia di Fermo ma la maternità e una, della Lega Nord. La maternità della costituzione della provincia di Fermo, Barletta, Monza è della Lega Nord. “La Lega Nord aveva patrocinato gia nella passata legislatura la costituzione della provincia di Fermo ed è stata confermata nel giuramento di Ponte di Legno con Bossi” afferma il senatore Amedeo Ciccanti. Il senatore spiega che tutti i comitati promotori giurarono uno per uno e uno per tutti,

“Bossi adesso è inattivo ma i suoi seguaci continuano con determinazione e puntigliosità – aggiunge - il primo tra tutti è Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e coordinatore delle Segreterie della Lega Nord, che ha visto riconosciuta la provincia di Monza tramite uno scambio di favori politici. La Lega Nord ha promesso di sostenere la candidatura di Ombretta Colli, della Casa della Libertà, alla presidenza della provincia di Milano, promessa che poi ha puntualmente disatteso.

La Lega Nord, spiega il senatore, ha posto con determinazione anche la costituzione della provincia di Fermo e i fermani per ringraziamento dovrebbero fare un monumento a Umberto Bossi e al suo braccio esecutivo Roberto Calderoli.

Il secondo aspetto: aspettando la scissione disservizi per tutti.

La provincia di Fermo, molto probabilmente, sarà costituita nel duemilanove e gli uffici provinciali saranno istituiti gia dalla prossima legislatura provinciale. Molte le difficoltà a cui dovrà andare in contro la nuova amministrazione provinciale e i quattordici collegi del fermano faranno battaglia su ogni euro che si spenderà “è chiaro che il consiglio provinciale sarà paralizzato e non investirà ne nel territorio di Fermo ne in quello di Ascoli” dice il senatore.

La provincia di Ascoli Piceno sarà paralizzata e ci saranno tensioni così forti che molto probabilmente porteranno allo scioglimento anticipato del consiglio provinciale e a quel punto non si dovrà aspettare il duemilanove per la provincia di Fermo, “si deve considerare la possibilità che il nascente consiglio provinciale non arrivi a fine legislatura”.

Occorre gestire i rapporti con buon senso, “all’insediamento del prossimo consiglio provinciale si deve sottoscrivere un patto di lealtà e di collaborazione tre gli ascolani e fermani, che siederanno sui banchi del consiglio provinciale – dice il senatore – stabilire ciò che è utile ad entrambe le popolazioni e stabilire il metodo e il criterio. Stabilire prima le regole per una divisione consensuale che arrivi fino al duemilanove senza ripercussioni del territorio. “Se così non fosse sarà un disastro” suggerisce il senatore.

Terzo aspetto: Ascoli ha sottovalutato la costituzione della nuova provincia.

“Il consiglio comunale, all’unanimità, ha inviato una lettera al capo dello stato - dice il senatore - suggerirò al sindaco di Ascoli Piceno Piero Celani, ma il potere di decisione è suo, di verificare se ci sono gli estremi per un ricorso alla Corte Costituzionale”.

“Il fermano è laborioso non Fermo”. La costituzione della provincia di Fermo non interessa i fermani ma Fermo, che così facendo ripristina sul suo territorio la sua egemonia. “I cittadini di Ascoli non si rendono conto che oltre alla chiusura delle grandi aziende private sta chiudendo, con la costituzione della provincia di Fermo, anche l’azienda pubblica” dice il senatore.

Il quaranta percento dei dipendenti della provincia sarà trasferito nella città di Fermo e tutto questo si ripercuoterà sulle attività commerciali di Ascoli e sulle famiglie ascolane. Ascoli dall’unità d’Italia è vissuta soprattutto come centro direzionale del territorio. Questa è la prima grande cambiamento, “Ascoli non avrà più la direzione politica del territorio, si stabiliranno altri punti decisionali” afferma il senatore.

Ripercussione che non vedremo subito ma nel tempo se non abbiamo la capacità di reagire, “una visione realistica che deve dare un nuovo impulso alla città” conclude il Senatore Amedeo Ciccanti.

21/05/2004





        
  



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